E' possibile, la tecnica ma come già anticipato dagli amici sopra è un sistema che può dare risultati fino ad un certo limite.
Quindi Gasparri parla di questa tecnica come possibile, ma è rivolta credo a neofiti o chi ha pochi mezzi, giustamente. Trascura il fatto che come detto funziona per oggetti luminosi.
In teoria l'equivalenza: tante riprese con posa corta = poche riprese con posa lunga, non è così equivalente. Ovvero, ripeto, per quello che ho capito io in tutti questi anni, per quello che ho imparato anche per esperienze personali, l'equazione di cui sopra vale appunto se l'oggetto emette tanti fotoni, ossia oggetto luminoso.
Infatti se lasci il sensore aperto (questo è tanto più vero per sensori non così sensibili o sofisticati come quelli CMOS delle fotocamere... in linea del tutto generale, rispetto a quelli CCD per astronomia) per un lungo periodo di tempo, di fatto
aumenti la probabilità che la *piccola* quantità di fotoni emessi da un oggetto debole, colpisca in maniera
statisticamente più certa il sensore, il quale non è detto che riesca a registrare tutti i fotoni. E quindi: se lasci aperto il sensore con tempo di posa lungo di fatto aumenti la possibilità che qualche fotone venga certamente registrato. Capisci benissimo che questo non succede se lasci il sensore aperto per un tempo più breve, e la possibilità che non venga registrato è maggiore.
Sembra strano ma questa probabilità *in generale* non è così biunivoca, ripeto. Ossia non è vero, al lato pratico che 30x300 secondi (2 ore e 1/2) equivalgono e abbiano la stessa efficienza di 300x30 secondi. Non è lineare.
Invece per oggetti che emettono
tanti fotoni -leggi oggetti luminosi- la cosa ed il problema non si pone o si pone di meno. Tanti fotoni hanno tanta più possibilità di colpire il sensore e quindi di venire anche rivelati e registrati dal sensore seppure questo viene esposto e rimane aperto per tempo breve.
Se devo dire, infine:
In generale, il libro di Gasparri non mi ha "incantato", se devo dire la verità. Avevo iniziato un po' al leggerlo ma poi ho abbandonato.
A parte molte prese di posizione, giudizi su risultati e immagini, espresse lungo il testo che mi hanno lasciato un po' perplesso (fuori dai denti: non mi trovava d'accordo sulla effettiva bellezza/bruttezza riuscita di certe immagini), non si riesce a capire se parli e scriva con vera competenza (provata in altri ambiti) o se sia un libro appunto rivolto a chi inizia, tralasciando certi particolari, cognizioni e fatti che secondo me andrebbero precisati comunque (e che Gasparri non fa) che dopo, come si vede e si dimostra anche qui, vengono fuori per forza, e stuzzicano la curiosità del lettore "attento" e del lettore che sviluppi un certo spirito di andare oltre al semplice nozionismo da "tutorial" (non so se mi spiego).
Questo è solo un mio pensiero personale, senza voler denigrare, biasimare o criticare l'autore, che d'altra parte ammiro molto in altri ambiti... quando ad esempio leggevo i suoi articoli su una rivista, in passato.