1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

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Autore Messaggio
MessaggioInviato: martedì 15 marzo 2016, 22:19 
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Iscritto il: martedì 18 aprile 2006, 10:34
Messaggi: 682
Località: Brescia
Renato C ha scritto:
Io sono evidentemente molto fortunato se è vero che ci sono in giro tanti SC storti, ho due SC che entrambi non mostrano difetti di geometria.
Tutto si basa su questa famosa e fumosa "fetta di salame",... ma al di la delle chiacchiere e delle foto che non dimostrano nulla, qualcuno può dare dei dati più precisi? Tubi storti quanto? Fetta di salame di quanti mm? Nessuno lo ha mai detto.
Perché chiunque abbia posseduto e smontato un SC, e io l'ho fatto, sa che la cella calza perfettamente e ha una tolleranza sul diametro del tubo di non più di 1mm.
La regolazione del secondario e della lastra permette ben più di questo disassamento.
E d'altra parte anche chi "aggiusta" gli SC "storti", come quelli della Torre del Sole, non lo fanno certamente dandoci sotto di smeriglio e taglierina. Semplicemente rimettono in asse le ottiche con le tolleranze e i giochi che sono a disposizione nel telescopio. Non c'è niente di carpenteria e nessuna magia.

Premesso che non ho competenze e scrivo non per polemica e non per esperienze dirette ma solo per aver letto un po' in giro, prova (se ti va) a dare uno sguardo qui http://nightsky.forumcommunity.net/?t=57520110

Alberto

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Il dubbio è alla base dell'intelligenza umana. Davidem27 cit.
Ogni tanto varrebbe la pena sdraiarsi sull'erba col naso in su, semplicemente per contemplare.
Solo ad ammirare e contemplare. Niente di più. Ippogrifo cit.


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MessaggioInviato: mercoledì 16 marzo 2016, 0:21 
Insomma forse sono io il marziano, ma scorrendo il topic di questo link che hai postato e leggendo bene
il “certificato” resto quantomeno perplesso.
Sono stati descritti 55 punti di messa a punto del telescopio.
In premessa del certificato rilasciato dalla Torre del Sole si dice di aver trovato un errore di eccentricità di 2 mm. del foro della lastra. Più avanti farò qualche conto.
I primi 40 (di 56) punti sono dedicati alla modifica del blocco specchio.
Al punto 29 si descrive l’applicazione del vellutino(??) Cosa a che fare con il funzionamento del telescopio e con la sua corretta geometria?
I punti 37-38-39 sono dedicati alla reinstallazione e registrazione della messa a fuoco originale (ma con nuovo pomello godronato)(??)
Al punto 42 finalmente si opera sul secondario.
Ma l’intervento era stato richiesto? A leggere il topic dell’utente no. Aveva portato il telescopio in riparazione solo perché non lo soddisfaceva il blocco specchio, non aveva lamentato problemi di ottica che sono stati trovati solo dal tecnico, e l’utente ne è rimasto basito perché non ne era mai stato a conoscenza!!
I punti 42-43-44-45 sono dedicati alla correzione dell’errore del secondario.
I restanti punti fino al 55 sono dedicati alla verniciatura del paraluce e alla pulizia del vellutino(??)
Veniamo al foro lastra.
Il punto 42 è tutto da ridere.
Si è messa la lastra sul tornio (e ci vuole niente a spaccarla stringendo le griffe del mandrino) e la si è fatta ruotare, vedendo che la periferia girava eccentricamente.
Embè? Il foro deve essere centrato rispetto al baricentro della lastra, la periferia può anche essere ellittica, sarà poi al limite un problema di diversificare i vari spessori sulla cella per centrare il foro sul fuoco del primario.
L’errore misurato, si dice, era di quasi 2 mm.
I punti 43-44 sono alquanto contorti e difficili da comprendere perché si parla prima di avere tornito 1 millimetro di materiale e poi di 2 mm di gioco nel nuovo supporto.
Ad ogni modo in premessa si dice di aver ridotto l’errore di 40 volte. 2 diviso 40 fa 0,05 mm. (5/100 di mm).
Io non so se i Meade richiedano tutta questa precisione nel posizionamento del secondario, ma mi sembra molto strano dato che in realtà con la sola regolazione della collimazione lo specchio si muove di millimetri.
Nei telescopi Celestron il foro lastra è più grande di alcuni millimetri rispetto alla cella del secondario. E il secondario all’interno di quel foro lo si può spostare come si vuole riuscendo sempre a fare poi una eccellente collimazione.
Quindi le operazioni di riparazione inerenti il fascio ottico sono state soltanto 4 (punti 42-43-44-45) su 55.
Dopodichè al punto 55) si è fatta la “collimazione al banco con sorgente puntiforme”. (semplice collimatore laser o banco ottico a doppio passaggio?)
Dopo tutta questa cura di precisione sulla lastra, sul secondario e sulla collimazione e dopo tutte le spese (quanto?) leggiamo che l’utente una volta tornato a casa, fatte le necessarie verifiche ha trovato che il secondario era molto fuori collimazione!!! :facepalm:
Ogni commento è superfluo.


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MessaggioInviato: mercoledì 16 marzo 2016, 13:07 
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Iscritto il: lunedì 6 luglio 2009, 19:38
Messaggi: 3766
Località: via stella Anzio
La non assialita' del foro e del secondario non pregiudicano il funzionamento degli Sc. Ho smontato la lastra del mio 8" e rimontato ad occhio dopo collimazione ho fatto questo


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e ho visto i raggi b balenare nel buio
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MessaggioInviato: mercoledì 16 marzo 2016, 16:49 
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Iscritto il: giovedì 21 gennaio 2016, 14:23
Messaggi: 594
Tipo di Astrofilo: Visualista
Credo che, indipendentemente da come piazzano le lastre i vari costruttori, l'unica soluzione tecnico-scientifica a basso costo e basso impegno sia prendere reale visione di quel che accade posizionando la lastra nel punto migliore (,...se esiste), determinato facendo un test di Ronchi su una stella sfocata, come si fa per eseguire la verifica di qualunque telescopio riflettore o rifrattore mentre è in opera.

Il test di Ronchi mostra lo stato della intera superficie, ed evidenzia un andamento omogeneo delle linee quando tutto è ok.

Per abbinare il test di Ronchi allo "Star test" ci vuole un oculare con incorporato il reticolo di Ronchi (da 4 o più linee/mm, oppure...ma è scomodo e meno dettagliato, un reticolo con tale frequenza, su diapositiva sistemato al posto dell'oculare...magari appiccicato con nastro adesivo).

Una blanda veloce descrizione del metodo Ronchi all'oculare, è quella indicata dallo stesso Luigi Ferioli nel suo noto libro "Appunti di ottica astronomica", che dice che "nel centro del campo visuale si porta una stella luminosa e si osservano le frange d'ombra dopo aver sistemato il reticolo in posizione intrafocale:
Le frange saranno perfettamente diritte se lo strumento e privo di sferica, cioè se la lastra nel caso di un SC è parallela al primario e al secondari.
Avranno invece un andamento a cuscinetto quando il sistema ottico e sotto-corretto. E' evidente che la figura delle frange s'inverte passando dalla posizione intrafocale a quella extrafocale. Avvicinando o allontanando il reticolo dal fuoco,le frange d'ombra si allargano e si restringono.
Per il controllo dei difetti zonali, sia degli obbiettivi che dei sistemi già in funzione, si usano reticoli a righe circolari concentriche centrati sull'asse ottico".

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MessaggioInviato: mercoledì 16 marzo 2016, 17:10 
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Iscritto il: mercoledì 15 ottobre 2008, 17:01
Messaggi: 20265
Località: Firenze
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Il test di Ronchi su una stella leggermente fuori fuoco è molto facile da eseguire. Sarebbe bello avere una casistica con magari delle foto per poter fare dei confronti e per vedere anche quali siano i limiti di questo test. Io ho un oculare col reticolo con 10 linee per millimetro e l'ho provato sui miei due S.C. Meade, l'8" classico ed il 10" ACF. In entrambi i casi ho visto delle linee perfettamente dritte e parallele. C'è però chi dice che questo test non sia tanto probante, per quello sarebbe ineressante la casistica, che purtroppo non ho. In rete si trova poco sul test fatto con le ottiche complete. Naturalmente o si fa il test sulla Polare oppure ci vuole un inseguimento molto buono, altrimenti le linee scorrono in continuazione e non ci si capisce molto. Magari quando verrà un poco di tempo buono faccio delle foto all'immagine del reticolo.

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Ciò che non ha termine non ha figura alcunaLeonardo da Vinci


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MessaggioInviato: mercoledì 16 marzo 2016, 20:47 
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Iscritto il: giovedì 21 gennaio 2016, 14:23
Messaggi: 594
Tipo di Astrofilo: Visualista
ll test di Ronchi serve per dimostrare con un "colpo d'occhio" la bontà di una intera superficie, o di un intero strumento ottico, dal modo come vengono riflesse le linee di un reticolo con di solito 10 linee rette/mm.

Si tratta di un test chiamato solo "qualitativo", nel senso che il test non ti può dire di quale frazione (Lambda/n) della lunghezza d'onda (Lambda) della luce verde (a cui l'occhiomumano è più sensibile)...cioè di quanti nanometri è l'errore comunque sempre presente rispetto ad una parabola, o una sfera teorica presa come riferimento per la costruzione di una ottica.

Col test di Ronchi, se le linee che si vedono riflesse hanno un andamento omogeneo su tutta la superficie, è segno che l'ottica è uniforme e cioè senza difetti cosiddetti zonali.

Se invece ci sono dei difetti li si vede come repentine variazioni di direzione delle barre del reticolo.
Ma per conoscere di quanti nanometri sia l'errore serve un test di tipo “quantitativo” come il test di Foucault, per le ottiche di focale F5 o maggiore; oppure il test della “Caustica” per le focali più corte. I quali ntest però non ti dicono lo stato della intera superficie, ma solo di un diametro di essa.

Col test di Ronchi, se le superfici in esame sono sferiche, le linee del reticolo si presentano perfettamente rette. Se invece la superficie è parabolica le linee si presentano con una curvatura caratteristica, ma sempre molto uniforme e continua.

Il test di Ronchi è quindi molto probante per la intera superficie. Cosa che il Foucault e il Caustica non sono in grado di fare; ed è quindi complementare a questi due, che a loro volta sono invece molto probanti per conoscere di quanti nanometri è un difetto da correggere, ma non dicono nulla sulla omogeneità e qualità della intera superficie.

A noi grattatori di vetro servono indistintamente tutte e due le tipologie per realizzare specchi e strumenti.

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MessaggioInviato: giovedì 17 marzo 2016, 20:58 
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Iscritto il: mercoledì 2 gennaio 2008, 9:06
Messaggi: 6502
Località: Roma
Cita:
A noi grattatori di vetro servono indistintamente tutte e due le tipologie per realizzare specchi e strumenti.

Si , ma dubito che il solo test di Ronchi sia sufficiente a testare la qualità dell'ottica senza un test interferometrico.

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Fulvio Mete
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http://www.lightfrominfinity.org

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MessaggioInviato: venerdì 18 marzo 2016, 1:11 
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Iscritto il: giovedì 21 gennaio 2016, 14:23
Messaggi: 594
Tipo di Astrofilo: Visualista
Il test interferometrico oggi arriva a determinare molto più in dettaglio tutto quello che per 200 e più anni è stato determinato con test come il Foucault ;il Ronchi e il Caustica, aggiungendo solo delle cifre dopo la virgola a quanto si è sempre fatto nei tempi.

Basti dire che nella storia dei telescopi, il riflettore Hale da 5 metri del monte Palomar, che è stato il più grande telescopio del mondo dal 1936 al 1976, è stato costruito senza interferometria utilizzando il test della caustica inventato apposta dai tecnici Platzeck e Gaviola, poichè la sua focale cortissima (F3,32) non permetteva l'uso del Foucault.

Inoltre occorre ricordare ai non addetti ai lavori che quando anche a mano libera si arriva a realizzare un ottica amatoriale con un errore di un ottavo di Lambda sull'onda riflessa (cioè un sedicesimo di errore sul vetro), per un ottica che dalle rilevazioni con Fioucault o con il caustica (anche detto test di Gaviola) rispetta il criterio di Couder e il criterio di Lord Rayleigh, ogni ulteriore perfezione è inutile perchè non risulterebbe percepibile.

(Il criterio di Couder dice che tutti i raggi riflessi dall'ottica in esame devono convergere dentro il raggio della tacca di diffrazione per poterla formare in modo canonico (cioè contenente al centro l'87% della luce, e una frazione decrescente di essa negli anelli a contorno);

Mentre il criterio di Rayleigh dice che un ottica è appena accettabile quando l'errore massimo sulla sua superficie è uguale a 1/8 della lunghezza d'onda della luce giallo-verde a cui l'occhio umano è più sensibile (cioè lambda/8 di quella luce che misura 550 nanometri). Infatti poichè un raggio incidente sulla superficie viene danneggiato due volte (una in entrata be una in uscita) una asperità lambda/8 creerà un errore sull'onda riflessa paria (1/8 + 1/8) = 1/4...cioè il famoso lambda/4

E l'ultimo criterio della perfezione dell'ottica (del quale al momento non ricordo se "di Francon" o di "Marechal") è quello che stabilisce il massimo di lambda/8 sull'onda come perfezione il non ulteriormente perfetibile poichè non sarebbe percepibile).

(Con queste sole regole adeguate ai test Ronchi Foucault e Gaviola, sì si sono fatti tutti i telescopi fino a quello del Palomar).

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MessaggioInviato: venerdì 18 marzo 2016, 8:26 
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Iscritto il: martedì 21 febbraio 2006, 18:47
Messaggi: 3944
Località: Villa C. (MI)
Tipo di Astrofilo: Visualista
La storia che ogni lastra è accordata al suo specchio compresa anche l'eventuale rotazione assiale era un cavallo di battaglia dei depliant Meade e risale a decenni fa' . Non so però fino a che punto possa trovare fondamento; le lavorazioni sono standard (sferiche per gli specchi e asferica per il correttore), gli specchi sferici non hanno un vero e proprio asse ottico e di conseguenza possono essere assemblati nel tubo con un'elevata tolleranza senza perdere prestazioni. L'unica cosa che serve è un centraggio meccanico decente: il primario non è collimabile e di conseguenza è fondamentale che la lastra sia posizionata giusta nella sua cella (altrimenti non corregge l'aberrazione sferica in modo soddisfacente) e il secondario sia incollato perfettamente al centro (altrimenti c'è astigmatismo). C'è da dire che la cosa sia a Celestron che la Meade è sempre riuscita abbastanza spesso; i vecchi Meade anni 80 avevano la cella della lastra che consentiva giochi laterali eccessivi e questo poteva essere un problema in caso di smontaggio. Quelli successivi come quello che ho sono esenti da questo problema; la lastra entra univocamente nella cella fra le protezioni di sughero che sono 16 e non più solo 3 e per giunta laschi. Non ho mai provato a ruotarla, l'ho sempre riposizionata rispettando la tacca fatta col marker. Con il 2080 una volta l'avevo fatta girare ma non constatando alcun miglioramento/peggioramento l'ho rimessa sulla tacca... :)

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Roberto Porta - photallica v. 2.0

"Le stelle non sbagliano e non si guastano" (G. Gualini)


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MessaggioInviato: domenica 20 marzo 2016, 0:44 
A tutti gli interessati: sul titolo parallelo ho trovato la risposta alla mia domanda che, credo, risponda almeno parzialmente anche al titolo di questa.


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