In effetti sono stato un po' criptico.
Dato che non sono un esperto di Venere, riporto quanto scritto sul
sito Uai alla sezione Venere:
Cita:
L'anomalia di fase
Il fenomeno, conosciuto anche come "effetto Schroeter", consiste in una discrepanza di entità variabile tra fase osservata e fase calcolata. La migliore opportunità di registrarne la grandezza si ha in corrispondenza della dicotomia: l'emisfero notturno risulta più esteso del previsto dando origine ad un anticipo dell'istante di dicotomia (elongazione serale) o ad un ritardo (elongazione mattutina) rispetto a quanto previsto. Il fenomeno non ha ancora ricevuto unanime interpretazione, tra le ipotesi più probabili quella di un rigonfiamento dell'atmosfera nella regione illuminata che comporterebbe la presenza di uno scalino in prossimità del terminatore ed una conseguente ombra addizionale. Il rigonfiamento dell'atmosfera nella regione illuminata del globo sembra in relazione con i meccanismi di produzione delle nebbie in alta quota e quindi con l'abbondanza del diossido di zolfo nell'atmosfera. Variazioni nell'entità dell'anomalia di fase potrebbero essere dovute a variazioni nella concentrazione di diossido di zolfo e, poichè tale sostanza costituisce il principale prodotto dell'attività vulcanica, la sua abbondanza potrebbe fornire indicazioni indirette circa l'attività geologica del pianeta. La facilità con cui si individua la fase di Venere anche mediante piccoli strumenti, non può tuttavia nascondere le difficoltà che si incontrano nel tentare di quantificarne l'entità. Standardizzando le procedure, ed eseguendo medie tra molti osservatori, è possibile giungere ad una stima visuale significativa...
Sicuramente se vuole intervenire qualcuno di più esperto di me fa solo piacere
Kapp