Ieri sera, complice la voglia di provare un nuovo tubetto appena messo a posto, ho buttato il coraggio al di là dell'ostacolo e mi sono avventurato sul balcone, nonostante il freddo cane di questi giorni ( il caldo tepore casalingo del divano e la "divertente partita alla tivù" erano una bella concorrenza). Così, messo a letto il pupetto, mi prodigo a montare il fantomatico Zeiss Telementor sulla rocciosa Heq5 per la selenica osservazione. Piccolo inciso sul telescopio: il Telementor I è un doppietto acromatico fraunhofer 63/840 di altri tempi, pesante in relazione all'apertura, ma davvero roccioso (prova ne è che il focheggiatore elicoidale reggeva senza problemi il pesantissimo delos da 6mm). Il telescopio fu commissionato dalla DDR negli anni 70 per insegnare l'astronomia nelle scuole. Per un vetero-comunista come me è un oggetto pregno di nostalgia e di fascino vintage. Comunque sia, la luna del 13mo giorno è molto luminosa e fa capolino tra le velature, che disperdono la luce e rendono un'atmosfera sospesa, quasi spettrale. Consultato rapitamente il Rukl, decido di puntare la zona di Grimaldi. Ci sono interessanti crateri e altre amenità, che rendono la quel punto della luna intrigante.
Grimaldi è come al solito imponente. La base del cratere è liscia e ricorda molto quella di un Mare lunare. E' molto scura e contrasta molto con i bordi chiari, che salgono dolcemente dapprima con morbide colline e dopo con creste lisce e affilate. Salta all'occhio immediatamente una linea scura che parte da Riccioli e sfiora il lembo nord di Grimaldi. Osservando meglio, la forma è acuminata: parte leggermente più larga e finisce in punta: l'aculeo di Riccioli! Non è la prima volta che osservo questo dettaglio. Non è un rima o una valle, infatti con diametri più generosi e ottimi seeing si capisce che è una serie di craterini in ombra quasi allineati, che il diametro piccolo non riesce a risolvere. La si nota spesso nei disegni di Grimaldi e Riccioli e nelle fotografie con focale non troppo spinta.
Risalendo l'Oceanus Procellarum, si incontra il terzetto formato dal piccolo Lohrman, Hevelius e Cavalerius. Ma il punto più bello era sicuramente Struve. Cratere in parte sommerso, assomiglia ad un golfo e ricorda vagamente Sinus Iridum visto di 3/4. Le sponde del golfo erano illuminate e contrastavano molto con il pattern del fondo del cratere. La visione più bella era fornita dal delos 6mm, che ingrandiva sì fino a 140x ( che per un piccolino da 63mm non sono niente!), ma il cui grande campo abbracciava quasi tutto l'Oceanus Procellarum. E' appunto la visione contemplativa dei vasti paesaggi lunari ad affascinarmi più dei singoli particolari. Spaziando sugli immensi panorami l'occhio si rilassa. Al contrario, se cerco particolari minuti, non riesco a concentrarmi e l'occhio vaga da solo in giro per i numerosi dettagli che offre Selene.
Per chiudere, ho passato una mezzoretta di relax, senza pretese, provando come ci si possa divertire anche con uno strumento così piccolo e antiquato.
Kapp
_________________ De kappellatis non disputandum est
Stelle già dal tramonto ci confondono il cielo a frotte, nubi meticolose nell'insegnarti la notte Telescopi: Reginato Supermaser 20", CPC11, pentax 105 e 75. Oculari: pentax xw, Nagler, Delos, takahashi tpl, zoom Svbony 3-8 e 8-20 Torretta binoculare maxbright 2 e televue binovue.
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