è ovvio che le dimensioni del disco (a fuoco) dipendano solo dalla focale dell'obiettivo (in particolare, per il sole sono circa 8.7mm per metro di focale, da r=rad*pigreco*F/180, rad sono le dimensioni apparenti del sole in radianti e F la focale dello strumento e r è il raggio dell'oggetto a fuoco).
la quantità di calore che ti arriva sulla mano, pero', dipende dal diametro dell'obiettivo, ovviamente.
in particolare è proporzionale al quadrato dell'apertura (se diciamo c la "densità di potenza" che arriva dal sole allora l'energia che ti sta arrivando sulla mano è (q=c*pigreco*D^2)/4, D è l'apertura).
ora è chiaro che questo calore sarà tanto più pericoloso quanto più concentrato (in altri termini se una stessa quantità di calore la distribuisci su un cerchio di un metro è un conto, di un mm un altro... e accendi la paglia

)
quindi è importante conoscere sia la quantità di calore q sia l'area su cui è distribuita A=pigreco*r^2.
quindi, ala fine ciò che conta è (e scopriremo l'acqua calda

) è q/A=k/f^2 (k è una costante che racchiude tutte le altre quantità costanti)
insomma tutte queste parole (e formule

) per dire che, al solito, fondamentalmente conta praticamente solo il rapporto focale

, e che il fatto che le dimensioni della figura siano un punto o un disco non ci dice praticamente niente se non sappiamo l'apertura dell'obiettivo utilizzato!!!
in questo caso cristiano ha "lavorato" ad f10 e la cosa lo ha certamente aiutato a non farsi male subito, pero' stiamo attenti a considerare tutte le variabili e non semplifichiamo troppo altrimenti c'è il rischio che passa il concetto che "il disco non ustiona" ma ustiona solo il punto...e ci ritroviamo con una mano (nella migliore delle ipotesi) alla brace!