Andrea75 ha scritto:
Sarei curioso di capire se ci può essere qualche punto di incontro tra questi diversi approcci all'osservazione...
E' spingere sempre al limite il sistema occhio-cervello e il proprio strumento.
E' lo stesso concetto applicato a differenti ambiti osservativi.
Solo l'esperienza diretta (magari ripetuta) ci porta ad avvicinarci al limite.
Dopo aver scoperto che era possibile superare con facilità la soglia della magnitudine limite visibile con un dato telescopio (su galassie), mi sono reso conto delle condizioni necessarie per condurre osservazioni che pensavo impraticabili, come osservare più di 30 nebulose del catalogo Sharpless, o la Cono (che è meno difficile di quanto si legge in giro), e così via.
Ora, con un telescopio da 20cm, vorrei imparare a seguire l'andamento atmosferico dei pianeti. E il disegno, in questo, aiuta moltissimo.
La mia, finora, limitata esperienza in merito, mi ha fatto capire che più si cerca di vedere, più si impara a vedere.
E da un festone qualsiasi di Giove, saltano fuori dettagli che hanno un nome: "tacche", "protuberanze", "condensazioni", "barre", "ovali", "baie", eccetera...
Insomma, senza fare distinzione tra "neofiti" e "non-neofiti" ci sono soltanto due cose che aumentano l'esperienza personale: la voglia di vedere e lo studio, pratico e teorico.