suvvia anche Plutone è stato scoperto per caso cercando in un punto preciso qualcosa che si sarebbe dovuta trovare lì e la cui esistenza era stata prevista teoricamente sulla base di dati osservativi (stime della massa di Urano e Nettuno) che poi si sono rivelati sbagliati.
non mi voglio addentrare nè nella discussione storica sull'osservazione di Dawes (che in effetti parla di impressioni che furono poi confermate da un'osservazione fatta con uno strumento decisamente più "prestazionale") nè in una discussione epistemologica sulla natura delle teorie scientifiche, però vorrei provare a dire due cose.
1) in certe discussioni, ciascuno con la corretta dose di umiltà (proporzionale alle proprie competenze), non ha senso appellarsi al principio di autorità. L'osservazione di Dawes non è valida perchè l'ha fatta un grande astronomo. E' valida perchè è stata confermata indipendentemente da altri astronomi. Una volta ottenuta la conferma, per la storia della scienza è irrilevante se l'osservazione iniziale sia stata vera o no, se fosse inerente al minimo di Encke o alla divisione di Encke.
se persone con competenze adeguate la mettono in discussione la cosa in sè va benissimo (non toglie nulla a Dawes), non può e non deve scandalizzare.
Io quelle competenze non le ho, ma altri probabilmente si, la discussione è stata interessante e in molti hanno cambiato opinione in un senso e nell'altro, talvolta anche tornando alla propria posizione iniziale.
nel mio piccolo sono partito da un "impossibile" sono passato ad un "difficile ma possibile" per approdare ad un "avrà visto il minimo di Encke".
la mia opinione vale come un soldo bucato perchè la mia preparazione in materia è praticamente nulla, mi limito a seguire dei ragionamenti e a valutare quelli che mi sembrano più robusti, l'ho riportata solo per mostrare un percorso che mi sembra sovrapponibile a quelli di altri.
2) le teorie scientifiche sono una cosa complessa, ma in misura maggiore o minore, hanno tutte un fondamento nel dato osservativo. forse è un po' fuorviante la contrapposizione fra "osservazione " e "teoria" che ogni tanto facciamo noi adottando il significato vernacolare del termine "osservazione".
la maggior parte delle nostre osservazioni non sono osservazioni, perchè non sono sottoposte a nessun criterio di validazione... sono resoconti di impressioni fatti a posteriori, a volte a distanza di molto tempo dall'atto osservativo.
personalmente non do nessuna importanza ai miei ricordi osservativi, perchè so che sono labili, si deformano, si trasformano.
un'osservazione (e qualcuno che ne fa c'è) in senso non vernacolare dovrebbe sforzarsi di riportare dei dati in tempo reale reinterpretabili e condivisibili.
ma questa è una piccola divagazione...
il succo è che le teorie, che sono descrizioni approssimate della realtà, sono valide in ragione anche del loro valore predittivo, che, all'interno di certi limiti ben definiti, è ampiamente verificato.
la teoria attraverso la quale si cerca di interpretare l'osservazione della lacuna di Encke è ampiamente testata e verificata nel suo campo di applicazione, quindi se una singola osservazione (fosse anche di Dawes o di Hubble) sembra in contraddizione con la teoria la prima cosa sensata da fare, la più economica, non è pensare di modificare la teoria o di ammettere eccezioni una tantum, ma è cercare di capire come sia interpretabile una data osservazione alla luce della teoria.
Solo se non si trovano interpretazioni sensate compatibili con la teoria e non una (peraltro riportata verbalmente quasi duecento anni orsono), ma più osservazioni documentate è il caso di mettere in discussione la teoria.
non è che si metta la teoria davanti ai fatti, è che quella teoria è in ottimo accordo con un'enorme quantità di dati d'osservazione ed è in grado di fare ottime previsioni.
riguardo a specchi vs lenti. sono convinto che gli strumenti a lente siano in linea di massima più facili da far rendere nel migliore dei modi (e quindi che nel gioco delle variabili entrino eccome i problemi di meccanica collimazione lavorazione etc - tanto che non ho nessuna difficoltà ad immaginare che il mio boiler sicuramente non perfettamente collimato renda meno di un rifrattore eccelso di diametro inferiore), ma anche qui mi sembra che l'uso della locuzione "in teoria" sia un po' frainteso.
la teoria che predice che lo strumento di diametro 2X vede (in condizioni ottimali) più di quello di diametro X/2 è la stessa, per esempio, che è perfettamente in grado di predire che 2X scollimato di un tot, non in temperatura e magari con lo specchio da alluminare alla fine renderà peggio di X/2.
PS come tutti sanno nella diatriba dobson VS rifrattori io ODIO i dobson
