Ieri sera, con un seeing appena discreto (ma con i tempi che corrono, quelle pochissime sere che si riesce ad osservare mica si può fare pure i delicati) mi sono dedicato al nostro satellite, uno dei miei targets osservativi preferiti.
Non era il caso di utilizzare aperture importanti e quindi non sono voluto salire oltre i 4" del Vixen FL 102 (recentemente rimodernato con un fok Baader Steeltrack ed una verniciatura grigia "Zeiss style").
Dopo diverso tempo speso con finalità squistamente contemplative mi sono concentrato su alcuni minuti dettagli della superficie selenica:
1) i domi nei pressi del cratere Milichius. Sono riuscito a vederli tutti senza però riuscire a staccare i craterini sommitali;
2) il cratere Gay-Lussac. Ho potuto apprezzare quella che sembra essere una frattura che parte dal fondo del cratere e si protende sulla parete nord e che fa pensare ad una sorta di Petavius in scala molto ridotta;
3) il cratere Pytheas. Il fondo immerso per metà nell'ombra nerissima contrastava con la parete est, molto brillante su cui spicca uno spot di forma circolare ancora più brillante, bianchissimo.
4) il cratere Capuanus. La mia attenzione è stata rivolta allo sfuggente ma ampio domo di forma circolare e di discrete dimensioni che si riusciva a percepire sul fondo pressocchè piatto del cratere.
Gli ingrandimenti utilizzati sono andati dai 184x (ottenuti sia con un Pentax XW da 5mm che accoppiando la Barlow Zeiss con lo Zeiss Abbe II da 10mm) ai 263x (Pentax XW da 3,5mm) sino ai 307x (Radian 3mm) nei momenti in cui il seeing non favorevole dava un minimo di tregua.
Un ottimo rifrattore da 10 cm (apertura che molti reputano ridicola paragonata a specchi il cui diametro ricorda ormai il tavolo del pranzo domenicale) e un sito osservativo cittadino (da molti snobbato o considerato spesso inutile e con peculiarità esclusivamente negative) pur in serate con seeing modesto possono comunque regalare enormi soddisfazioni.
Ciao e alla prossima.
Claudio