Ciao ragazzi,
rieccomi fra voi.
Avevo scritto in occasione del Clavius pubblicato, quanto sia importante mettersi in gioco continuamente...questo ci rende spesso più vivi ed al passo con i tempi e la tecnologia. In realtà è quello che ho iniziato a fare proprio con questa pubblicazione.
Il 18" infatti raccoglie una quantità di luce, e quindi dinamica, davvero molto elevata e senz'altro molto superiore ai 14" che avevo prima. Ho dovuto così riadattare tutta la mia esperienza acquisita negli anni a quest'ottica. Mi ero reso conto infatti l'immensa informazione che veniva acquisita ma utilizzando i procedimenti precedenti non riuscivo a tirarla fuori. Così ho iniziato a "giocare" meglio con le curve essenzialmente di contrasto. Di colpo mi sono reso conto di ciò che in realtà il telescopio "leggeva ed acquisiva". Una miriade di variazioni cromatiche che rendono la Luna davvero "palpabile", davvero tridimensionale.
La qualità di quest'ottica è davvero straordinaria. L'estrema cura nel renderla anche estremamente liscia, dà così i suoi frutti.
Detto questo ho iniziato a riprendere in mano le molte immagini elaborate ma mai pubblicate.
Lacus Temporis, una piccola pianura che spicca in minore luminosità rispetto alle strutture adiacenti. Sotto si affaccia lo straordinario Atlas colmo di solchi vecchi come l'età che porta. In basso a destra un altopiano che ricorda il viso di un vecchio che guarda il cratere ed il lago con tutta la sua pazienza. E' un altopiano montagnoso che potremmo definire di Maury vista la presenza dei vari crateri secondari.
Vorrei porre l'attenzione verso le tante strutture senza nome che si notano nell'immagine. Una su tutte è, da me così ovviamente soprannominata, la "rimae Oersted". Se notate spicca infatti una bella e lunga rima in Oersted che, frastagliandosi, arriva quasi a Chevallier.
Non capisco in realtà il motivo per cui strutture come queste rimangano senza nome...bastava attribuirgli quello del cratere principale. Così come la montagna creata da un impatto con relativa raggiera sopra Atlas. La sua conformità regala spesso zone saturate che sono riuscito finalmente a rendere naturali e quindi più tridimensionali. I raggi dell'impatto sono ben distinti ed il tutto è visibilissimo in quasi tutte le condizioni e con praticamente qualsiasi strumento. Perchè non avergli dato un nome??? Dopo Atlas ed Hercules è la struttura che si nota di più per la sua saturazione!
Infine vorrei spendere una parola circa la valutazione del seeing:6/10!
Ci terrei a farvi distinguere quello che in realtà è risoluzione, che ovviamente viene fuori in funzione del seeing, e quella che è dinamica e contrasti. L'immagine nel complesso inganna molto, almeno me. A prima vista è talmente stracolma di contrasti ed anche dettagli da far subito pensare ad un seeing davvero buono. Ma in realà se analizzate la reale risoluzione la cosa si inverte. I contrasti "nascondono" la reale sufficiente condizione di ripresa...ma se questa fosse stata stabile ed a fuoco...risoluzione e contrasto/dinamica sarebbero stati senz'altro pari.
Quello che ha fatto la differenza è stato il diametro. L'immensa quantità di informazione acquisita.
Il giorno successivo ho avuto punte di 7/10 e vedrete che i craterini finissimi appaiono immediatamente, più di quest'immagine.
Ciò nonostante ritengo questa mia scheda una delle mie migliori fatte. Almeno per quanto riguarda la tridimensionalità e dinamica nel suo complesso!
Grazie per l'attenzione,
Raf
Ho ridotto l'immagine per la pubblicazione sul forum.
Allegato:
lacus_temporis_20140406_2022_astrofili_barz.jpg [ 806.84 KiB | Osservato 2305 volte ]
Immagine originale non ridotta: http://www.raffaelebarzacchi.com/gallery/moon/lacus_temporis_20140406_2022_barz.jpg