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Autore Messaggio
MessaggioInviato: sabato 30 gennaio 2010, 8:02 
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Iscritto il: mercoledì 5 marzo 2008, 13:47
Messaggi: 16893
Località: Senigallia (AN)
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Articolo tratto dal sito www.coelum.com che ci dice come tale "caccia" agli oggetti di diametro fino a 140 mt di diametro proceda purtroppo a rilento, a causa dei finanziamenti che latitano...o che comunque sono troppo esigui! Io penso che una cosa del genere sarebbe davvero importante portarla avanti e completarla nel minor tempo possibile, ne va della nostra salvezza...



Il progetto di rilevare l'80% degli oggetti fino a 140 metri di diametro (chiamato George Brown Near-Earth Object Survey) dovrebbe essere completato entro il 2020, ma con gli attuali finanziamenti (circa 4 milioni di dollari all'anno) non si riuscirà a completarlo.
Per ottenere questo risultato servirebbero almeno 50 milioni di dollari l'anno in modo da costruire dei telescopi appositi e lanciare dei satelliti di sorveglianza. Certo che con 250 milioni di dollari all'anno si potrebbe ottimizzare il tutto eseguendo anche dei test di impatto e esplosione per collaudare le tecniche di eventuale deviazione, nel caso che si scoprisse un oggetto in rotta di collisione con il nostro pianeta.

Attualmente il progetto Spaceguard permette di rilevare il 90% degli oggetti fino ad 1 km di diametro, piccoli asteroidi che potrebbero causare danni su scala globale.
I 140 metri di questo nuovo sistema di sicurezza mondiale salverebbero da potenziali danni su scala continentale, mentre oggetti più piccoli potrebbero provocare danni su scala locale. Ricordiamoci che l'esplosione di Tunguska che all'inizio del secolo scorso si è verificata nella Siberia russa, ha distrutto migliaia di chilometri quadrati di foresta ed è stata provocata da un oggetto di circa 30 metri di diametro. Se avesse colpito una zona densamente popolata, sarebbe stata una strage.

Gli oggetti NEO finora scoperti sono oltre 6'700, 800 dei quali superano il chilometro di diametro. Quindi una grande quantità di oggetti è già stata catalogata, ma moltissimi altri restano sconosciuti, senza considerare gli oggetti provenienti dallo spazio profondo, che non sono periodici o lo sono con periodi estremamente lunghi.

Il problema principale è il tempo intercorrente fra la scoperta e l'impatto. Se i tempi sono sufficientemente lunghi sarà possibile organizzare un qualsiasi tipo di difesa, anche solo una evacuazione della zona che verrà coinvolta dal disastro.
Agli attuali ritmi il progetto potrebbe completarsi entro il 2030, ma sono speculazioni che lasciano il tempo che trovano.

Forse sarebbe necessario stanziare un po' più di quattrini in queste tecnologie: ne va della salvezza di tutti...



Cieli sereni :)

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MessaggioInviato: sabato 30 gennaio 2010, 8:41 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:35
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Località: Dove mi portano le stelle
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Il problema degli impatti asteroidali è effettivamente reale ma, a mio modesto avviso, poco realistico.
Controllare e monitorare "TUTTI" i corpi NEO sopra i 140 metri di diametro non è assolutamente facile in quanto la distanza dalla terra maggiore o minore implica la loro scoperta o meno.
Ed effettivamente c'è questa urgenza di scoprirli tutti?
A mio avviso no.
Con i se e con i ma si va poco avanti.
"SE" l'oggetto Tunguska avesse colpito una zona popolata ...
"SE" un oggetto come l'asteoride che ha ucciso i dinosauri ...
"SE" "SE" "SE"
Ma quante sono le probabilità che avvenga in tempi recenti? Non certo tantissime.
E' vero che potrebbe cascare qualcosa anche domani o fra dieci anni o fra mille.
Ma penso che le risorse debbano essere gestite in modo possibilmente corretto e dividendole in base a tanti fattori di cui non siamo a conoscenza.
Tanto per fare un esempio un progetto come il SETI che ha usufruito in passati di fondi aveva una "reale" necessità e urgenza?
Il progetto di monitorare i vari corpi celesti è sicuramente valido ma non certo per motivi catastrofistici. Quelli vanno bene per sollevare il fermento pubblico ma non certo chi deve decidere.
Se, personalmente, avessi la possibilità di spendere 50 milioni di euro l'anno per la ricerca credo che indirizzerei queste risorse verso altre prospettive, tipo, tanto per restare in temi catastrofistici, la possibilità di realizzare abitazioni antisismiche con materiali meno costosi di quelli attuali per poter evitare i centinaia di milioni di danni che ogni anno qualche terremoto catastrofico causa, oltre ovviamente alle migliaia di vittime che vengono, dopo poco, regolarmente dimenticate.
Non è perché amo osservare il cielo non resto con i piedi per terra.
E non mi chiamo Asterix (la cui sola paura era che il cielo gli cascasse in testa :mrgreen: )

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MessaggioInviato: sabato 30 gennaio 2010, 8:57 
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Iscritto il: mercoledì 5 marzo 2008, 13:47
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Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Bell'intervento Renzo; alla fine penso proprio che tu abbia ragione!


Ciao :)

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MessaggioInviato: sabato 30 gennaio 2010, 18:42 
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Iscritto il: domenica 6 agosto 2006, 23:35
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Località: Valdagno (VI)
Renzo ha scritto:
Tanto per fare un esempio un progetto come il SETI che ha usufruito in passati di fondi aveva una "reale" necessità e urgenza?

Avere la (eventuale) risposta alla domanda "Esistono altre forme di vita intelligente nell'universo?" ha una reale necessita' ed urgenza?

Per me assolutamente si'!

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MessaggioInviato: sabato 30 gennaio 2010, 19:40 
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Dato che non navigano nell'oro magari hanno attivato qualche progetto di calcolo distribuito per demandare i calcoli sui dati ottenuti.. si sa qualcosa in merito?

Si sa se esistono anche dei conti su cui fare donazioni?

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MessaggioInviato: domenica 31 gennaio 2010, 9:48 
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Dave Bowman ha scritto:
Renzo ha scritto:
Tanto per fare un esempio un progetto come il SETI che ha usufruito in passati di fondi aveva una "reale" necessità e urgenza?

Avere la (eventuale) risposta alla domanda "Esistono altre forme di vita intelligente nell'universo?" ha una reale necessita' ed urgenza?

Per me assolutamente si'!

Rispetto la tua opinione ma ti prego di fare "anche" questa valutazione.
Se i fondi a disposizione per la ricerca (parlo in generale e non solo quella astronomica) sono X, e tu potessi distribuirli, per esempio, allo studio per la realizzazione di materiali in assenza di gravità che comportano la realizzazione di macchinari a basso costo, di medicine, più potenti, sicure e meno costose per curare molte più malattie, e ad altre bazzeccole per migliorare a breve la vita sulla terra, oppure alla ricerca di una "ipotetica" vita intelligente su un pianeta distante decine e decine di anni luce, su quale delle due investiresti la tua priorità?
Io sicuramente sulla prima ipotesi.
Credo che per chi abbia bisogno di queste tecnologie per la propria vità vi sia una reale necessità e urgenza. Il sapere che non siamo soli nell'universo non riempie la tavola all'ora di pranzo.
Questo intendevo per reale necessità e urgenza.
Decidere su cosa investire i "pochi" fondi che ci sono.

Quando 40 anni fa sono andati sulla Luna oltre all'aspetto politico, molto importante e prioritario, vi sono state però notevoli ricadute tecnologiche anche in quella che è la vita quotidiana.
Pensi che se quei soldi fossero stati investiti sul SETI avrebbero portato gli stessi risultati alla gente?

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MessaggioInviato: domenica 31 gennaio 2010, 12:08 
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Renzo ha scritto:
Credo che per chi abbia bisogno di queste tecnologie per la propria vità vi sia una reale necessità e urgenza. Il sapere che non siamo soli nell'universo non riempie la tavola all'ora di pranzo.


Scusate se mi intrometto vorrei fare solo una precisazione.
SETI nacque per ricercare segnali di vita extraterrestre ma poi sono stati aggiunti studi sulla materia interstellare ed è nato il calcolo distribuito che ha portato immensi benefici proprio alle aziende che svolgono ricerca medica in quanto gli ha permesso di creare il proprio progetto di calcolo e ridurre i tempi.
Quindi grazie SETI e grazie soprattutto a tutto coloro che hanno partecipato al suo sviluppo.

Renzo concordo sul fatto che sapere che non siamo soli non riempie la tavola all'ora di pranzo ma non capisco come macchinari più potenti e medicine potenti possano farlo.

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MessaggioInviato: domenica 31 gennaio 2010, 12:56 
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Località: Dove mi portano le stelle
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Se non esistessero i trattori saremmo ancora ai buoi per arare i campi e ogni campo darebbe da vivere solo a una famiglia.
Lasciamo perdere le implicazioni economiche, i guadagni e le multinazionali per un momento.
Oggi sappiamo molto di più a livello di possibilità di usufruire delle risorse naturali grazie all'esplorazione spaziale. I satelliti in orbita, tanto per fare un esempio, quelli meteorologici, permettono di prevedere certi fenomeni violenti che solo alcuni anni fa non potevano essere previsti.
Ciò contribuisce anche ad aiutare le popolazioni meno avvantaggiate a poter evitare certe distruzioni che prima, a parità di condizioni meteo, sarebbero state più devastanti. Queste popolazioni hanno perciò una maggior possibilità di avere quel pugno di riso in più sulla tavola.
Lo studio della realizzazione di medicinali in condizioni di microgravità aumenta le possibilità di curare certe malattie.
Oggi in Italia, l'aspettativa media di vita supera gli 80 anni.
In altri paesi, purtroppo, è meno della metà ma in passato era ancora più bassa.
Pensate forse che per quelle persone sia meglio avere un trattore per arare un campo o sapere che su un pianeta della stella XY ci sia un qualcosa che emette un segnale?
Pensate che chi ha una persona malata preferisca vederla guarita o comunque con maggiori possibilità di guarigione oppure che parte di quei fondi siano dedicati alla ricerca di ET?
Io per primo sono un fautore della ricerca. Mi piace vivere comodo e se viene qualche scoperta che mi fa vivere meglio sono il primo a gioirne ma i soldi per la ricerca, a livello mondiale, sono quelli che sono. E credo che, pur nella consapevolezza che sia giusto ricercare la conoscenza che un domani ci potrà essere utile, sia più corretto non ridurre i fondi su quelle ricerche più immediate nelle loro applicazioni. E visto che i fondi non aumentano ma diminuiscono, se si deve ridurre (non tagliare del tutto ma ridurre!!) dei fondi, io per primo sono per ridurli in quei campi in cui vi è meno urgenza di risposte.
Per inciso il calcolo distribuito derivato dal SETI si è poi esteso ad altre attività in quanto coloro che vi avevano aderito, favoriti dai nuovi computer con capacità più potenti e dall'accesso alla banda larga, hanno permesso di avere maggior ore macchina a disposizione.
Se è questa l'unica utilità che ha portato il SETI resto dell'idea che la riduzione dei fondi non sia stata sbagliata.
Ma torniamo IT e parliamo della ricerca asteroidale.
Vi è uno slittamento della conclusione del programma di dieci anni.
Nel periodo dal 2020 al 2030 quante sono le possibilità di un rischio impatto? Non lo sappiamo ma possiamo, basandoci sulle statistiche di impatti negli ultimi secoli, molto basse.
Quali sono allo stato dell'arte le possibilità che riusciamo a monitorare per un periodo sufficiente un oggetto anche di 200 metri di diametro potenzialmente pericoloso?
Non molte. Oggetti ben più grandi hanno comunque parametri orbitali conosciuti con incertezze elevate e sappiamo bene che solo un gran numero di osservazioni distanziate nello spazio e nel tempo consentono di ridurre questi errori.
Ma anche ammettendo di sapere "oggi" che un oggetto di "soli" 100 metri ha una possibilità significativa di colpire la Terra di qui a venti anni quale sarebbero le soluzioni che possiamo mettere in pratica per diminuire questo rischio o portarlo a zero?
Se devo essere onesto credo che siano tendenti a zero. Almeno quelle che siano realistiche.
Per cui resto dell'idea che preferisco concentrarmi più sull'oggi che pensare a un ipotetico domani.
Ovviamente, e qui chiudo, parlo se dovessi essere io a dover firmare l'assegno da destinare alla ricerca e sapessi quante sono le disponibilità e le necessità.

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MessaggioInviato: domenica 31 gennaio 2010, 14:26 
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lele_core ha scritto:
SETI nacque per ricercare segnali di vita extraterrestre ma poi sono stati aggiunti studi sulla materia interstellare ed è nato il calcolo distribuito che ha portato immensi benefici proprio alle aziende che svolgono ricerca medica in quanto gli ha permesso di creare il proprio progetto di calcolo e ridurre i tempi.
Quindi grazie SETI e grazie soprattutto a tutto coloro che hanno partecipato al suo sviluppo.


Non mi pare che sia nato con Seti il calcolo distribuito. La parallelizzazione del calcolo e' precedente, a mio avviso.
E' l'investire soldi sul grid computing che ha avuto una ripercussione utile, non l'aver investito specificatamente su Seti.

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Telescopio e montatura: Meade ACF LXD 75 (SC 8'') - Riduttore: Baader Alan Gee Mark II (attualmente: Feq 1090, f5.4)

CCD Deep: Orion DSCI II (color ICX429AKL 752*582 8.6nm*8.3nm) - Guida: OAG tramite Meade DSI Pro
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Tra piccole iene anche il Sole sorge solo se conviene (Afterhours)


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MessaggioInviato: domenica 31 gennaio 2010, 15:29 
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Fabios ha scritto:
Non mi pare che sia nato con Seti il calcolo distribuito. La parallelizzazione del calcolo e' precedente, a mio avviso.


Si infatti stavo pensando dopo aver scritto che non era esatto.. sarebbe stato meglio scrivere che SETI ha incoraggiato la diffusione, ha pubblicizzato ed ha trovato gli utenti per il calcolo distribuito.
Il tutto poi grazie alla piattaforma BOINC.. ma qui andiamo troppo OT.

rientrando in tema voglio dire grazie a Renzo per le delucidazioni.

Parzialmente in tema fondi alla ricerca il mese scorso il progetto SETI ha mandato una email chiedendo contributi a tutti gli iscritti, credo sia una ottima soluzione chiedere fondi direttamente a chi è interessato, mentre lasciare ai governi il finanziamento di quei progetti di ricerca più urgenti. Mi sembra una ottima soluzione.

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