Nella quasi totalità dei casi la regolazione della cella di un primario riflettore viene effettuata con il sistema delle viti tira-spingi, antagoniste e poste a 120 gradi una coppia dall'altra.
Questo è il metodo piu' semplice e piu' economico da realizzare.
Naturalmente - come al solito - mi sono posto il problema di quale sia la effettiva funzionalità di questo metodo (escludendo le motivazioni relative al costo).
Dando per scontato un montaggio impeccabile dello specchio su supporti basculanti, con numero di punti di appoggio adeguati (vedi PLOT), si puo' anche affermare che la regolazione delle viti tira spingi (diremo ts) comporta delle deformazioni non trascurabili sulla piastra che sorregge i punti flottanti. Ipoteticamente i punti flottanti servono per non riportare anche una parte di queste deformazioni sullo specchio e per correggere eventuali deformazioni naturali del vetro.
Ho interpellato un amico Jenoptik su questa questione. Il suo parere è stato che comunque, con il metodo ts, si riportano sempre delle deformazioni sulla piastra che sorregge lo specchio e - non di rado - sulla base dello specchio stesso. Con ottiche molto corrette questo è comunque un problema.
Alcuni pongono delle viti singole caricate con molle a compressione, questo metodo è (sperimentazione personale) assolutamente inadeguato, sia per la irregolarità delle molle commerciali, sia per le forti deformazioni che si creano su tutte le piastre e conseguentemente sulla massa vetrosa.
Ho sperimentato con molle commerciali, sia con molle ottenute dal pieno e realizzate per uso altamente tecnico da una società statunitense, la quale fornisce molle con diagrammi perfettamente regolari nella compressione e decompressione. Il fenomeno delle irregolarità - su piastre leggere (nel mio caso ergal da 8 mm si spessore) si manifesta piu' o meno fortemente in tutti e due i casi.
I vertici dei triangoli che supportano lo specchio (es. 9 punti o piu'), vengono di solito ricoperti con feltro o altro materiale. Per i motivi sopra esposti questo non è il metodo piu' idoneo. Sono questi vertici che si devono far carico di assorbire una parte delle micro deformazioni riportate dalla piastra di regolazione e trasmesse su su fino ai vertici (in parte).
A forli' ho visto metodi un po' diversi, molto fantasiosi ma assolutamente inadeguati e che sono tamponati (in parte) da masse vetrose estremamente spesse e pesanti.
Alcuni RC si affidano alle dimensioni del paraluce come supporto del primario, senza alcun altro punto di appoggio, questo grazie al fatto che comunque l'ostruzione è sempre vicina al 40% e il foro centrale nel primario ancora di piu', dando cosi' al costruttore piu' tranquillità sulla stabilità della massa vetrosa. Da alcune simulazioni, e oltre certi diametri, questo metodo è da me ritenuto inadeguato.
Tutta questa tiritera alla fine per dire che nel sistema ts di estrema importanza è: la collocazione delle viti, il calcolo della cella che sorregge lo specchio, il calcolo esatto dei triangoli (inteso con flessione) basculanti, la realizzazione non piana dei punti che sorreggono lo specchio.
Per quanto mi riguarda non adotterò questo metodo, ma sto sperimentando un sistema molto diverso in grado di permettere una fine regolazione, non introducendo assolutamente alcuna forza incontrollata sulla piastra porta specchio. Prima di parlarne lo provo cosi' da evitare figure .......
Qualcuno di voi ha opinioni in merito?
Grazie
Massimo
_________________ non basta sapere si deve anche applicare, non è abbastanza volere, si deve anche fare. (W. Goethe) Quindi, non per il sapientone che pretende "applicare", non so bene cosa più delle chiacchiere, comunque......(Sergio) Cassegrain coudè 450 mm f 15 OPS optics (1/16 pv - 1/43 rms sthrel 0,97) terminato. SUINOX (r) 80/540 ed. - Acro 100/1300 "Old Style" Acromatico folded 230 mm. f 18 in costruzione. Dall Kirkham "Raptor" 277 mm. f 24,3 ostr. 18% in costruzione.
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