Cerco di non farla troppo lunga ma sarà difficile. In verità ho avuto molte occasioni di fare confronti del genere ma non ho mai preso appunti, stavolta invece mi ero attrezzato perché pensavo di scrivere un articoletto che poi invece mi è rimasto nella tastiera e lì rimarrà.
Allora, lo Skywatcher è il solito 150 mm col tubo nero. Per la precisione il primario ha un diametro utile di 148 mm mentre il secondario ha un’asse minore di 50 mm, quindi l’ostruzione è del 34%. D-d = 98 mm, per cui un confronto col rifrattore ci sta. L’intubazione non è raffinatissima ma rispetto a quella dei vecchi newton di una volta - tanto incensati nei mercatini di cianfrusaglie “made in Japan” - questa è su un altro pianeta, ad esempio per il fuocheggiatore da 2 pollici demoltiplicato, fluidissimo e preciso, che si può sia inclinare sia traslare rispetto al tubo. Ho avuto diversi newton di questo calibro, dal Vixen R150 all’Orion UK ai GSO f/5 e f/6, lo Skywatcher ha un’ottica decorosa ma nulla di più (il migliore che ricordo è il GSO), comunque è sufficiente a fare il proprio dovere. E’ un tele per l’osservazione e la fotografia del cielo profondo mentre è meno votato all’alta risoluzione, l’avevo preso per fare un po’ di foto deep sky ma ci ho rinunciato subito, non fa per me.
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Il rifrattore è il 100ED f/9 cinese che ormai tutti conoscono ad nauseam, il mio in particolare è un Celestron XLT del 2009. E’ un’ottica molto valida, decisamente superiore (tanto per non far nomi) al mio Vixen 102, strumento glorioso ma ormai démodé. Per non azzoppare l’ottica ho sostituito il fuocheggiatore originario con un Baader Diamond Steeltrack che ha anche il merito di far guadagnare quasi quattro centimetri di backfocus, utili per l’uso in binoculare. Il tubo è rivestito con una pellicola bianca.
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Ho portato i due tele l’estate scorsa (2019) nella mia casa di montagna a 1550 metri per osservare Giove e Saturno lontano dalle caligini padane. Il sito ha un seeing che è l’opposto di quello di Milano, da dove osservo abitualmente. Mentre a Milano il seeing notturno è in genere molto buono o anche ottimo mentre quello diurno è problematico, in montagna di giorno ho quasi sempre un ottimo seeing, almeno fino in tarda mattinata, poi peggiora, mentre di notte è molto più ballerino a causa della notevole escursione termica che si verifica dopo il tramonto e che costringe a lunghe attese. Ma l’atmosfera cristallina offre immagini brillanti e nitide rispetto a quelle che si osservano dalla pianura, soprattutto coi pianeti bassi sull’orizzonte come in questi anni.
I tubi ottici erano su una Vixen GP2 motorizzata (rifrattore) e su una GSO altazimutale (riflettore). Come oculari ho usato dei Tecnosky ED, dei Vixen LV e SLV, una Barlow Parks 2x per il newton e un diagonale Baader T2 per il rifrattore.
GioveIl riflettore a 225x e il rifrattore a 150x - ingrandimento pari a 1.5D per entrambi – hanno mostrato immagini molto simili in cui si notavano tre componenti della SEB e le caratteristiche irregolarità della NEBs da cui originano i festoni che “scendono” nella EZ, oltre ai festoni stessi, almeno i più cospicui. L’immagine del rifrattore si notava per un contrasto maggiore, tanto che la STB e la SSTB si vedevano subito senza sforzo mentre nel riflettore bisognava penare un po’ soprattutto a causa della turbolenza interna al tubo: mentre nel telescopio a lenti l’immagine era sempre ferma e scolpita quella nel riflettore era sempre, dico sempre, vibrante e costringeva ad attendere i momenti di maggiore calma per aguzzare la vista e cogliere i dettagli più fini. Anche se il pianeta era subito visibile dopo il tramonto del Sole, la rapida escursione termica rendeva l’osservazione difficoltosa e soltanto dopo un paio d’ore l’immagine nel riflettore diventava fruibile. Purtroppo un telescopio così modesto e poco votato all’hires non giustifica, secondo me, l’installazione di una ventilazione forzata. In aggiunta, la scarsa profondità di fuoco di un f/5 costringe a trafficare spesso con la demoltiplica, peraltro molto precisa.
Di contro il newton offre immagini più brillanti, fa percepire meglio i colori e rende più agevole l’uso della torretta. Mentre il rifrattore a 156x era secondo me già vicino al limite come luminosità nel mio bino Zeiss (con coppia di SLV da 15 mm) nel riflettore a 195x (coppia di SLV da 10 mm) l’immagine aveva una luminosità ancora più che adeguata evidenziando il bellissimo rosa salmone della macchia rossa e il blu-verde dei festoni, visibili anche nel rifrattore ma meno evidenti.
Insisto particolarmente su questo aspetto perché da lungo tempo ho abbandonato l’osservazione monoculare, ritenendo i benefici della visione con due occhi assolutamente irrinunciabili, almeno per me. Si tratta naturalmente di una conclusione soggettiva, altri osservatori potrebbero benissimo non essere d’accordo. Di contro la visione binoculare richiede più luce e quindi apertura, telescopi molto piccoli rendono meglio in monoculare, eccetto che per osservare la Luna o un paesaggio terrestre.
SaturnoAnche nel caso di Saturno i due strumenti hanno offerto lo stesso dettaglio, la regione polare scura, la NEB e la EZ sul globo, la divisione di Cassini, l’ombra del pianeta sugli anelli, l’anello C davanti al globo, ecc. però l’incisione d’immagine data dal rifrattore era di nuovo superiore a quella visibile nel telescopio a specchi, il pianeta appariva realmente scolpito e la divisione di Cassini aveva una nitidezza impressionante. Nel riflettore Saturno appare più brillante ma anche più slavato, col bordo del globo e dell’anello un po’ meno netti e, ancora una volta, più vibrante. Uno svantaggio del newton in quelle circostanze è che il calore del corpo peggiora le cose mentre il rifrattore non ha questo problema trovandosi l’osservatore all’altra estremità del tubo.
LunaLungo il terminatore, dove i dettagli sono più contrastati, il newton fa sentire il maggior potere risolutivo, ad esempio nella percezione delle rimae sinuose o dei piccoli crateri sul fondo di Posidonius e di Plato. L’immagine brillante permette di usare il visore binoculare fino ad almeno 250x, ma se il cielo è bello limpido si arriva tranquillamente a 300x. Il rifrattore è un poco inferiore, l’immagine è più stabile ma anche più scura, il che limita l’ingrandimento massimo a cui ci si può spingere, ingrandimento che varia anche in funzione della fase e dell’altezza della Luna sull’orizzonte.
SoleBeh, qui non c’è storia, a parità di filtro utilizzato (il Baader Astrosolar) in luce bianca il rifrattore surclassa il telescopio a specchi in qualunque circostanza nonostante il divario di apertura; se poi gli si applica un prisma di Herschel la differenza diviene abissale. Le ragioni possono essere le più varie, non ci insisto per non farla lunga. Se si vuole ottenere un buon strumento solare partendo da un riflettore bisogna rinunciare ai filtri frontali, levare l’alluminatura dallo specchio primario e utilizzare un’intubazione a traliccio invece del tubo chiuso, non ci sono alternative.
Stelle doppieDevo dire che il newton si è comportato benissimo nonostante l’ostruzione, arrivando facilmente a separare doppie fino al limite teorico, anche abbastanza sbilanciate. Se si vuole ottenere un buon risultato va collimato in modo pignolo ma una volta messo a punto può dare molte soddisfazioni. Le centriche non saranno mai nettissime come quelle del rifrattore ma il potere risolutivo in più si esplica meglio che non nell’osservazione planetaria, dove il riflettore arranca un po’. L'importante è che lo specchio primario non sia astigmatico, nel caso bisogna toglierlo dal tubo (è facilissimo) e allentare i morsetti che lo stringono alla cella.
MontaturePer quanto mi costi ammetterlo

il newton su una buona montatura altazimutale sollevata a un’altezza adeguata è di una comodità senza pari, e se il tubo è corto è anche stabilissimo. Però anche in equatoriale è molto comodo perché il tubo si ruota facilmente per portare l'oculare nella posizione meglio raggiungibile. Il rifrattore in altazimutale richiede necessariamente una montatura robusta e si impiega meglio in equatoriale salvo che per le osservazioni terrestri.
ConclusioniSe si prescinde dai problemi di termica direi che i due telescopi sono alla pari. Una volta acclimatato il newton ha mostrato di soffrire il seeing (quello atmosferico) un po’ più del rifrattore ma non direi tanto da costituire una discriminante tra i due. Fossi un neofita e dovessi scegliere uno dei due come primo telescopio mi chiederei innanzitutto se sono interessato all’osservazione del Sole (il ciclo 25 è iniziato e in capo a meno di un anno dovremmo vedere la nostra stella coprirsi di macchie). Se la risposta è sì allora la scelta cadrebbe senza dubbio sul rifrattore, visto che è adattabile anche alle riprese in banda stretta; altrimenti punterei sul newton che è uno strumento più universale, possibilmente un f/6 che sarebbe meglio corretto, meno ostruito e fruibile con oculari poco costosi anche per le osservazioni a grande campo.