Il discorso letto in Chiusa al funerale di Luigi:
Luigi era buono. Lo sappiamo tutti, forse è la prima cosa che si notava appena ci si avvicinava un pochino alla sua persona.
Luigi era disponibile. Se c’era qualcuno a cui potevi chiedere una mano, questo era lui. E la sua non era una mano tra le tante, era la mano di chi aveva fatto barche e aggiustato televisori, che sapeva lavorare il legno e l’elettronica. Da Luigi trovavi sempre un aiuto.
Luigi era paziente, anche se dentro meditava un fuoco, e per la sua gentilezza non te lo diceva. Ma era sempre pronto ad ascoltarti. E per questo, a volte non ti diceva che aveva tante cose da fare, e se c’era bisogno lui ti diceva di sì comunque.
Ma Luigi era anche deciso e risoluto, almeno quanto era cocciuto. Si era studiato da solo una marea di cose, ma non come chi legge un libro e poi lo dimentica. Lui sviscerava i concetti fino in fondo, come se su ogni cosa avesse fatto l’università. Era molto difficile che si sbagliasse, e quando succedeva, quelle rare volte, se ne vergognava da matti, tanto quasi da tirarsi indietro e chiudersi a riccio.
Ma Luigi, poi, sapeva rimettersi in gioco, e con la sua calma e i suoi tempi tornava a confrontarsi, anche se per farlo magari aveva bisogno di una spinta.
Luigi, nelle nostre notti da astrofili, era il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene, anche quando c’erano 10 gradi sotto zero, o tirava vento.
E se Luigi voleva farti vedere un Quasar, tu dovevi vedere il Quasar! Anche se non ne trovavi il motivo, o non lo trovavi affascinante. A pensarci ora, il motivo c’era, e abbiamo tutti dedicato troppo poco tempo a Luigi, perché da Luigi, anche nei suoi errori, c’era sempre qualcosa da imparare, anche solo ascoltandolo.
A Luigi non bastava sapere, lui doveva capire. Ed è per questo che l’Astronomia gli piaceva tanto, perché c’erano un’infinità (ma proprio un’infinità) di cose da capire, che una vita non basta. Sotto le stelle, nelle lunghe notti di Bazena, abbiamo più volte contemplato il mistero della Volta Celeste, e lui era sempre avanti un passo nel capirlo. Questo mistero però, da qui, non lo si può capire tutto … e lui è andato avanti.
Siamo sicuri che Luigi è andato avanti (come dicono gli Alpini), e ora si trova tra le sue stelle, e da lì le vede tutte, anche quelle che da qui non riusciva a raggiungere. E tutto questo mistero, ora l’ha capito. E me lo immagino lì a spiegare qualcosa ai suoi cari, e a sua moglie. E, soprattutto, ora non ci saranno più le nostre notti nuvolose ad impedirgli di vedere le stelle.
Ora, Luigi, non sei più qui a spiegare queste cose a noi, e ci mancherai sempre. Abbiamo di certo un motivo in più per trovarci assieme, noi dell’Associazione, nelle notti stellate, e sappiamo che in quelle notti tu sarai lassù, “dall’altra parte del telescopio”, a guardarci.
Ciao Luigi, cieli sereni.
Il Gruppo Astrofili Deep SkyAllegato:
Discorso per Luigi Boglioni.pdf [226.7 KiB]
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