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Autore Messaggio
MessaggioInviato: martedì 21 giugno 2016, 20:09 
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Iscritto il: martedì 27 agosto 2013, 17:56
Messaggi: 931
Località: Mediolanum
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Penso che si potrebbe discutere per anni su quello che Dawes vide o non vide senza arrivare a una conclusione certa. Le sue osservazioni sono state però studiate da generazioni di storici della scienza e osservatori professionisti - con alcuni dei quali ho potuto discutere direttamente di questo e altri problemi similari - e non mi risulta che qualcuno abbia mai messo in discussione che quella disegnata da Dawes fosse veramente la Encke. Naturalmente non ne avremo mai la certezza assoluta e quindi ciascuno è padrone di tenersi i suoi dubbi.

Purtroppo il fatto che la maggior parte degli osservatori non riesca a vedere la Encke con telescopi più grandi di quello di Dawes non prova assolutamente nulla, la visibilità di queste divisioni dipende da molti fattori, oltre all'acuità visiva e al diametro del telescopio ci sono le condizioni di osservabilità, soprattutto l'angolo di fase che influenza il contrasto tra le divisioni e gli anelli, e l'esperienza di chi osserva, ed è difficile che tutte le condizioni favorevoli si verifichino contemporaneamente. Mi spiace per Dob ma dovrà tenersi le sue perplessità perché di questa faccenda non se ne può fare soltanto una questione di potere risolutivo. Per quanto riguarda la visibilità di linee scure su uno sfondo chiaro il limite di Dawes non ha infatti più significato, come ha già dimostrato Angelo, si possono anzi riportare anche queste due esperienze citate da Sidgwick
Allegato:
Sdgwick.jpg
Sdgwick.jpg [ 18.29 KiB | Osservato 1533 volte ]

che sono molto significative.

Comunque cercando ho trovato solo osservazioni compiute con strumenti maggiori di 20 cm, ad esempio questa di Roland Christen
Cita:
“Last year at the Winter Star Party in Florida I finally did see the real Encke division with my 10" Mak-Cass. It was visible as a hair thin line at the anses, very close to the edge. Several of us saw it for a period of about 10-minutes when the seeing was totally steady (as it gets sometimes in the Keys). We needed 850x to see it. This occurred on one night only, for the rest of the week there was no sight of this elusive feature"


e diverse immagini di Damian Peach con il C9.25 e il C11 dove la Encke si vede chiaramente.

A chi volesse approfondire l'argomento consiglio la lettura di questo articolo e di questo libro citato da Kappotto.

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Raf


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MessaggioInviato: martedì 21 giugno 2016, 22:00 
mario de caro ha scritto:
Mi pare doveroso chiarire un aspetto dell'osservazione:sull'anello A non vedo una zona nera tipo la Cassini per intenderci,ma una disomogeneità nell albedo dell anello simile alla visione di un binario ferroviario visto all orizzonte ,in pratica due micro linee più chiare dello stesso anello che sembrano separate tra loro da uno spazio nero appena percepibile.

dedo ha scritto:
È grossomodo la stessa visione che ne ho avuto io e che mi pare perfettamente coerente con un artefatto di diffrazione della divisione stessa.

Oh, finalmente cominciamo a capirci! Come ho detto quelle righe nere le vedo anch'io (credo che le vediamo tutti), ma io non ho mai dato molta importanza a quelle righe: troppe, troppo nere e troppo sottili e troppo staccate dal bordo per essere la Encke. Non ho mai creduto nemmeno che fossero anelli di diffrazione delle Encke: essendo la Encke così sfuggente non può avere anelli di diffrazione così netti e visibili. Il loro apparire e sparire in frazioni di secondo con le ondulazioni del seeing mi hanno sempre costretto a lunghe e prolungate osservazioni, tanto da richiedere sempre un breve riposo dell'occhio per evitare di prendere lucciole per lanterne. Ho invece sempre ritenuto che fossero da attribuire ad anelli diffrazione della Cassini resi "ballerini" dalle ondulazioni del seeing. Di sicuro quelle righe non sono la Encke.

Ne aprofitto anche se OT per postare lo Star-Test del mio C11 richiesto da Cristiano C. Star- Test su Vega a 789x (oculare 8mm+barlow 2,25x). Sono evidenti i disturbi del seeing e la polvere sul sensore, ma per il resto credo che ci sia poco da dire.
Allegato:
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STAR TEST C11.jpg [ 160.32 KiB | Osservato 1515 volte ]


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MessaggioInviato: martedì 21 giugno 2016, 22:27 
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Iscritto il: lunedì 6 luglio 2009, 19:38
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per come la vedo io è la stessa immagine e sei leggermente scollimato

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e ho visto i raggi b balenare nel buio


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MessaggioInviato: martedì 21 giugno 2016, 22:32 
Il bello degli Hd è che se collimati a dovere allo star test l'immagine intrafocale e extrafocale è praticamente identica. Io scollimazione non ne vedo proprio, sono venuto incontro alla tua richiesta, ma mi pare che ti diverta a fare polemica gratuita.


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MessaggioInviato: martedì 21 giugno 2016, 23:06 
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Iscritto il: lunedì 13 febbraio 2006, 9:53
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Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Occhio Renato, Cristiano c'ha visto giusto: sono esattamente la stessa immagine, solo che quella a destra e' leggermente allargata. Basta fare la differenza fra le due per rendersene conto: si cancellano completamente. Probabilmente ti sei confuso quando hai montato l'immagine

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MessaggioInviato: martedì 21 giugno 2016, 23:19 
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Iscritto il: lunedì 6 luglio 2009, 19:38
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Località: via stella Anzio
prova a collimare
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startest renato 1.jpg
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magari la vedi anche tu

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MessaggioInviato: martedì 21 giugno 2016, 23:29 
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Iscritto il: giovedì 14 gennaio 2016, 0:08
Messaggi: 81
mario de caro ha scritto:
Per quanto riguarda gli oggetti a bassa luminosità percepibili,mi pare chiaro che il De Mottoni indichi un range di minima e massima luminosita entro il quale l'occhio esprime il suo massimo potenziale. ...tipo la curva di coppia ottimale di un motore .
In ogni caso ci tengo a precisare che non era mia intenzione sollevare un simile "polverone" e se lo avessi saputo ,avrei evitato caldamente la questione "divisione di Enke" .
La cosa che più di ogni altra mi fa riflettere e' la assoluta certezza da parte dell ex proprietario (astrofilo ben più esperto di me)
di aver visto il medesimo dettaglio più volte e di avermelo confermato alcune settimane dopo l'acquisto in risposta ad una mia domanda.
Mi pare doveroso chiarire un aspetto dell'osservazione:sull'anello A non vedo una zona nera tipo la Cassini per intenderci,ma una disomogeneità nell albedo dell anello simile alla visione di un binario ferroviario visto all orizzonte ,in pratica due micro linee più chiare dello stesso anello che sembrano separate tra loro da uno spazio nero appena percepibile.
La posizione è a ridosso del bordo esterno di una quantità pari alla dimensione della divisione stessa comprensiva dei "due binari".
:wave:

Mario


A questo punto sarebbe utile e chiarificatore un disegno...

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Rifrattore 152/760, mak 102/1400, acro 80/600, bino 10x50 usm, Spotting Scope 20-60x60
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MessaggioInviato: mercoledì 22 giugno 2016, 0:25 
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Iscritto il: giovedì 10 novembre 2011, 9:25
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Località: viterbo
Tipo di Astrofilo: Visualista
Facciamo così, invito Cristiano C. a casa mia per dirimere ogni questione....a questo punto sono curioso anch'io :D
Faremo lo star test....e ...il resto lo vedremo agli oculari! Finalmente! Mi dispiace che non possa essere presente Renato C ...sarebbe stato il benvenuto. :D
:wave:

Mario

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MessaggioInviato: mercoledì 22 giugno 2016, 5:47 
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Iscritto il: martedì 3 gennaio 2012, 5:56
Messaggi: 721
Località: Roma
Tipo di Astrofilo: Visualista
Renato C ha scritto:
[Come ho detto quelle righe nere le vedo anch'io (credo che le vediamo tutti), ma io non ho mai dato molta importanza a quelle righe: troppe, troppo nere e troppo sottili e troppo staccate dal bordo per essere la Encke. Non ho mai creduto nemmeno che fossero anelli di diffrazione delle Encke: essendo la Encke così sfuggente non può avere anelli di diffrazione così netti e visibili. Il loro apparire e sparire in frazioni di secondo con le ondulazioni del seeing mi hanno sempre costretto a lunghe e prolungate osservazioni, tanto da richiedere sempre un breve riposo dell'occhio per evitare di prendere lucciole per lanterne. Ho invece sempre ritenuto che fossero da attribuire ad anelli diffrazione della Cassini resi "ballerini" dalle ondulazioni del seeing. Di sicuro quelle righe non sono la Encke.]


Non si è mai parlato di "righe" nere ma di "riga" nera. Il fenomeno delle apparenti multiple divisioni dell'anello A è altra cosa, lo abbiamo osservato, e non è questo il caso.
Tale riga nera è posta esattamente dove ci si aspetterebbe di trovare la Encke ed in più eventuali fenomeni diffrattivi della Cassini non potrebbero produrre una singola riga a tale distanza dalla Cassini stessa.

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Strehl number for my Tec is engraved on the internal rim of the first diffraction ring

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Lunt sl35hsa
ES 18mm 82°, Baader GO 5mm, Ortho UO 4mm, Ethos SX 4,7mm 110°, Swarovski zoom 7.7-23.1mm, Vixen LVW 3,5, Meade #140 barlow lens


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MessaggioInviato: mercoledì 22 giugno 2016, 8:30 
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Iscritto il: lunedì 19 gennaio 2009, 21:32
Messaggi: 2882
Località: LV426/Acheron
Ieri sera rho rimontato il dobbone. Guarducchiato qua e là. Collimato con la massima cura. Il seeing non era male, lento (sulla doppia doppia, bene separata, si poteva seguire il movimento delle speckles).
Come spesso accade quando il seeing non è perfetto ed è lento, l'immagine a fuoco mostrava continuemente delle false immagini attorno. Sfuocando in extra un po' si poteva vedere l'atmosfera in movimento.

L'ingrandimento usabile era 330x al quale erano comunque visibili le false immagini ballare attorno alla principale (a ingrandimenti più bassi non si vedevano).

Saturno mostrava i colori pastello sul globo dal gallino al verdognolo sulle calotte polari e diverse striature e qualche "rugosità". Era visibile Enceladus (penso sarebbe stato visibile anche Mimas da un cielo buio). Era visibile l'anello C.
La Cassini era "risolta" (ovvero ne vedevo la larghezza) lungo tutto il giro.
Ho guardato l'anello A, sapendo che verso 1/5 della distanza ci dovrebbe essere la Encke. Per trovare la posizione mi sono aiutato anche con lo spessore della Cassini (la Encke dal bordo dovrebbe essere distante quanto la dimensione della Cassini).
L'"impressione" era che l'anello A non avesse intensità uniforme, più che altro fosse meno intenso verso il centro o forse un po' verso fuori ma non a 1/5 dal bordo esterno. Tuttavia ho avuto 2L'i pressione" che il contrasto con il fondo cielo avrebbe potuto causare questa impressione.
Se il seeing fosse stato migliore penso che avrei potuto esaminare meglio (e magari a più ingrandimenti) l'anello A, La mia "impressione" è che sarebbe stato necessario salire ad almeno 500x per poter apprezzare bene i diversi punti dell'anello A.

Però, causa seeing, attorno alla immagine principale ballavano continuamente echi della stessa che, guarda caso, producevano bordi chiari e scuri un po dentro e un po fuori (che altro non erano che il bordo dell'anello A focalizzato da un'altra cella turbolenta).
In questa condizione era un po' difficile stabilire se c'era qualche cosa che non fosse l'eco del bordo esterno dell'anello A.

Penso che sia necessario un seeing stabile e ingrandimenti elevatissimi (almeno 500x per un occhio con sensibilità al contrasto nella norma).


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