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MessaggioInviato: mercoledì 29 giugno 2016, 8:02 
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Iscritto il: lunedì 13 febbraio 2006, 9:53
Messaggi: 14851
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Non credo sia un esperimento significativo perche', anche se tu riuscissi ad ottenere la stessa dimensione angolare del pianeta, non otterresti mai gli effetti di diffrazione tipici di un telescopio di una certa apertura, che entro certi limiti facilitano l'osservazione di dettagli a piu' basso ingrandimento dal momento che li spalmano su un'area maggiore.

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MessaggioInviato: mercoledì 29 giugno 2016, 8:23 
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Iscritto il: venerdì 26 settembre 2008, 9:11
Messaggi: 1405
Località: Veneto
@Renato: l'esperimento proposto indica solo l'ingrandimento necessario (*)per percepire la Encke, supposto che la Encke sia presente nell'immagine creata dal telescopio: ma il problema delle ultime 1000 pagine è proprio questo! Stando alla teoria della diffrazione l'immagine della Encke non è presente nel piano focale di un telescopio da 150mm

@Andrea: non sono d'accordo sul tuo ultimo discorso. Se c'è una osservazione che cozza con la teoria della diffrazione (non so se rendo!!) non mi pare che ci sia nulla di grave di rilevarlo. A meno che qualcuno non si senta in grado di scriverne una nuova con una relativa nuova teoria del potere risolutivo di un telescopio.

(*) ad es nel mio caso equivale a circa 300x (ingrandimento minimo necessario a percepire la Encke guardando l'immagine fatta dall'HST)

Cita:
la teoria attraverso la quale si cerca di interpretare l'osservazione della lacuna di Encke è ampiamente testata e verificata nel suo campo di applicazione, quindi se una singola osservazione (fosse anche di Dawes o di Hubble) sembra in contraddizione con la teoria la prima cosa sensata da fare, la più economica, non è pensare di modificare la teoria o di ammettere eccezioni una tantum, ma è cercare di capire come sia interpretabile una data osservazione alla luce della teoria.

assolutamente d'accordo!

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MessaggioInviato: mercoledì 29 giugno 2016, 8:38 
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Iscritto il: martedì 27 agosto 2013, 17:56
Messaggi: 931
Località: Mediolanum
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
xenomorfo ha scritto:
Ho preso l'immagine di Saturno con inquadratura dal polo.

Come ho già scritto sopra la visibilità delle divisioni è fortemente influenzata dall'angolo di fase, cioè dall'angolo Sole-Saturno-Terra, non si può non tenerne conto.

Un esempio che dimostra come non bisogna trarre conclusioni su questo argomento basandosi solo sull'apertura del telescopio è il seguente: nel 1952 Gerard Kuiper puntò Saturno col 5 metri di Monte Palomar a 1170x e dichiarò che in base alle sue osservazioni l'unica divisione negli anelli era quella di Cassini e non ne esistevano altre. Kuiper era considerato all'epoca il massimo esperto di planetologia e così la sua opinione fece testo finché i Voyager non riscoprirono proprio la divisione di Encke e ne aggiunsero altre ancora non visibili da Terra. Sulla base della simulazione che hai fatto (e dell'altra, non ricordo di chi) Kuiper avrebbe dovuto vedere la Encke senza difficoltà avendo goduto di un buon seeing (ricordo che il tele del Palomar tolta l'ostruzione ha un'apertura che è più di due volte e mezzo quella del rifrattore del Lick con cui Keeler fece quel bellissimo disegno in cui la Encke si vede senza ombra di dubbio, e più del quadruplo del 60 cm del Pic con cui Lyot fece il disegno che ho postato qualche pagina fa, in cui pure, senza dubbio, è presente la Encke) invece non vide nulla, e la spiegazione che venne avanzata a posteriori, e che si trovò in buon accordo con le osservazioni, è proprio quella che dicevo. Leggi cosa scrive Dollfus nell'articolo che ho linkato più sopra, altrimenti visto che hai accesso alla biblioteca dell'università puoi cercare (mi pare di averli visti su Icarus) i profili fotometrici degli anelli ricavati con l'Hubble, sempre meglio che usare le immagini della Cassini che hanno poca attinenza con ciò che si vede dalla Terra. Può darsi che le tue conclusioni non cambino ma almeno puoi affinare il modello.

Detto questo nessuno può sapere con certezza cosa vide Dawes - la vera divisione, effetti del seeing, diffrazione - però il suo disegno e la sua descrizione (che non è costituita solo da "impressioni", come si capisce benissimo dal testo originale se uno sa l'inglese) corrispondono così bene alla divisione che per ora preferisco credere a lui che a qualunque simulazione, pur con tutto il rispetto che, da fisico, ho per la fisica. Del resto sono in buona compagnia


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MessaggioInviato: mercoledì 29 giugno 2016, 8:57 
indipendentemente dalle valutazioni dirette sulla visibilità o sulla diffrazione in ogni caso questo esperimento è stato per me molto sorprendente e inviterei a farlo. La cosa che più mi ha sorpreso, tanto da lasciarmi a bocca aperta non è stata la invisibilità della Encke sulla quale non avevo dubbi, ma il fenomeno di percezione visiva che mi ha dato l'anello A nel suo complesso. L'immagine infatti mostra con grande luminosità e chiarezza i finissimi dettagli che compongono l'anello e che restano ben visibili fino ad una distanza di 1,5mt. A 3mt. di distanza tutto l'anello A perde la visibilità dei dettagli e la luminosità rispetto all'anello B e assume l'aspetto del Minimo di Encke. Vedere questa trasformazione è sconcertante.
E allora si pone la domanda. Se tutto l'anello A nella sua luminosità e ampiezza cambia aspetto rispetto al più luminoso anello B, cosa ne può essere della immensamente più evanescente Divisione di Encke? La risposta me la sono data osservando l'immagine da 16mt. di distanza.
Il Minimo di Encke (quindi pressoché tutto l'anello A) in telescopi di piccola apertura incapaci di risolverlo e con le ondulazioni del seeing che fanno "saltare" i bordi e la stessa Cassini, appare sotto certe angolazioni come una striscia scura saltellante che può facilmente trarre in inganno. Chiunque osservi Saturno all'attuale declinazione sa quanto questo "saltellare" dell'imagine stanchi l'occhio e renda difficile e ambigua l'osservazione degli anelli anche solo dopo pochi secondi. Ecco perché alcuni "vedono" la "Encke".


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MessaggioInviato: mercoledì 29 giugno 2016, 9:02 
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Angelo Cutolo ha scritto:
Comunque a parte tutto, io nella simulazione di xeno, la encke la vedo nell'immagine superiore, ma anche in quella inferiore con un po piu di difficoltà ovviamente, ma in maniera decisamente chiara.


L'immagine superiore è quella originale. Quella inferiore quella vista da una apertura di 300 mm perfetta e senza seeing.


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MessaggioInviato: mercoledì 29 giugno 2016, 9:05 
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Esattamente ciò che intendevo, una simulazione fatta sul profilo fotometrico ha un senso, come pure quella fatta su immagini di diffrazione di sorgenti puntiformi benchè simulate, proprio perché queste ultime si possono rendere alla perfezione. Su un oggetto esteso no. Non c'è alcuno scetticismo.

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MessaggioInviato: mercoledì 29 giugno 2016, 9:08 
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Iscritto il: lunedì 19 gennaio 2009, 21:32
Messaggi: 2882
Località: LV426/Acheron
dedo ha scritto:
Credo che il 150 non ci sia in quelle due immagini Angelo. Anche io la vedo chiaramente nella seconda ma penso sia il 300.

Mauro, mica ho detto che non ti credo o che le analisi siano sbagliate. Faccio delle domande poichè ne capisco meno di te e mi piacerebbe se rispondessi nel merito.

Io mi sono fatto la convinzione che la Encke, potenzialmente visibile con uno strumento con risoluzione 1.2" (cioè un 100 mm) se fosse al centro di un'area uniformemente chiara, non è visibile in apertura ben maggiori perchè "assorbita" o nascosta dalla diffrazione del bordo dell'anello che sta 0.5" a destra.
Il profilo di intensità della figura di diffrazione, ipotizzando condizioni ideali (anello perfettamente bianco e cielo ed Encke perfettamente neri) decade in maniera regolare, senza minimi, per un telescopio di 150 mm di diametro. Quindi qualsiasi sia l'acutezza visiva dell0'osservatore ilk minimo dovuto alla Encke non è osservabile perchè non c'è.

La simulazione di andreaconsole corrisponde alla mia e la simulazione in Aberrato pure.

Con 300 mm in condizioni ideali si dovrebbe vedere, ma questo vuol dire avere seeing da 0.5" che non si trova comunemente. Più ragionevole pensare che si possa vedere con ingrandimento opportuno in aperture maggiori e da siti graziati dal seeing.

Raf584 ha scritto:
xenomorfo ha scritto:
Ho preso l'immagine di Saturno con inquadratura dal polo.

Come ho già scritto sopra la visibilità delle divisioni è fortemente influenzata dall'angolo di fase, cioè dall'angolo Sole-Saturno-Terra, non si può non tenerne conto.

Un esempio che dimostra come non bisogna trarre conclusioni su questo argomento basandosi solo sull'apertura del telescopio è il seguente: nel 1952 Gerard Kuiper puntò Saturno col 5 metri di Monte Palomar a 1170x e dichiarò che in base alle sue osservazioni l'unica divisione negli anelli era quella di Cassini e non ne esistevano altre. Kuiper era considerato all'epoca il massimo esperto di planetologia e così la sua opinione fece testo finché i Voyager non riscoprirono proprio la divisione di Encke e ne aggiunsero altre ancora non visibili da Terra. Sulla base della simulazione che hai fatto (e dell'altra, non ricordo di chi) Kuiper avrebbe dovuto vedere la Encke senza difficoltà avendo goduto di un buon seeing (ricordo che il tele del Palomar tolta l'ostruzione ha un'apertura che è più di due volte e mezzo quella del rifrattore del Lick con cui Keeler fece quel bellissimo disegno in cui la Encke si vede senza ombra di dubbio, e più del quadruplo del 60 cm del Pic con cui Lyot fece il disegno che ho postato qualche pagina fa, in cui pure, senza dubbio, è presente la Encke) invece non vide nulla, e la spiegazione che venne avanzata a posteriori, e che si trovò in buon accordo con le osservazioni, è proprio quella che dicevo. Leggi cosa scrive Dollfus nell'articolo che ho linkato più sopra, altrimenti visto che hai accesso alla biblioteca dell'università puoi cercare (mi pare di averli visti su Icarus) i profili fotometrici degli anelli ricavati con l'Hubble, sempre meglio che usare le immagini della Cassini che hanno poca attinenza con ciò che si vede dalla Terra. Può darsi che le tue conclusioni non cambino ma almeno puoi affinare il modello.


Occhio. Non confondiamo condizioni necessarie con condizioni sufficienti. Nella simulazione di Aberrator un 300 mm con vista dal polo e con il contrasto di quella immagine e seeing perfetto riesce a evidenziare la Encke (meno no). Quindi queste sono grossomodo le condizioni necessarie. Stessa conclusione per la simulazione della diffrazione di bande con contrasto infinito.

Questo non significa che 300 mm vedano sempre la Encke. Se il contrasto diminuisce per un qualche motivo (per esempio per l'angolo di fase, ma a me risulta anche che il 5 m del Palomar non abbia la PSF corrispondente alla sua apertura ma diverse volte più larga) allora le condizioni necessarie possono benissimo essere non sufficienti. Prendendo 1170x come ingrandimento utile del Palomar (dovrebbe essere 10000 in assenza di seeing) possiamo circa valutare che la figura di diffrazione fosse dell'ordine 0.2" (compatibile con un seeing eccezionale di circa 0.3"). Con questa risoluzione comunque la divisione dovrebbe essere visibile, ma appunto sempre che il contrasto dell'immagine sia sufficientemente alto (e l'angolo di fase potrebbe essere uno dei fattori che lo ha abbassato)

Se prendo il profilo fotometrico reale degli anelli e ne faccio la convocazione con la PSF di un qualsiasi telescopio il contrasto risultante sarà minore di quello del caso ideale con anelli e bordi secchi e contrasto infinito che ho già calcolato.
Quindi eventualmente con il profilo fotometrico reale la visibilità peggiora.

Raf584 ha scritto:
Detto questo nessuno può sapere con certezza cosa vide Dawes - la vera divisione, effetti del seeing, diffrazione - però il suo disegno e la sua descrizione (che non è costituita solo da "impressioni", come si capisce benissimo dal testo originale se uno sa l'inglese) corrispondono così bene alla divisione che per ora preferisco credere a lui che a qualunque simulazione, pur con tutto il rispetto che, da fisico, ho per la fisica. Del resto sono in buona compagnia

Primo non ho capito che apertura stesse usando Dawes e secondo si può vedere questo disegno? Non è possibile che la divisione fosse più larga all'epoca?

dedo ha scritto:
Esattamente ciò che intendevo, una simulazione fatta sul profilo fotometrico ha un senso, come pure quella fatta su immagini di diffrazione di sorgenti puntiformi benchè simulate, proprio perché queste ultime si possono rendere alla perfezione. Su un oggetto esteso no. Non c'è alcuno scetticismo.

In base a che cosa no?. L'immagine si calcola facendo la "convoluzione" della sorgente con la PSF dello spettro. Se la sorgente è un punto l'immahgine è la figura di diffrazione del telescopio. Se la sorgente è estesa altro non è che fatta di tanti punti adiacenti. Nel calcoli l0immagine uno per uno emetti tutto insieme (questa è la convoluzione)... Oddio adesso non metterai mica in dubbio anche questo!


Ultima modifica di Angelo Cutolo il mercoledì 29 giugno 2016, 10:15, modificato 2 volte in totale.
Uniti post consecutivi.


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No macchè, non metto in dubbio nulla, chiedo perchè non ne capisco. Solo la logica mi dice che se prendi unn8ggetto esteso e lo metti in aberrator quell'oggetto già soffre degli effetti della diffrazione dello strumento con cui è ripreso mente una simulazione di una stella no per cui i due risultati avrebbero potuto non essere paragonabili. Se mi dici che così non è ti credo senz'altro. Riguardo invece all'angolo di fase, anche rispetto al sole, come evidenziato dallo schema di Raf cosa mi dici? Pure di quello una simulazione in aberrator non mi sembra possibile. Edit: scusa, letto ora la parte mancante sulla fase.

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dedo ha scritto:
Credo che il 150 non ci sia in quelle due immagini Angelo. Anche io la vedo chiaramente nella seconda ma penso sia il 300.

Mauro, mica ho detto che non ti credo o che le analisi siano sbagliate. Faccio delle domande poichè ne capisco meno di te e mi piacerebbe se rispondessi nel merito.

xenomorfo ha scritto:
Angelo Cutolo ha scritto:
Comunque a parte tutto, io nella simulazione di xeno, la encke la vedo nell'immagine superiore, ma anche in quella inferiore con un po piu di difficoltà ovviamente, ma in maniera decisamente chiara.

L'immagine superiore è quella originale. Quella inferiore quella vista da una apertura di 300 mm perfetta e senza seeing.

Ok, pensavo che quella superiore fosse la simulazione col 300 e quella inferiore fosse col 150. :oops:

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dedo ha scritto:
No macchè, non metto in dubbio nulla, chiedo perchè non ne capisco. Solo la logica mi dice che se prendi unn8ggetto esteso e lo metti in aberrator quell'oggetto già soffre degli effetti della diffrazione dello strumento con cui è ripreso mente una simulazione di una stella no per cui i due risultati avrebbero potuto non essere paragonabili. ...

L'immagine che ha usato xeno e' quella ripresa dalla sonda Cassini, quindi cosi' da vicino e con un diametro tale che i limiti fisici dell'ottica non modificano il soggetto ripreso, almeno non in maniera sensibile rispetto ad un'altra qualunque possibilita' di ripresa dalla Terra. Puoi sincerartene verificando che la linea e' netta e della dimensione prevista.

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