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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: NGC891: flux in Andromeda?
MessaggioInviato: lunedì 2 novembre 2015, 21:10 
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Iscritto il: sabato 17 maggio 2014, 5:29
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mahh..
sui criteri ed i tempi rimango della mia idea.
quelle che hai linkato sono solo alcune immagini di Francesco , e comunque dubito che lui farebbe 60 ore..

Ammenoche non intervenga lo stesso Francesco Antonucci , io mi fermo qui...ma se intervenisse temo cambierebbe poco , perche tu hai già deciso che ci vogliono tantissime ore...

le 60 ore le vuoi fare tu' ...quindi..aspetteremo il risultato...ed il fondo cielo finale :yawn: .

è vero , si è andati fuori argomento...ma non tanto.. :D

Ciao

Mauro


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 Oggetto del messaggio: Re: NGC891: flux in Andromeda?
MessaggioInviato: lunedì 2 novembre 2015, 21:20 
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Iscritto il: lunedì 11 settembre 2006, 8:35
Messaggi: 1337
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astroaxl ha scritto:
Se avessi guardato bene all'inizio del topic questo non è vero.
Jay Gabany ha trovato qualcosa di molto simile in una sua foto e devo dire che è verissimo che la sua CCD è estremamente più costosa della H694 perché monta il gigantesco sensore kaf16803 con diagonale da 52 mm ma il suo QE si ferma al 60% sui 550nm contro il 77% della h694 sempre sulla stessa linea dei 550nm. Questo significa che per quanto sia eccezionalmente migliore la Apogee(magari avere i soldi per comprarla) sicuramente non è più sensibile della H694.


Questo concetto è sbagliato, in quanto conta anche la dimensione del pixel.

9x9x0.60 > 4.54x4.54x0.77

Quindi il KAF16803 è (molto) più sensibile del ICX694/5 a parità di tutto il resto.

Sulla domanda del thread, qualcosa c'è, però l'integrazione è forse un po' poca per discriminare bene queste polveri: http://www.cosmotography.com/images/ngc ... rison.html

La questione diventa se vuoi integrare ancora per avere un miglior SNR su queste polveri galattiche... imho la 891 è già molto bella così!

Ciao

Mauro

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Mauro Narduzzi
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 Oggetto del messaggio: Re: NGC891: flux in Andromeda?
MessaggioInviato: lunedì 2 novembre 2015, 22:34 
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Iscritto il: venerdì 29 gennaio 2010, 19:51
Messaggi: 2217
Località: Tarquinia (VT)
Tipo di Astrofilo: Fotografo
MauroSky ha scritto:
mahh..
sui criteri ed i tempi rimango della mia idea.
quelle che hai linkato sono solo alcune immagini di Francesco , e comunque dubito che lui farebbe 60 ore..

Ammenoche non intervenga lo stesso Francesco Antonucci , io mi fermo qui...ma se intervenisse temo cambierebbe poco , perche tu hai già deciso che ci vogliono tantissime ore...

le 60 ore le vuoi fare tu' ...quindi..aspetteremo il risultato...ed il fondo cielo finale :yawn: .

è vero , si è andati fuori argomento...ma non tanto.. :D

Ciao

Mauro

Adoro queste discussioni costruttive in cui ognuno rimane della sua opinione :mrgreen:
Ripeto che l'integrazione dipende dal soggetto più è debole più si deve integrare.
Per quel che mi riguarda credo che non farò mai 60 ore di integrazione (come scritto molti interventi più su) ma qualche altro minuto credo se lo meriti. :thumbup:
Mauro Narduzzi ha scritto:
Questo concetto è sbagliato, in quanto conta anche la dimensione del pixel.9x9x0.60 > 4.54x4.54x0.77
Non sono d'accordo con te sui calcoli perché la QE è calcolata sulla superficie del pixel che comunque sia risulta sempre sensibile al 60% indipendentemente dalla sua dimensione. Se riprendiamo un oggetto che emette 100 fotoni al secondo, di questi 60 verranno catturati dal pixel della 16803, 77 da quello della h694; la 694 essendo più piccolo andrà in saturazione prima rispetto all'altro ma sempre di più ne avrà catturati. Ovviamente se si va oltre il valore della Full well del pixel della 694 il vantaggio sarà tutto della 16803 ma sotto il limite di quel valore il vantaggio è della prima; fatto sta che evidentemente la sensibilità della H694 è sufficiente a mostrare quel qualcosa di fondo. Il punto è che sembra che chi vuole integrare oltre le 5 ore su oggetti della 22 mag sia un pazzo perché qualcuno fa 1 ora di integrazione sul doppio del Perseo che si vede ad occhio nudo. :facepalm:
Mauro Narduzzi ha scritto:
Sulla domanda del thread, qualcosa c'è, però l'integrazione è forse un po' poca per discriminare bene queste polveri
Credi? e io che pensavo di aver integrato troppo ecco perché non si staccavano abbastanza! :D
Mauro Narduzzi ha scritto:
imho la 891 è già molto bella così!
Grazie mille Mauro ma sono curioso di natura :mrgreen:

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Saluti, Alessandro

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Il mio sito: https://sites.google.com/site/astrotuscia/home


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 Oggetto del messaggio: Re: NGC891: flux in Andromeda?
MessaggioInviato: lunedì 2 novembre 2015, 23:54 
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Iscritto il: sabato 17 maggio 2014, 5:29
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astroaxl ha scritto:
Il punto è che sembra che chi vuole integrare oltre le 5 ore su oggetti della 22 mag sia un pazzo perché qualcuno fa 1 ora di integrazione sul doppio del Perseo che si vede ad occhio nudo


è chiaro che se scrivi queste cose poi ti rispondo ,
avendo postato io il Perseo,
perchè metti sullo stesso piano due concetti diversi...
chi fà integrazioni modeste non cerca la 30a magnitudine a monte...
mentre nel tuo caso è proprio quella che cerchi.
come detto si possono fare foto decorose senza ammazzarsi ad integrare , anche se ad elaborarle è diverso .


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 Oggetto del messaggio: Re: NGC891: flux in Andromeda?
MessaggioInviato: martedì 3 novembre 2015, 0:27 
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Messaggi: 1337
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astroaxl ha scritto:
Non sono d'accordo con te sui calcoli perché la QE è calcolata sulla superficie del pixel che comunque sia risulta sempre sensibile al 60% indipendentemente dalla sua dimensione. Se riprendiamo un oggetto che emette 100 fotoni al secondo, di questi 60 verranno catturati dal pixel della 16803, 77 da quello della h694; la 694 essendo più piccolo andrà in saturazione prima rispetto all'altro ma sempre di più ne avrà catturati. Ovviamente se si va oltre il valore della Full well del pixel della 694 il vantaggio sarà tutto della 16803 ma sotto il limite di quel valore il vantaggio è della prima; fatto sta che evidentemente la sensibilità della H694 è sufficiente a mostrare quel qualcosa di fondo. Il punto è che sembra che chi vuole integrare oltre le 5 ore su oggetti della 22 mag sia un pazzo perché qualcuno fa 1 ora di integrazione sul doppio del Perseo che si vede ad occhio nudo. :facepalm:


Il tuo esempio vale solo nel caso di sorgente puntiforme, la risposta all'impulso è esattamente come dici. Ma ai telescopi non arrivano impulsi, bensì onde piane.

Il concetto è abbastanza semplice: hai due catini che raccolgono acqua, il catino più grande raccoglie molti più litri di quello più piccolo. Entrambi hanno un foro, quello grande ha un foro più grande, quello piccolo ha un foro più piccolo. Alla fine dei giochi, il livello dell'acqua nel catino più piccolo sarà più alto di quello più grande, ma il contenuto in litri è ancora a vantaggio di quello più grande. Se allarghi ancora di più il foro al catino più grandi puoi arrivare a pareggiare o addirittura invertire del tutto il vantaggio.

Se ora quadruplichi i catini grandi e piccoli fai anche il binning :-D

Il sensore più piccolo è un po' più efficiente, ma la sensibiltà è ancora dalla parte del sensore con pixel più grandi. Poi dovremo metterci anche il read noise (parametro dove i sensori Sony eccellono e non è un parametro di poco conto), ma qua il dicorso si fa più complicato e nel paragone non ce lo infili.... comunque è grosso modo così, la sensibilità è direttamente proporzionale alla dimensione del pixel con la QE che diventa un fattore correttivo che varia al variare della lunghezza d'onda.

Sul tempo di integrazione non c'è nulla da dire. E' teoria dei segnali, quindi è ovvio che più integri e più SNR hai. Poi uno è liberissimo di dire che il SNR ottenuto sia sufficiente, per qualcun altro non lo sarà, ma è una decisione soggettiva.

Ciao

Mauro

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Mauro Narduzzi
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 Oggetto del messaggio: Re: NGC891: flux in Andromeda?
MessaggioInviato: martedì 3 novembre 2015, 1:28 
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...mi sembrava che fosse da qualche parte..
chiudo aggiungendo questa foto all'elenco che tu hai fatto prima ,
qui i tempi sono in secondi non in ore.. :mrgreen:


http://www.astrobin.com/117613/

90min rgb +80L tot. 170minuti > meno di tre ore


se il tempo di Ha lo togli avrai sempre una gran fotona , come è ovvio che sia ,
inquanto si aggiunge ad una rgb pulita.


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 Oggetto del messaggio: Re: NGC891: flux in Andromeda?
MessaggioInviato: martedì 3 novembre 2015, 6:58 
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Mauro Narduzzi ha scritto:
astroaxl ha scritto:
Non sono d'accordo con te sui calcoli perché la QE è calcolata sulla superficie del pixel che comunque sia risulta sempre sensibile al 60% indipendentemente dalla sua dimensione. Se riprendiamo un oggetto che emette 100 fotoni al secondo, di questi 60 verranno catturati dal pixel della 16803, 77 da quello della h694; la 694 essendo più piccolo andrà in saturazione prima rispetto all'altro ma sempre di più ne avrà catturati. Ovviamente se si va oltre il valore della Full well del pixel della 694 il vantaggio sarà tutto della 16803 ma sotto il limite di quel valore il vantaggio è della prima; fatto sta che evidentemente la sensibilità della H694 è sufficiente a mostrare quel qualcosa di fondo. Il punto è che sembra che chi vuole integrare oltre le 5 ore su oggetti della 22 mag sia un pazzo perché qualcuno fa 1 ora di integrazione sul doppio del Perseo che si vede ad occhio nudo. :facepalm:


Il tuo esempio vale solo nel caso di sorgente puntiforme, la risposta all'impulso è esattamente come dici. Ma ai telescopi non arrivano impulsi, bensì onde piane.

Il concetto è abbastanza semplice: hai due catini che raccolgono acqua, il catino più grande raccoglie molti più litri di quello più piccolo. Entrambi hanno un foro, quello grande ha un foro più grande, quello piccolo ha un foro più piccolo. Alla fine dei giochi, il livello dell'acqua nel catino più piccolo sarà più alto di quello più grande, ma il contenuto in litri è ancora a vantaggio di quello più grande. Se allarghi ancora di più il foro al catino più grandi puoi arrivare a pareggiare o addirittura invertire del tutto il vantaggio.

Se ora quadruplichi i catini grandi e piccoli fai anche il binning :-D

Il sensore più piccolo è un po' più efficiente, ma la sensibiltà è ancora dalla parte del sensore con pixel più grandi. Poi dovremo metterci anche il read noise (parametro dove i sensori Sony eccellono e non è un parametro di poco conto), ma qua il dicorso si fa più complicato e nel paragone non ce lo infili.... comunque è grosso modo così, la sensibilità è direttamente proporzionale alla dimensione del pixel con la QE che diventa un fattore correttivo che varia al variare della lunghezza d'onda.

Sul tempo di integrazione non c'è nulla da dire. E' teoria dei segnali, quindi è ovvio che più integri e più SNR hai. Poi uno è liberissimo di dire che il SNR ottenuto sia sufficiente, per qualcun altro non lo sarà, ma è una decisione soggettiva.

Ciao

Mauro
Ho capito il concetto ma di fatto si vanno a prendere in considerazione solo una parte dei parametri da considerare come dici tu, quando invece ce ne sono molti altri. Nel finale, come ripeto, quello che conta è il risultato che è questo: la sensibilità della H694 è più che sufficiente a tirare fuori le deboli nebulosità del fondo cielo sia in questo caso che in altri. Poi come avevo detto magari potersi permettere la Apogee, vorrei pure vedere che sia peggiore di una camera che costa 3 volte meno. Gli astrofotografi sono tutto meno che sciocchi. :D
MauroSky ha scritto:
...mi sembrava che fosse da qualche parte..
chiudo aggiungendo questa foto all'elenco che tu hai fatto prima ,
qui i tempi sono in secondi non in ore.. :mrgreen:


http://www.astrobin.com/117613/

90min rgb +80L tot. 170minuti > meno di tre ore


se il tempo di Ha lo togli avrai sempre una gran fotona , come è ovvio che sia ,
inquanto si aggiunge ad una rgb pulita.
Senti Maurosky, io non riesco a capire cosa c'è di difficile nel concetto. Non puoi continuare a fare paragoni sull'integrazione tra un soggetto di 20 mag con uno di 8mag. E' ovvio che su quello più luminoso sarà sufficiente un integrazione inferiore. Non so se ti è mai capitato di fotografare la galassia di Andromeda. Se ti è capitato o ti capiterà vedrai che la parte più luminosa del bulge avrà un segnale pulito anche con 3 pose da 8 minuti, mentre i bracci esterni avranno una grana fortissima. Questo perché per farli vedere la quantità di stretch sull'esterno deteriorerà il segnale debole che è stato raccolto. E come farai tu ha togliere la grana? Ovvero come farai tu a fare in modo che lo stretch non rovini il segnale raccolto? Semplicemente integrando un tempo sufficiente a che l'operazione di elaborazione sia innocua per il tuo segnale. Per la galassia di Andromeda questo tempo può essere breve perché comunque sia e' un soggetto visibile ad occhio nudo, per soggetti che si vedono solo perché vengono sommate una certa quantità di pose la cosa si complica. Possiamo parlare di algoritmi per la riduzione rumore per pulire il segnale ma si tratta di algoritmi alla fine sottrattivi per cui applicandoli laddove c'è poco segnale ti fanno perdere l'informazione raccolta per cui se non si vogliono perdere dati dal momento che sembra che ti pesi raccoglierli :mrgreen: nemmeno è corretto perderseli uilizzando il denoise! Non ti voglio convincere a fare una cosa che non vuoi, ci mancherebbe, ognuno è libero di fare le scelte che vuole, l'importante è capire che il ragionamento del quale è convinto è sbagliato di fondo. Poi se vuoi continuare a fare la breve integrazione che fai sei liberissimo di farla ma la qualità della foto non farà mai il salto. Ripeto per chiudere: oggetti luminosi è sufficiente poca integrazione, soggetti deboli che si mostrano solo dopo lo stack di varie pose serve molta integrazione, tutto questo con lo scopo di pulire il segnale in modo da poterle staccare dal fondo cielo. Ora se il concetto è più chiaro bene, altrimenti fa niente, l'importante è che non mi fai un altro dei tuoi esempi postando una foto di M42 con "solo 7 minuti di integrazione".

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Saluti, Alessandro

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 Oggetto del messaggio: Re: R: NGC891: flux in Andromeda?
MessaggioInviato: martedì 3 novembre 2015, 17:36 
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Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Vorrei solo aggiungere che un ccd con pixel di superficie quadrupla hanno anche un campionamento dimezzato. A parità di campionamento sarà in effetti più sensibile il ccd con qe maggiore. Va anche detto che nel confronto fra sensori è il rumore del ccd nelle sue varie componenti che fa davvero la differenza, molto più della qe.

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{andreaconsole.altervista.org}¦ Ballscope 300/1500 DIY "John Holmes"


Ultima modifica di andreaconsole il martedì 3 novembre 2015, 23:12, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: NGC891: flux in Andromeda?
MessaggioInviato: martedì 3 novembre 2015, 20:19 
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Messaggi: 2956
Località: ROMA
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Visto che sono citato mi permetto umilmente di intervenire.

personalmente credo che questa nostra passione sia molto sperimentale (fortunatamente) e credo anche che chi la persegua da un pò di anni ne ha avuto evidenze pratiche.

E' molto difficile correlare sensori diversi, con grandezza dei pixels differenti e sensibilità etc. etc.

ma che ci sia un limite (e sarebbe da chiarire in base a quale parametro, perchè quando si danno regole e indicazioni bisognerebbe un pò descriverle ...altrimenti diventa tutto molto esoterico ma soprattutto tutto interpretabile..... :D ) al tempo di integrazione mi sorprende un pò.

Lasciamo almeno che ognuno decida i propri tempi...giusto per democrazia :D :D

Le tecniche elaborative si sono sviluppate sempre più ma ciò non è indipendente da come fare una immagine. Si possono elaborare nuovamente immagini vecchie (mai buttare niente!) o avere migliori risultati con quelle nuove.

Sta di fatto che volendo stabilire quanto tempo dedicare ad una immagine, le leggi della fisica son quello che sono e tutto dipende dal nostro cielo.

Se può essere interessante e magari non lo conoscete già guardate qui:

http://www.rolfolsenastrophotography.co ... hotography

Anche se dai sui tempi dovrebbe essere considerato un "cretino" :rotfl: (cosa che non credo proprio).

Per quanto riguarda la 891 come già scritto c'è da provare. C'è forse il rischio che stirando l'immagine probabilmente l'oggetto più luminoso (la 891) possa contribuire ad un falso segnale. Ma tentar non nuoce e sicuramente più ore ci farebbero capire, oltre che contribuire ad una immagine che personalmente reputo già una bellissima immagine!

Ah....questi discorsi sul tempo di posa li facevo nel 2011 quando con la dslr vedevo apparire attorno alla cocoon un pò di roba (che all'epoca non c'era nelle immagini classiche) con un simpatico articolo su Nuovo Orione, e così come proprio la flux , magari sepolta nel rumore delle immagini che avevamo fatto con pose da 2 ore, oggi è diventata un oggetto difficile ma fattibile.

Ovviamente poi essendo una passione e non un lavoro, nelle nostre serate io ci vedo più un divertimento e condivisione che non una corsa al tempo...insomma facciamo come ci pare :obs:

Ciao,

Fabiomax

_________________
http://www.astrofabiomax.it
Skywatcher 250 f4.8, Canon350D modificata Filtro 12nm Ha. Guida Magz
"tre cose sono necessarie per un buon pianista: la testa, il cuore e le dita". W.A.Mozart


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 Oggetto del messaggio: Re: NGC891: flux in Andromeda?
MessaggioInviato: martedì 3 novembre 2015, 22:57 
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Tipo di Astrofilo: Fotografo
Mauro Narduzzi ha scritto:
Il tuo esempio vale solo nel caso di sorgente puntiforme, la risposta all'impulso è esattamente come dici. Ma ai telescopi non arrivano impulsi, bensì onde piane.

Il concetto è abbastanza semplice: hai due catini che raccolgono acqua, il catino più grande raccoglie molti più litri di quello più piccolo. Entrambi hanno un foro, quello grande ha un foro più grande, quello piccolo ha un foro più piccolo. Alla fine dei giochi, il livello dell'acqua nel catino più piccolo sarà più alto di quello più grande, ma il contenuto in litri è ancora a vantaggio di quello più grande. Se allarghi ancora di più il foro al catino più grandi puoi arrivare a pareggiare o addirittura invertire del tutto il vantaggio.

Se ora quadruplichi i catini grandi e piccoli fai anche il binning :-D

Il sensore più piccolo è un po' più efficiente, ma la sensibiltà è ancora dalla parte del sensore con pixel più grandi. Poi dovremo metterci anche il read noise (parametro dove i sensori Sony eccellono e non è un parametro di poco conto), ma qua il dicorso si fa più complicato e nel paragone non ce lo infili.... comunque è grosso modo così, la sensibilità è direttamente proporzionale alla dimensione del pixel con la QE che diventa un fattore correttivo che varia al variare della lunghezza d'onda.

Sul tempo di integrazione non c'è nulla da dire. E' teoria dei segnali, quindi è ovvio che più integri e più SNR hai. Poi uno è liberissimo di dire che il SNR ottenuto sia sufficiente, per qualcun altro non lo sarà, ma è una decisione soggettiva.

Ciao

Mauro


Mia personalissima opinione è che se il fattore QE costituisse un parametro di misurazione universale (come dovrebbe essere), non vedo per quale motivo dovrebbe invece risultare relativo (in questo caso vincolato alle dimensioni del pixel), non avrebbe senso “pubblicizzarne” il valore se questo non costituisse un qualcosa di assoluto. Detto ciò non so neanche se la sensibilità di un sensore venga effettivamente misurata sul singolo pixel o sull’intera superficie del sensore stesso.
Non entro in merito alla questione del concetto di “impulso” perchè ammetto di non sentirmi sufficientemente preparato ma la questione mi sembra sia stata formulata con un po’ di retorica (non me voglia l’autore ma è una mia impressione).
Riguardo i tempi di integrazione condivido pienamente quanto tutto già detto da Alessandro, è facile speculare prendendo in esame soggetti dalla bassa magnitudine, le cose invece cambiano e di parecchio quando si va alla ricerca di soggetti un pochino (ironicamente parlando) più flebili come la IFN o DSO equiparabili.

_________________
Un Saluto,

Daniele

Ottica: GSO RC8;
Camera di ripresa: Moravian G2-4000;
Camera di Guida: Starlight Xpress Lodestar;;
Montatura: Skywatcher NEq6;

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