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MessaggioInviato: martedì 5 luglio 2016, 21:23 
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franciskhan ha scritto:
Ma la mia domanda è più semplice:
quanto è in secondi d'arco il minimo visibile in un rifrattore APO da 152mm nel caso di un dettaglio filiforme isolato su sfondo contrastato e nel caso dello stesso dettaglio a distanza 10 volte il suo spessore da un bordo scuro?

Nel caso del potere risolutivo sappiamo che esso varia tra 0,8 e 0,5 secondi di separazione di due punti sufficientemente contrastati, contro i 60" medi dell'occhio. Il minimo visibile dell'occhio può arrivare ad essere di 3"-1" di un dettaglio filiforme isolato e magari raddoppiare o più se associato ad un bordo vicino.....invece quello di un APO 152? Qualcuno lo sa dire?

Più indietro avevo indicato un ragionamento di David Knisley che trattava proprio questo. In estrema sintesi immabgin Saturno in negativo: la Encke è un filino luminoso di 0.05" e il bordo del cielo un semipiano luminoso distante 0.5" dalla Encke.
Ecco, sono come una stella doppia con la primaria luminosissima e la secondaria la Encke evanescente. Inoltre sono come una stella doppia con le due stelle allungate in direzione ortogonale alla separazione. Per questo motivo non puoi giudicare alcun allungamento e l'unico modo per decidere se è doppia è quello di vedere un minimo di luce fra le due. Il criterio di Rayleigh ti dice quando ci sono le condizioni di minimo per due stelle di uguale magnitudine: è 0.8" (questo se fossero di uguale intensità). Knisley poi spiega che il realtà serve anche di più.

Risultato non c'è alcun minimo di luce che separa il negativo di Encke dal Negativo del cielo. Non si vede. Punto. Basta. Questo coincide con i profili fotometrici calcolati da me e andreaconsole chissà quante pagine indietro.

Knisley stima l'apertura minima per "risolvere" la stella doppia in 13", ma in condizioni del tutto ideali. Quindi credo che ce ne vogliano ben di più.

dedo ha scritto:
Mauro, sei in grado per caso di quantificare di quanto il seeing può abbassare la correzione di uno strumento?

cristiano c. ha scritto:
Attenzione basta un quarto di giro di vite ad un SC per essere scollimato, e di strumenti scollimati in giro ne vedo parecchi , soprattutto se si collina col prisma su un punto e poi si ruota il prisma

Che c'entra questo con la domanda di prima?


Ultima modifica di Angelo Cutolo il martedì 5 luglio 2016, 21:52, modificato 1 volta in totale.
Uniti post consecutivi. Per favore per le aggiunte usare il tasto giallo "MODIFICA" in basso a dx, anziché scrivere un nuovo post. Grazie.


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MessaggioInviato: martedì 5 luglio 2016, 21:37 
xenomorfo ha scritto:
In estrema sintesi immabgin Saturno in negativo: la Encke è un filino luminoso di 0.05" e il bordo del cielo un semipiano luminoso distante 0.5" dalla Encke...

Più o meno così:
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MessaggioInviato: martedì 5 luglio 2016, 21:42 
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Sh già giusto: devi separare le due "stelle" distanti 0.5" da un "fondo cielo" che è pure grigio...


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MessaggioInviato: martedì 5 luglio 2016, 21:49 
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dedo ha scritto:
Angelo, devi aver trovato a mio avviso degli esemplari di SC10" veramente fuori del comune per dare la paga a dei 178mm perfetti.

Dedo io ho solo illustrato quella che è la mia esperienza (e degli astrofili proprietari dei vari tubi), da questa esperienza ho ipotizzato le motivazioni che ho precedentemente esposto.
Ora considerato che prima di queste osservazioni tutti gli strumenti (rifrattori, riflettori e catadiottrici) vengono sempre attentamente collimati ad ingrandimento pari a 2D e che quindi nel contempo si fà anche uno star test, ho visto per ogni strumento chi piu chi meno delle buone centriche (tranne che in un acro SW 150/750 ed un newton Orbinar 200/800 oggettivamente "poco belli"); ora onestamente non posso escludere che tali strumenti (quelli a riflessione) fossero "fuori dal comune", la questione è che dubito (proprio dal punto di vista statistico) che su sette SC di vari diametri e quattro newton da di diversi brand tra cui tre 10" ed il mio Obice (che dovrebbe essere del '56 dubito quindi che l'abbia fatto Zambuto o Zen) siano tutti fuori dal comune, è da escludere anche che i rifrattori avessero problemi o non fossero di qualità (anzi, collimati accuratamente con la "cesira" e startestati accuratamente e nulla fuori posto).
Come ho detto, almeno fino quando non mi daranno una spiegazione alternativa piu verosimile, rimango convinto che quando il seeing (e le microturbolenze locali) unitamente ad uno strumento in ordine ed acclimatato, permettono a questi di dare quel che veramente possono dare, con il risulatato che semplicemente rispettano quello che la Fisica prevede.

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Newton: Barile 400/1830 mm; Obice 200/1650 mm; Bidoncino 114/1300 mm solarizzato. •• Rifrattori: Nano apo 80/480 mm; Milo acro 76/1400 mm; 60ino acro 60/700 mm. •• Catadiottrici: C8 xlt. •• Binocoli: Docter Aspectem 40x80 ED, William Optics 22x70 ED, Vixen Ultima 8x56, Nikon Action EX 16x50, Canon 10x30 IS II, Vortex Vanquish 8x26, Ibis Horus 5x25, Pentax Papilio 6,5x21, Orion 2x54.


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MessaggioInviato: martedì 5 luglio 2016, 22:06 
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franciskhan ha scritto:
... liquidare semplicisticamente come illusioni ottiche....


Ecco una illusione ottica che riproduce il minimo di Encke. Se misurate con attenzione le barre verticali di destra hanno intensità costante al centro... che però sembra più "grigio". Guardare con un occhio solo l'immagine a scala intera.
Già così mi pare che non sia facile giudicare. L'impressione è di qualche cosa di "incerto": e certo che è incerto: il sistema visivo non riesce a decidere e ci comunica a questo con una percezione "incerta". Vuoi vedere che Knisley ci ha preso. Vuoi vedere che Keeler non ha visto il minimo perché aveva abbastanza apertura da non avere l'effetto illusorio..

PS le barre a sinistra non hanno l'illusione per un motivo che è chiaro se si tracciano i profili.


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MessaggioInviato: martedì 5 luglio 2016, 22:24 
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Iscritto il: giovedì 14 gennaio 2016, 0:08
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xenomorfo ha scritto:
franciskhan ha scritto:
Ma la mia domanda è più semplice:
quanto è in secondi d'arco il minimo visibile in un rifrattore APO da 152mm nel caso di un dettaglio filiforme isolato su sfondo contrastato e nel caso dello stesso dettaglio a distanza 10 volte il suo spessore da un bordo scuro?

Nel caso del potere risolutivo sappiamo che esso varia tra 0,8 e 0,5 secondi di separazione di due punti sufficientemente contrastati, contro i 60" medi dell'occhio. Il minimo visibile dell'occhio può arrivare ad essere di 3"-1" di un dettaglio filiforme isolato e magari raddoppiare o più se associato ad un bordo vicino.....invece quello di un APO 152? Qualcuno lo sa dire?

Più indietro avevo indicato un ragionamento di David Knisley che trattava proprio questo. In estrema sintesi immabgin Saturno in negativo: la Encke è un filino luminoso di 0.05" e il bordo del cielo un semipiano luminoso distante 0.5" dalla Encke.
Ecco, sono come una stella doppia con la primaria luminosissima e la secondaria la Encke evanescente. Inoltre sono come una stella doppia con le due stelle allungate in direzione ortogonale alla separazione. Per questo motivo non puoi giudicare alcun allungamento e l'unico modo per decidere se è doppia è quello di vedere un minimo di luce fra le due. Il criterio di Rayleigh ti dice quando ci sono le condizioni di minimo per due stelle di uguale magnitudine: è 0.8" (questo se fossero di uguale intensità). Knisley poi spiega che il realtà serve anche di più.

Risultato non c'è alcun minimo di luce che separa il negativo di Encke dal Negativo del cielo. Non si vede. Punto. Basta. Questo coincide con i profili fotometrici calcolati da me e andreaconsole chissà quante pagine indietro.

Knisley stima l'apertura minima per "risolvere" la stella doppia in 13", ma in condizioni del tutto ideali. Quindi credo che ce ne vogliano ben di più.

?

Hai fatto un "ragionamento" appunto, ripreso da altri, che ha un fondamento ma puramente qualitativo assimilando la visibilità della Encke ad una difficilissima doppia sbilanciata... cosa comunque discutibile, torniamo infatti ad un concetto di risoluzione e non di minimo visibile... infatti noto che di nuovo non hai risposto al semplice quesito quantitativo che ti ho posto e che solo potrebbe escludere in modo definitivo la visibilità della Encke con un APO 152... Eppure dell'occhio siamo in grado di stabilire sia il potere risolutivo sia il valore di minimo visibile.... con un telescopio no?...

Noto anche che non hai dato risposte sul quesito posto sulla presunta illusione ottica...

xenomorfo ha scritto:
franciskhan ha scritto:
... liquidare semplicisticamente come illusioni ottiche....


Ecco una illusione ottica che riproduce il minimo di Encke. Se misurate con attenzione le barre verticali di destra hanno intensità costante al centro... che però sembra più "grigio". Guardare con un occhio solo l'immagine a scala intera.
Già così mi pare che non sia facile giudicare. L'impressione è di qualche cosa di "incerto": e certo che è incerto: il sistema visivo non riesce a decidere e ci comunica a questo con una percezione "incerta". Vuoi vedere che Knisley ci ha preso. Vuoi vedere che Keeler non ha visto il minimo perché aveva abbastanza apertura da non avere l'effetto illusorio..

PS le barre a sinistra non hanno l'illusione per un motivo che è chiaro se si tracciano i profili.

Solo chi ha detto di aver osservato una banda o linea nel l'anello A (verso il bordo e non al centro) può dire se effettivamente era assimilabile a quell'evanescente vedo non vedo dell'immagine postata. Resterebbe comunque il quesito del perché questo effetto ottico non si manifesti sempre o molto frequentemente nell'osservazione dell'anello A...

"Vuoi vedere che Knisley ci ha preso" ... Mica vorrai quindi dire che ha tirato a indovinare?.. :wink:

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Rifrattore 152/760, mak 102/1400, acro 80/600, bino 10x50 usm, Spotting Scope 20-60x60
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Ultima modifica di Angelo Cutolo il mercoledì 6 luglio 2016, 10:43, modificato 1 volta in totale.
Uniti post consecutivi.


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Ieri sera con seeing schifosetto,Saturno non ha mostrato che un leggero minimo di intensita' sull' anello A e aggiungo che bisognava cercarlo bene....altra osservazione fu quella che riportai alcuni giorni orsono.
Sono sicuro che Xenomorfo non stia li' a cercare di tappare la bocca ma in buona fede cerca la via logica della dimostrazione empirico scientifica...altra questio ravvedo in determinate frasi buttate a casaccio con l' unico scopo denigratorio...non sono io che voglio zittire o negare esperienze altrui,come ho detto piu' volte sono venuto su questo forum per imparare da voi e confrontarmi con voi....
In sostanza se ci vedo il minimo dico di vedere il minimo e se una sera ci vedo qualcosa di altro dico di vedere dell' altro ....sicuramente non il minimo e aggiungo: probabilmente una sorta di illusione ottica come ipotizza Xeno.
Ho parlato di diametro max sul planetario perche' mi rendo conto che oltre certi limiti di ingrandimento utile e dettaglio risolvibile non si va,almeno cosi' mi e' sembrato...sbaglio?

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Avoja se si vede la differenza Mario , ma devi andare dove la differenza c'è , con seeing 5/5 ad Anzio ho1,5 , sui mille metri del semprevisa 1,0 , sui duemila di campo catino 0,5 . è ovvio che il limite a casa mia sono i 1,5" di seeing , posso anche avere uno specchio di un metro, ma sempre 1,5 sarà il mio limite.

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Io però non parlerei in generale di seeing. Come spiegato da Mauro, il seeing ha due componenti: tilt e roughtness. Ieri sera la componente seeing che dava fastidio era il tilt, ma si poteva osservare marte tranquillamente a 300x. Quando c'è la componente roughtness, allora non si osserva proprio. Quindi anche il valore di seeing è poco indicativo di quel che si riesce a vedere.

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S può anche essere più tilt che altro ma se hai 1,5 ( e sto parlando di valori di seeing buoni) quello è il massimo , e se quello è il massimo oltre non vai. è lo stesso discorso per le risolozione per apertura o valgono le stesse leggi oppure non vale nulla

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