Renato C ha scritto:
luigi67 ha scritto:
..................................................(omissis) ...Se i centri delle ottiche non sono sullo stesso asse,manco un miracolo può fare molto,collimandofai ballare lo specchio su di un perno,non lo sposti di lato. Se la lastra e inclinata perché il tubo e storto,e anche la cella e storta,è finita...
Vedo che non sai affrontare una discussione su basi serie, preferisco non ribattere agli insulti.
Tornando invece alle cose tecniche, è evidente che non hai le basi e parli per sentito dire..
La cella non può essere storta perché poggia su una superficie orizzontale, e in verticale fasciando il tubo nella sua circonferenza.
Se anche il tubo fosse tagliato male, la cella appoggerebbe comunque sul punto più alto del lato frontale e non potrebbe disassarsi perché appoggia comunque a misura sui fianchi del tubo nella sua circonferenza.
Allegato:
Immagine.jpg
Il secondario certo che si muove su di un punto ed è anche sferico, pertanto qualsiasi sia il disassamento iniziale la corsa delle sue tre viti di regolazione è nel 99,99% dei casi sufficiente a riportare in asse il fascio ottico.
Nel restante 0,1% in cui non la regolazione non lo permettesse, il foro sulla lastra più grande di qualche millimetro rispetto alla cella del secondario permette di traslare tutto il portasecondario in tutte le direzioni fino a riportarlo in asse.
Allegato:
schemaSC.jpg
Guarda che gli "insulti" li hai iniziati tu,e li stai perpetuando ancora.
Il mio era solo un desiderio di averti sotto tiro......
Comunque guardando il tuo disegnino e quello che scrivi,sei in completa
contraddizione,una tua sola ipotesi non suffragata da un'esperienza
del problema.
Lascia parlare chi ha visto di persona queste problematiche,e che le ha
viste risolte.
Se una persona la pensa diversamente da te,fattene una ragione.
fabio_bocci ha scritto:
Se posso dire qualcosa, senza voler entrare in polemiche di alcun genere, è che il successo degli S.C. sia dovuto in gran parte alla poca criticità dei componenti. I modelli "classici" hanno specchi sferici, quindi di facilissimo centraggio. La lastra correttrice è si di forma particolare, ma in realtà si discosta di pochissimo da una lastra piana ed ha margini di tolleranza ampi sul posizionamento, rispetto ad altri schemi ottici, ad esempio rispetto al centraggio delle lenti di un tripletto apocromatico. Indubbiamente gli schemi più avanzati hanno aggiunto ulteriori criticità, la Meade con gli ACF ha introdotto secondari iperbolici che sono più sensibili alle scollimazioni, anche se si mantiene il primario sferico, così dicasi dei Celestron HD che hanno un sistema di lenti nel paraluce che crea dei vincoli ulteriori sulla posizione del fuoco posteriore. Se si sposta da un lato di un mm la lastra correttrice di uno S.C. si ha un peggioramento delle prestazioni del telescopio ben inferiore che spostare di un mm una lente di un tripletto apocromatico!
Calcola pure il danno che da una lastra forata non in centro preciso.....
