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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: miglior rifrattore per uso visuale
MessaggioInviato: lunedì 28 dicembre 2015, 15:36 
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Iscritto il: giovedì 10 agosto 2006, 10:11
Messaggi: 11624
Località: Monza
Tipo di Astrofilo: Visualista
Un doppietto è più luminoso di un tripletto? Uno steihnel è più corretto di un Frauhnofer? Fluorite naturale o basta la sintetica? Lungo fuoco o focheggiatore micrometrico?

Faccio un po' seguito a questo topic per chiedere agli utenti, quale schema di rifrazione ritengono il migliore per uso puramente visuale, con naturalmente i dettagli tecnici e le esperienze osservative.

Io attualmente ho osservato solo nei classici doppietti frauhnofer ( anche se lo sky90 è leggermente deverso) sia ed sia acromatici, corti e lunghi. A parte gli acromatici corti, mi son piaciuti tutti, ma sono di bocca buona.


Kapp

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De kappellatis non disputandum est

Stelle già dal tramonto ci confondono il cielo a frotte, nubi meticolose nell'insegnarti la notte
Telescopi: Reginato Supermaser 20", CPC11, pentax 105 e 75.
Oculari: pentax xw, Nagler, Delos, takahashi tpl, zoom Svbony 3-8 e 8-20
Torretta binoculare maxbright 2 e televue binovue.


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MessaggioInviato: lunedì 28 dicembre 2015, 15:49 
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Iscritto il: mercoledì 15 ottobre 2008, 17:01
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Località: Firenze
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
La tua domanda è posta in modo capzioso. Si, perchè se non si mette un limite di spesa allora ti consiglio questo: http://www.professional-telescopes.net/ ... Super-Bino Credo che di meglio non ci sia quasi nulla rimanendo nei rifrattori.
Perchè prendere un semplice ED se si può prendere un apocromatico spaziato in olio? Si capisce che il secondo è sempre meglio, ma anche nel prezzo.
Un bel telescopio per l'uso visuale secondo me sarebbe questo: http://www.apm-telescopes.de/en/telesco ... 3-ota.html
E' ovvio che considero il prezzo, un Tec 140 è meglio, ma costa quasi tre volte dipiù...

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Ciò che non ha termine non ha figura alcunaLeonardo da Vinci


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MessaggioInviato: lunedì 28 dicembre 2015, 16:00 
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Iscritto il: giovedì 10 agosto 2006, 10:11
Messaggi: 11624
Località: Monza
Tipo di Astrofilo: Visualista
Che sono una testa di capso me lo dicono in tanti, ma non sono mai stati fini e gentili come te :D

Io limiterei la discussione agli schemi ottici dei rifrattori, possibilmente umani, senza tirare in ballo strumenti astronomici.

Tu dici che un tripleto spaziato in olio è il massimo? Perché è da preferire al tripletto spaziato in aria?

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MessaggioInviato: lunedì 28 dicembre 2015, 17:06 
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Iscritto il: mercoledì 15 ottobre 2008, 17:01
Messaggi: 20265
Località: Firenze
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Perchè il tripletto spaziato in olio non ha superfici vetro/aria intermedie tra le lenti. Quindi meno riflessi e meno perdite di luce, anche considerando trattamenti antiriflesso multipli. Non è mica per caso se gli Astro-pysics ed i Tec sono fatti così. L'olio interposto ha un indice di rifrazione molto prossimo a quello delle lenti, quindi ben lontano da quello dell'aria, che è pressochè uguale a 1. Lo spessore dell'olio è infinitesimale.

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MessaggioInviato: lunedì 28 dicembre 2015, 17:27 
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Iscritto il: sabato 11 febbraio 2006, 12:43
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Tipo di Astrofilo: Visualista
Escludendo gli schemi "classici" ovvero quelli 800/900eschi da letteratura ottica (Clairaut, Clark, Cooke, Dollond, Fraunhöfer, Gauss, Littrow, Steinheil, ecc) i quali hanno specifiche e caratteristiche ormai ben conosciute, non si può dire genericamente se i "nuovi" schemi (inteso con schemi successivi a quelli classici della letteratura sù citati) che siano doppietti o tripletti spaziati in aria od in olio con o senza vetri esotici siano meglio o peggio in un certo ambito, senza specificare quali schemi (specifici) si stanno confrontando.

In base al progetto in visuale potrebbe essere benissimo preferibile un doppietto spaziato in aria rispetto ad un tripletto spaziato in olio, ad esempio io ebbi modo di provare fianco a fianco il taka FS128 e l'AP 130EDFS, trovando il primo piu performante in hi-res visuale anche come luminosità, ma come ho detto magari un altro (come schema) tripletto "oil-spaced" potrebbe risultare migliore di uno "air-spaced".

Ormai con i computer il rai-tracing, le macchine cnc e soprattutto i nuovi vetri "esotici", i progettisti si sono sbizzarriti creando doppietti/tripletti/quadrupletti con curvature (anche asferiche), spessori e spaziature uniche.

La spaziatura in olio (e/od il doppietto cementato) aveva il pregio principale di ridurre la riflessione a sole due superfici (quelle esterne) rendendo l'obiettivo piu trasparente rispetto a quello spaziato in aria che aveva riflessioni su ogni superficie aria-vetro (quindi 4 per i doppietti e 6 per i tripletti), ma aveva il difetto di avere meno gradi di libertà progettuali rispetto agli spaziati in aria (visto che le facce interne per forza di cose dovevano avere identica curvatura per potersi "accoppiare" perfettamente) che invece possono contare su curvature ad'hoc per ogni singola superficie e della relativa libertà di spaziatura.

Ora il pregio principale dell'oil-spaced è stato quasi totalmente annullato dai moderni trattamenti antiriflesso che ora possono vantare trasmissibilità standard dell'ordine del 99,5% per singola superficie (quindi con una differenza tipica tra tripletto "oil" ed "air" non superiore al 2% a parità di trattamento) inoltre rimane il contro della minor libertà progettuale, rimane il plus che è relativamente piu semplice (dal punto di vista della precisione meccanica e del mantenimento della collimazione relativa tra gli elementi) fare una cella per un simile obiettivo (essendo virtualmente un monoblocco), rispetto all'air-spaced che ha necessità di una cella piu complicata (costruttivamente) in grado di mantenere perfettamente collimati e spaziati tra loro gli elementi e quindi che questi non varino angolo e distanza reciproche oltre le specifiche di progetto.

Pippolotto qua sopra a parte, al momento dal punto di vista visuale (e ripeto visuale) i due aggeggi piu belli in cui ho guardato sono decisamente i taka FS da 4" e 5", poi dei classici Fraunhöfer ultra lunghi (ovvero da f/20 in su), poi tutto il resto.

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Newton: Barile 400/1830 mm; Obice 200/1650 mm; Bidoncino 114/1300 mm solarizzato. •• Rifrattori: Nano apo 80/480 mm; Milo acro 76/1400 mm; 60ino acro 60/700 mm. •• Catadiottrici: C8 xlt. •• Binocoli: Docter Aspectem 40x80 ED, William Optics 22x70 ED, Vixen Ultima 8x56, Nikon Action EX 16x50, Canon 10x30 IS II, Vortex Vanquish 8x26, Ibis Horus 5x25, Pentax Papilio 6,5x21, Orion 2x54.


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MessaggioInviato: lunedì 28 dicembre 2015, 17:44 
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I rifrattori super lunghi sono un retaggio del passato, di quando non c'era altro. Sono scomodissimi da usare e necessitano di montature enormi e pesantissime perchè hanno un braccio di leva tremendo che mette in crisi qualsiasi montatura. Poi io non amo salire sulle scale, soffro di vertigini e di notte non amo fare di queste ginnastiche. La focale massima usabile è attorno al metro, dopo finisce che il telescopio non lo si usa più. Oggi per osservare le macchie solari ho preso l'Orion 100/600 invece che lo SW 120/1000, perchè il secondo mi veniva scomodo, sebbene fosse più performante.
In questo: http://www.studioargento.com/arcetri/a-04.html ci ho osservato Saturno, ma non era comodissimo, comunque se si ha a disposizione quell'ambiente allora va anche bene...

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MessaggioInviato: lunedì 28 dicembre 2015, 19:15 
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Che siano lunghi e scomodi non lo nego affatto, guarda cosa si deve fare per tirarne sù uno...
Allegato:
D&G 1.jpg
D&G 1.jpg [ 331.34 KiB | Osservato 3767 volte ]

...ma cio non toglie che a parte i già citati taka, son quelli che mi sono piaciuti di piu come immagine restitutita.

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MessaggioInviato: lunedì 28 dicembre 2015, 19:33 
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Iscritto il: domenica 10 dicembre 2006, 17:06
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Ciao, quella foto riportata da Angelo riguarda lo zeiss ad 150/2250 e sebbene scomodo, ci ho osservato un Saturno spettacolare. Tuttavia in ripresa un c8 lì vicino non era molto distante. Io ho un tripletto spaziato in aria (Lzos) e rispetto ad un doppietto (fs128) non ho notato prestazioni molto diverse, mentre un abisso nel tempo di acclimatamento, che talvolta fa la differenza nelle osservazioni rapide. Purtroppo non ho avuto esperienze di tripletto spaziati in olio. Un doppietto lungo può essere usato con oculari con poche lenti e in rari casi la cosa potrebbe avere un peso sebbene non eccessivo a mio modesto parere.


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MessaggioInviato: lunedì 28 dicembre 2015, 19:54 
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Quello in foto è sì un 150/2250 ma D&G, il mitico "AS" lo portò in un'altra occasione.
Comunque l'immagine l'ho scelta perchè era l'unica che avevo fatto in quell'occasione che mostra direttamente le difficoltà di gestione di un "lungo" tubo (ancghe se in questo caso "solo" f/45), i fraunhöfer f/20 di cui parlavo (e che tanto ho apprezzato) erano dei 4" come questo http://www.binomania.it/phpBB3/download ... &mode=view (*) :wink:




(*): Fonte immagine forum Binomania.

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Da dobsonaro trapaner, l'unico rifrattore che mi prenderei é il takahashi fluorite.
Ho guardato solo in un 102, ma la nitidezza di marte lí dentro,era qualcosa di impressionante.
Chiaro che 200x erano ben diversi da 570x del dobson.


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