1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: IR Pass, certo... ma quale?
MessaggioInviato: lunedì 17 aprile 2006, 22:51 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 19:37
Messaggi: 11761
Località: Bergamo
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Ma è possibile che ogni volta che mi viene in mente di comprare qualcosa trovo sempre una pletora di proposte?
C'è qualcuno che ha esperienza di filtri IR Pass?
E meglio questo

http://www.miotti.it/index.php/item/dep ... 13372.html

o questo?

http://www.miotti.it/index.php/item/dep ... 17515.html

Mi piacerebbe usarlo per i pianeti, certo, ma anche per la luminanza di altri oggetti. Considerando che dalla città ho sempre un pessimo seeing ma anche che non so quanta luce ir tagli quello Astronomik (e non vorrei mi alzasse i tempi di esposizione sugli oggetti).


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MessaggioInviato: martedì 18 aprile 2006, 6:49 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:35
Messaggi: 16947
Località: Dove mi portano le stelle
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Sono due filtri diversi con una banda passante diversa.
Sicuramente tagliano buona parte delle luce visibile (il secondo un po' meno) e dovrai allungare decisamente le pose.
Dovrebbero però far vedere anche i grafici delle frequenze passanti (non li ho visti sul sito) per illustrare come funzionano e non solo a parole.

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MessaggioInviato: martedì 18 aprile 2006, 12:34 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 19:37
Messaggi: 11761
Località: Bergamo
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Renzo_Del_Rosso ha scritto:
Sicuramente tagliano buona parte delle luce visibile (il secondo un po' meno)


Ah! Pensa che avrei detto il contrario...


Adesso provo a cercare se sui siti dei costruttori trovo il grafico ma secondo me la cosa migliore sarebbe l'esperienza diretta o un buon ottico che sa anche come rispondono i ccd a queste frequenze.
Il filtro di Astronomik mi sembra selettivo a banda stretta mentre quello Baader mi sembra un "banda larga".


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MessaggioInviato: martedì 18 aprile 2006, 12:41 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 19:37
Messaggi: 11761
Località: Bergamo
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Come non detto, i filtri Astronomik non sono a banda stretta. A questo punto l'unica incognita è se optare per quello che taglia più in basso o quello che taglia più in alto.

http://www.astronomik.com/english/eng_ProPlanet742.html

http://www.astronomik.com/english/eng_ProPlanet807.html

http://www.unitronitalia.it/filtri%20ne ... htm#irpass

Grazie Renzo per il suggerimento di cercarmi i grafici.
:)


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MessaggioInviato: martedì 18 aprile 2006, 12:47 
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Iscritto il: lunedì 6 febbraio 2006, 11:53
Messaggi: 1148
Località: LESMO(MI)
Anche se nulla ha a che vedere con i filtri planetari .....io uso molto spesso un filtro Ha con banda passante da 6nm per le mie riprese deepsky.
A partire dalle condiderazioni fatte in merito alla riduzione degli effetti deleteri del seeing , dovrei constatare anche io dei benefici con un filtro che taglia cosi tanto la banda soggetta alla turbolenza?
Invece non e' cosi. Sia quando punto una stella e ne misuro il valore FWHM che quelle rare volte che ho puntato la luna per fotografarla con questo filtro
non sono riuscito ad apprezzare alcun miglioramento nel seeing .

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MessaggioInviato: martedì 18 aprile 2006, 13:23 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:35
Messaggi: 16947
Località: Dove mi portano le stelle
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
L'idea del congelamento del seeing con filtri a banda passante ristretta è, appunto, un'idea ma ha anche delle basi ottiche.
Consideriamo il seeing per quello che crea, cioè fenomeni di diffrazione causati dal passaggio della luce attraverso zone di diversa densità e, oltretutto, nelle quali la densità cambia continuamente in modo casuale.
Se osservo in piena luce visibile le'ventuale maggiore diffrazione su una frequenza avrà effetto, nel mio occhio, anche per le altre frequenza del visibile, comportando un effetto seeing di un certo livello.
Se invece riduco la banda passante i fenomeni di diffrazione continueranno a esistere in quanto randomizzati su tutta la gamma di frequenze ma avrò solo la componente della banda passante a esserne disturbata o non tutta la gamma delle frequenze ottiche. Perciò, nel tempo di integrazione del mio cervello (che opera intorno a 1/16 sec per aggiornare le immagini che percepisce l'occhio) avrò proporzionalmente minori disturbi istantanei in quanto la mia banda passante è appunto ridotta.
Diverso è il caso di acquisizione su lunghe pose. Qui abbiamo tempi di integrazione lunghi e perciò le diffrazioni colpiranno anche la banda passante stretta, dilatando le stelle. Rileggendomi credo di non essermi espresso semplicemente ma è difficile spiegare con parole semplici un concetto che non è semplice di suo, pur avendolo ben chiaro in testa.

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MessaggioInviato: martedì 18 aprile 2006, 13:38 
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Messaggi: 11761
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mmm
Però c'è qualcosa che non mi torna.
Nel senso che quello che dice Renzo è sicuramente vero però secondo me il seeing agisce in modo diverso sulle diverse frequenze luminose.
Non vorrei dire una grossa corbelleria ma il fatto che la sinusoide delle alte frequenze abbia un'inclinazione maggiore la rende più sensibile alle deviazioni derivanti dall'impatto con zone d'aria di diversa consistenza.
Per questo il seeing dovrebbe essere migliore sulle onde lunghe (infrarosso etc etc). Non è solo una questione di "finestra" d'osservazione ma soprattutto di frequenze osservate.

Cmq l'infrarosso lo prenderò anche per vedere cosa cambia nella ripresa delle nebulose. Secondo me se ci punto m42, qualcosa di "diverso" vien fuori...

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Newton TS 6" - RC 8 GSO - MN 180/1000 Skywatcher - Zen schmidt camera 250 F/3
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MessaggioInviato: martedì 18 aprile 2006, 13:46 
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Messaggi: 16947
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Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Ho generalizzato forse un po' troppo.
I fenomeni di scattering sono più evidenti sulle frequenze elevate, almeno nella finestra ottica, però gli effetti deleteri della turbolenza, sul lungo periodo, cioè su pose lunghe fotografiche, si verificano anche sulle basse frequenze.
Se, per esempio, abbiamo una diffrazione dovuta alla turbolenza sulla frequenza del blu pari all'80% (questo valore lo indico come esempio del numero dei fotoni che viene deviato al di fuori di un cerchio di 10 micron di diametro, è un esempio ripeto) avremo magari che sul verde la percentuale diventi il 65% e sul rosso si scenda anche al 40%.
Però su un numero elevato di fotoni come quello raccolto su pose lunghe questo effetto di sparpagliamento della luce si vedrà ugualmente, pur risultando migliore rispetto alla componente in luce integrale.

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MessaggioInviato: martedì 18 aprile 2006, 14:40 
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Località: LESMO(MI)
I due ragionamenti me li ero fatti entrambi , forse in modo meno canonico e ortodosso , e le mie aspettative proprio nell'uso di una finestra ottica cosi ristretta e cosi prossima all'infrarosso mi portava a ponosticare immagini stellari piu stabili .
E invece la misura ( ma anche la percezione) dell'instabilità non variava per niente ! e non sto parlando di pose lunghe ma della valutazione a 0.1 secondi nella finestra usata per il fuoco .
Stessa situazione per la luna , che posso fotografare solo se uso un filtro a banda stretta altrimenti mi si brucia tutta ( parlo di riprese effettuate con la ST8 o in precedenza con la st402).

Osservavo la stessa turbolenza che avevo precedentemente verificato con l'occhio all'oculare , e il passaggio occhio /camera l'ho fatto piu volte senza notare alcun vantaggio a favore dell'immagine filtrata a 6nm ( se non nel contrasto).

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MessaggioInviato: martedì 18 aprile 2006, 15:03 
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Tipo di Astrofilo: Fotografo
OK, urge una nuova sessione di test. Quando mi arriverà il filtro farò un po' di prove. Ma come le faccio? E con quale filtro?
Alla fine non ho ancora deciso...
Propenderei per l'astronomik da 730nm ma non vorrei prendere una "via di mezzo", cose alle quali sono abbastanza contrario...


Ultima modifica di Pilolli il martedì 18 aprile 2006, 16:48, modificato 1 volta in totale.

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