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Autore Messaggio
MessaggioInviato: mercoledì 29 giugno 2016, 23:07 
Nell'articolo citato è ben specificato (bisogna leggerlo tutto, è molto istruttivo e io stesso ho sbagliato a non leggerlo subito) che le osservazioni di Dawes, Keeler, kater e tutti gli altri sono state fatte con Saturno a un'altezza variabile dai 60° ai 68° (!!) oggi è meno di 30°. Con riflettori e rifrattori variabili dai 6,3/4" ai 16" e con focali di oltre 3,6mt.
Mi sembrano condizioni diverse dai 30° di altezza di oggi e dai 5,5" e 600-900mm di lunghezza focale dei rifrattori 140 :facepalm:


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MessaggioInviato: mercoledì 29 giugno 2016, 23:12 
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Vedo che la confusione regna sovrana, dopo 50 e passa pagine ancora c'è chi non ha capito dove sta la Encke e dove il minimo di Encke e che differenza c'è tra i due.


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MessaggioInviato: giovedì 30 giugno 2016, 7:04 
Bè, si dorme eh? Ci vogliamo svegliare? :rotfl:


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MessaggioInviato: giovedì 30 giugno 2016, 7:40 
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franciskhan ha scritto:

Il discorso della diffrazione del bordo non l'ho proprio capito e non ho capito cosa c'entra Sirio B, che tra l'altro è osservabile anche più della Encke.

Allora non hai capito dove la tua prova è concettualmente sbagliata.

Raf584 ha scritto:

xenomorfo ha scritto:
e secondo si può vedere questo disegno?

http://ejamison.net/encke.html ma è importante leggere anche le sue note

Con tutta la buona volontà stiamo parlando di un solo disegno fatto con 160 mm in cui egli stesso riferisce di una osservazione al limite. Potrebbe benissimo trattarsi di conoscenza a priori, tanto è che disegna un piccolo arco della divisione di Encke una non disegna gli altri che costituiscono il minimo.
Le altre osservazioni sono tutte fatte con aperture maggiori, tipo 240 mm ed è abbastanza discutibile se le tante lineette siano rappresentazioni puntuali di corrispondenti dettagli e quella più esterna sia la Encke.


Ultima modifica di Angelo Cutolo il giovedì 30 giugno 2016, 10:46, modificato 1 volta in totale.
Uniti post consecutivi.


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MessaggioInviato: giovedì 30 giugno 2016, 7:47 
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Iscritto il: venerdì 27 luglio 2007, 23:20
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franciskhan ha scritto:
Del resto le visite oculistiche si fanno con prove percettive... Non sono scientifiche?...e se qualcuno osservando una A dice di leggere una A per caso l'oculista gli chiede di dimostrarlo con i numeri? Quali numeri?....gli può invece contestare una B, sempre che l'oculista ci veda bene... :wink:

Il discorso della diffrazione del bordo non l'ho proprio capito e non ho capito cosa c'entra Sirio B, che tra l'altro è osservabile anche più della Encke.


infatti le prove degli oculisti sono basate su standards (dimensioni precise delle lettere, retroilluminazione standard, distanze standard - un po' come le prove per la percezione del colore che possono essere condotte con successo perfino da un soggetto acromatopsico, dato che sono basate su standard definiti e non sui nomi dei colori).
dovresti specificare almeno il codice dei colori che hai usato in modo che almeno su quello tutti possano usare lo steso standard...
in più la questione non è se l'acuità visiva di una persona sia in grado o mendo di distinguere dettagli non puntiformi di una dimensione angolare data, ma se uno strumento ottico con date caratteristiche sia in grado di risolvere un determinato dettaglio sotto determinate condizioni ( e qui si viene alla seconda parte della mia citazione: dalla discussione emerge che sotto una certa serie condizioni ideali il dettaglio in questione sarebbe visibile, mentre nelle condizioni date risulterebbe coperto da altro. un po' come sirio b che, considerata asetticamente a sè come stella di 8 magnitudine sarebbe facilmente visibile in un piccolo binocolo, ma sfortunatamente è coperta dalla luce della primaria a cui è molto prossima. per i dettagli rileggiti il thread :) poi potrai valutare se gli argomenti portati sono soddisfacenti o meno, per ora mi sembra che ti siano sfuggiti diversi elementi essenziali)

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MessaggioInviato: giovedì 30 giugno 2016, 8:02 
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Iscritto il: martedì 28 novembre 2006, 9:31
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Tipo di Astrofilo: Visualista
Renato C ha scritto:
Nell'articolo citato è ben specificato (bisogna leggerlo tutto, è molto istruttivo e io stesso ho sbagliato a non leggerlo subito) che le osservazioni di Dawes, Keeler, kater e tutti gli altri sono state fatte con Saturno a un'altezza variabile dai 60° ai 68° (!!) oggi è meno di 30°. Con riflettori e rifrattori variabili dai 6,3/4" ai 16" e con focali di oltre 3,6mt.
Mi sembrano condizioni diverse dai 30° di altezza di oggi e dai 5,5" e 600-900mm di lunghezza focale dei rifrattori 140 :facepalm:

Hai ragione; non mi ero accorto che la pagina era più lunga.
Raf584 ha scritto:
Vedo che la confusione regna sovrana, dopo 50 e passa pagine ancora c'è chi non ha capito dove sta la Encke e dove il minimo di Encke e che differenza c'è tra i due.

Vediamo di fare un riassunto allora.

UAI scrive che quella che nel 1837 fu battezzata come divisione di Enke è quella che oggi definiamo minima di Enke ed è "un minimo di intensità largo e sfumato posto al centro dell'anello A"

Quella che oggi chiamiamo divisione di Encke è quella che in passato veniva chiamata divisione di Keeler. Essa si trova in prossimità del bordo esterno dell'anello A "e sottende alle anse una dimensione apparente di 0,05"; era ed è eccezionalmente osservabile con buoni diametri sotto cieli perfetti, oltre che (ma non risolta) in molte immagini elettroniche amatoriali".(quanto diametro occorra ancora non si è capito, ma si parla comunque di cieli perfetti).

Corretto?

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Ultima modifica di stevedet il giovedì 30 giugno 2016, 8:29, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: giovedì 30 giugno 2016, 8:18 
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cambierei il titolo al topic "questo topic è un male inguaribile.." :mrgreen:

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MessaggioInviato: giovedì 30 giugno 2016, 8:23 
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MessaggioInviato: giovedì 30 giugno 2016, 8:33 
Buongiorno!
Ho passato tutta la notte a cercare la Divisione di Encke. Mi si è annebbiata la vista... ho trovato solo questo :lol: :
Allegato:
00_07_341.jpg
00_07_341.jpg [ 11.6 KiB | Osservato 1425 volte ]


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MessaggioInviato: giovedì 30 giugno 2016, 8:42 
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stevedet ha scritto:
Corretto?

Non del tutto e - mi spiace dirlo perché ne faccio parte - anche la Sezione Pianeti UAI non è molto chiara in quel passo.

Il minimo di Encke è stato chiamato per decenni "divisione di Encke" dagli osservatori visuali, dilettanti compresi, sia perché effettivamente scoperto dall'astronomo tedesco sia perché al telescopio appare come una linea scura un po' sfumata sull'anello A, dunque una "divisione". Se si leggono i vecchi libri di astronomia pratica lo si trova proprio con quel nome oppure, soprattutto in Inghilterra, con il nome di "pencil line". Ma già Dollfus negli anni '50 aveva dimostrato che questa divisione consiste in realtà di una successione di minimi d'intensità e non è una vera e propria divisione.

Quando i Voyager arrivarono a Saturno "riscoprirono" la divisione già segnalata da Dawes e disegnata da Keeler col 36 pollici del Lick. A questa venne assegnato il nome di divisione di Encke (mai osservata da Encke) e a quel sottilissimo gap proprio quasi al bordo il nome di "divisione di Keeler" (mai osservata da Keeler e del tutto inosservabile da Terra).

Quando tra la fine degli anni '90 e l'inizio del secolo presente la fotografia digitale ha permesso anche a noi dilettanti di riprendere senza ambiguità la divisione di Encke abbiamo dovuto adeguare il nostro linguaggio e usare la denominazione divisione di Encke per il gap scuro così battezzato dalla IAU, e il "minimo" di Encke ha cessato anche per noi di essere una divisione.

Spero di avere chiarito.



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