No, escludo i retroriflettori. Quelli sulla Luna riflettono solo nella direzione da cui arriva il laser.
Il principio è in effetti lo stesso dei catarifrangenti stradali, ma questi ultimi sono più "aperti" anche per riflettere un po' di luce diffusa ed essere più visibili, sia all'automobilista che li illumina, sia ad altri passanti. Mentre i retroriflettori sulla Luna devono riflettere precisamente tutti i fotoni possibili sparati col laser da Terra.
Potrebbe esserci una componente di riflessione geometrica sulla faccia frontale dei prismi (il cosiddetto "sun glint", si usa per determinare la velocità di rotazione dei satelliti che portano retroriflettori, come i LAGEOS), ma sulla Luna lo escludo per le condizioni geometriche (le facce frontali sono rivolte verso la Terra).
I laser usati per le misure con i retroriflettori lunari sono da 1 GW (si, Giga!), almeno quello di Apache Point. Le penne laser massimo 5 mW. Sopra i 10 mW sono pericolosi per gli occhi...fate voi la proporzione

E anche il fascio di Apache Point, per quanto collimato, quando arriva sulla Luna è molto aperto, mi pare copra qualche km quadrato, ma vorrei controllare la misura precisa. E al telescopio ritornano pochi fotoni di ogni impulso.
Quindi anche montando un puntatore laser in parallelo al telescopio, dubito che si riesca a vedere qualcosa puntando i siti dove sono posizionati i retroriflettori.
Detto questo: novità sullo strano fenomeno? Risposte dall'ALPO? Sono curioso.
EDIT: non avevo visto la risposta di
gvnn64