Da un bel pezzo non sono più attivamente su questo forum (né su altri, per mancanza di argomenti...) tuttavia ho trovato questa discussione piuttosto "atipica" rimanendone piacevolmente sorpreso.
Credo che questa frase dell'ottimo Kapp:
Cita:
C'è secondo me da chiarire quel che ricerca l'astrofilo esperto, che ha posseduto una marea di strumenti, e quel che ricerca il giovane astrofilo impaziente di carpire tutti i dettagli che può dare un telescopio.
individui un punto cruciale: l'approccio all'osservazione del cielo non deve essere dominato dall'impazienza.
I report di chi fa osservazione e disegno planetario (parliamo di questo, giusto?) con piccoli (e quindi più facilmente ottimi) strumenti possono certamente essere fuorvianti per il neofita se questi si convince di poterli replicare immediatamente, alla prima occhiata, totalmente ignaro del percorso di esperienza indispensabile per maturare una tale capacità osservativa. Il problema è che la maggior parte di quelli che si avvicinano in generale all'osservazione amatoriale lo fanno con l'approccio "soft & easy" che ormai caratterizza la nostra mentalità un po' in tutti i campi: ecco, osservare e disegnare i pianeti tutto è fuorchè "soft" e tantomeno "easy", e questo indipendentemente dalla dimensione dello strumento (con le ovvie differenze prestazionali).
Ho imparato sulla mia pelle cosa vuol dire sfruttare fino in fondo uno strumento astronomico: e vi sono almeno due livelli da raggiungere. Il primo è il completo sfruttamento delle possibilità strumentali, fino al limite dato dalle prestazioni ottiche: il che vuol dire imparare ad eseguire una corretta ed intelligente manutenzione (pensiamo alla collimazione di un newton avendo come obiettivo l'ottenimento della miglior figura di diffrazione possibile a fuoco) e a porre in essere piccoli trucchi ed accorgimenti per far rendere al meglio lo strumento che abbiamo tra mano.
Il secondo è il completo sfruttamento delle possibilità osservative: vale a dire, accertati i limiti ottici dello strumento, imparare ad osservare tutto ciò che si può osservare in campo planetario. Osservare assiduamente, il più possibile, concentrarsi sull'immagine e disegnare o comunque produrre report: familiarizzare con le superfici planetarie, imparare a seguire le loro peculiarità di giorno in giorno e di opposizione in opposizione, cogliere analogie e differenze... Credo che il miglior servizio che si possa fare al neofita (ovviamente disposto ad usarne) sia di tipo educativo: insegnargli ad osservare, qualsiasi strumento abbia. Il sottoscritto non va più in là di un sessantino giapponese del 1988 e di un 114/1000 Skywatcher del 2012, in proporzione anche meno prestazionale del rifrattore. Ma proprio con il riflettore è stato un piacere ed è stato assai istruttivo seguire, due anni fa, l'opposizione marziana; anche con disegni di cui allego volentieri un paio di esemplari.
Perdonate la lungaggine, spero sia un contributo utile...