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MessaggioInviato: venerdì 22 settembre 2006, 8:40 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:12
Messaggi: 389
Località: Settimo di Pescantina VR
Tipo di Astrofilo: Visualista
Quindi neanche tu sei più un ragazzino
20+12 fa 32 se non erro!?!?!
Te ne davo meno, più o meno quelli he avevi nella foto! :lol: :lol: :lol:

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ciao Andrea.

"Look mummy, there's an airplane up in the sky" R.W.


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MessaggioInviato: venerdì 22 settembre 2006, 8:44 
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Iscritto il: mercoledì 9 agosto 2006, 9:02
Messaggi: 149
eh già...son proprio 32... il tempo passa e le responsabilità aumentano... o si mette la tesa a posto, o si fa una brutta fine... Cmq adoro ridere e scherzare, e in un certo senso un pò di mentalità da ragazzino mi piace conservarla :)

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MessaggioInviato: venerdì 22 settembre 2006, 9:25 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 17:06
Messaggi: 4146
Località: Siracusa
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
bleo ha scritto:
Daccordissimo sul fatto che aumentando di dimensioni e diminuendo in densità il sole sarà più freddo di oggi, tuttavia, vado a ragionamento, e preciso che non sono certo un fisico, ritengo che una massa radiante grande quasi un terzo della volta celeste qualche problemino ce lo dovrebbe causare.
Mi viene questo esempio: Percepiamo più calore da una brace rovente posta a 3 metri di distanza o da un calorifero a 60° posto a un metro?
Credo che il principio della massa radiante possa valere anche per il sole nella sua fase finale, però ripeto è solo un'intuizione, nulla di scientifico, anche se ho sempre letto che il destino della terra sarà di essere "cotta" dal sole, quindi credo che chi lo scrive abbia basi scientifiche superiori alle mie, almeno mi auguro.


Tranquillo bleo il dubbio l'ho anch'io e quello che ho scritto prima è solo un idea basata su un ragionamento...in effetti non ho considerato la superficie radiante. Ad ogni modo si potrebbe calcolare per via teorica quanta radiazione arriverrebbe sulla terra se il sole fosse a 2000K e con una estensione fino a venere.
Ciò che mi fa pensare è il fatto che le giganti rosse sono grandi ma diffuse, cioè hanno una densità bassissima ed è difficile in quei casi anche trovare un limite fra la loro atmosfera e la fotosfera.

Altro punto è che il sole è una stella piccola, quindi la sua espansione sarà anche limitata, tanto per intenderci, con tutta probabilità non avrà l'energia sufficiente ad innescare la reazione che porterebbe alla fusione dell'elio in carbonio-ossigeno.

Se sulla terra, giustamente avverra un aumento di temperatura (non la distruzione) è molto probabile che l'atmosfera potrebbe resistere...così come ci insegnano i pianeti giganti gassosi scoperti in orbita vicinissimi alle proprie stelle.

Cmq l'argomento è piacevolmente interessante.
Magari qualche fisico potrebbe fare due calcoli...

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Diego Barucco
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MessaggioInviato: venerdì 22 settembre 2006, 11:47 
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Iscritto il: sabato 11 febbraio 2006, 12:43
Messaggi: 16143
Località: Milano
Tipo di Astrofilo: Visualista
Il discorso è interessante e mi sono un po documentato.
Quando il sole terminerà l'idrogeno comincerà a collassare fin quando la pressione non inizierà a far bruciale l'elio, ma "l'onda di ritorno" farà espellere dalla nostra stella dal 3 al 5% della sua massa in un tempo brevissimo, con venti solari migliaia di volte più potenti delle peggiori tempeste solari attuali. Risultato, il nostro campo magnetico (che ci protegge) non reggerà a tale differenza di carica, quindi collasserà; il plasma "sparato" a velocità di circa 8/9000 km/s spazzerà via l'atmosfera dal pianeta che rimarrà ne più ne meno come il Marte attuale.
Dopo questo primo sussulto la cosa si svolge come avete già scritto, sempre secondo ciò che ho letto, prima che il Sole esca dal ramo di "sequenza principale" (del diagramma HR), avrà già perso circa il 25% della sua massa con i normali venti solari, ne perderà un ulteriore 15% nella fase di gigante rossa, quindi la massa rimanente (50/60%) secondo Subrahmanyan Chandrasekhar (l'astrofisico che studiò l'evoluzione stellare in base alla massa), è una massa ampimente sufficente per per permette il bruciamento dell'elio.
Per farla breve, secondo ciò che ho letto la Terra farà una brutta fine, prima che il Sole cominci a "gonfiarsi".

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Newton: Barile 400/1830 mm; Obice 200/1650 mm; Bidoncino 114/1300 mm solarizzato. •• Rifrattori: Nano apo 80/480 mm; Milo acro 76/1400 mm; 60ino acro 60/700 mm. •• Catadiottrici: C8 xlt. •• Binocoli: Docter Aspectem 40x80 ED, William Optics 22x70 ED, Vixen Ultima 8x56, Nikon Action EX 16x50, Canon 10x30 IS II, Vortex Vanquish 8x26, Ibis Horus 5x25, Pentax Papilio 6,5x21, Orion 2x54.


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MessaggioInviato: venerdì 22 settembre 2006, 12:31 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 17:06
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Località: Siracusa
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Angelo Cutolo ha scritto:
Il discorso è interessante e mi sono un po documentato.
Quando il sole terminerà l'idrogeno comincerà a collassare fin quando la pressione non inizierà a far bruciale l'elio, ma "l'onda di ritorno" farà espellere dalla nostra stella dal 3 al 5% della sua massa in un tempo brevissimo, con venti solari migliaia di volte più potenti delle peggiori tempeste solari attuali. Risultato, il nostro campo magnetico (che ci protegge) non reggerà a tale differenza di carica, quindi collasserà; il plasma "sparato" a velocità di circa 8/9000 km/s spazzerà via l'atmosfera dal pianeta che rimarrà ne più ne meno come il Marte attuale.
Dopo questo primo sussulto la cosa si svolge come avete già scritto, sempre secondo ciò che ho letto, prima che il Sole esca dal ramo di "sequenza principale" (del diagramma HR), avrà già perso circa il 25% della sua massa con i normali venti solari, ne perderà un ulteriore 15% nella fase di gigante rossa, quindi la massa rimanente (50/60%) secondo Subrahmanyan Chandrasekhar (l'astrofisico che studiò l'evoluzione stellare in base alla massa), è una massa ampimente sufficente per per permette il bruciamento dell'elio.
Per farla breve, secondo ciò che ho letto la Terra farà una brutta fine, prima che il Sole cominci a "gonfiarsi".


Ottimo angelo!
Non avevo preso in considerazione il campo magnetico.
Cmq 8000-9000 Km/s sono un pò tanti. I venti stellari registrati in questa fase raramente vanno oltre i 3000 km/s. Nella fase iniziale di perdita di massa dopo il superamento del ramo asintotico, la velocità del vento stellare è appena sufficiente ad impedire la ricaduta, per gravità, del materiale espulso (fonte Sabbadin dell'INAF).
A causa della progressiva contrazione delle zone interne della stella, la temperatura e quindi la velocità del vento stellare aumentano progressivamente, fino ed non oltre i 3000 km/s...di media 2000 km/s nelle fasi terminali della contrazione.

Riguardo alla massa sufficiente al bruciamento dell'elio il conto non mi torna molto, ma posso benissimo sbagliarmi, hai per caso la fonte che cita questa cosa, poichè avevo letto in studi recenti che una stella di 1 massa solare non è in grado, ad un certo punto della sua evoluzione, di innescare la reazione dell'elio a causa di un forte deficit di pressione e temperatura. Se non sbaglio era un lavoro di Renzini & Stanghellini...

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Diego Barucco
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MessaggioInviato: venerdì 22 settembre 2006, 14:46 
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Tutta la mia base di ricerca è partita da in'articolo di Le Scienze (credo agosto 2004) di Sandro Scandolo e Raymond Jeanloz, questi hanno fatto delle simulazioni dinamiche al computer riguardanti il comportamento della materia in condizioni estreme (come all'interno di una stella). Utilizzando la parola "venti solari" effettivamente vi ho fuorviato, il plasma che viene espulso dal sole a 8/9000 km/s è dovuto all'effetto "rimbalzo" dovuto al primo collasso gravitazionale della stella nel momento in cui la reazione dell'idrogeno viene meno, quest'onda d'urto comprime gli stati superficiali di idrogeno della stella, questi si "accendono" facendo ciò che ho descritto, esaurita l'energia cinetica questi si stabilizzano bruciando con "più calma" e dando inizio alla fase da te descritta.
Rriguardo la massa critica per l'accensione dell'elio Scandolo e Jeanloz sembra abbiano fatto le simulazioni conteggiando anche l'effetto catalizzatore delle "impurità" (leggasi metallicità) tipiche delle stelle di Popolazione I (come il sole), perche (uso il condizionale) è possibile che stelle di media e alta metallicità riescano ad'innescare le reazioni nucleari (sia di sequenza principale che non) a temperature e pressioni molto (relativamente parlando) più basse rispetto ad'una (teorica) stella di Popolazione III, ovvero quelle composte esclusivamente di H e He.
Partendo dalle fonti bibliografiche di queto articolo ho poi scartabellato tra altre riviste e libri che posseggo, oltre che dal web, interessante un articolo sulla prima popolazione stellare presente su Le Stelle n° 41 (o 42, non ricordo).

Ps.:non preoccuparti di "sbagliare" è comunque divertente discutere di queste cose anche se si dovessero scrivere fesserie, ad esempio non essendo abituato a scrivere post lunghi, è possibile che abbia scritto delle nefandezze. :roll:

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Angelo Cutolo ha scritto:
Tutta la mia base di ricerca è partita da in'articolo di Le Scienze (credo agosto 2004) di Sandro Scandolo e Raymond Jeanloz, questi hanno fatto delle simulazioni dinamiche al computer riguardanti il comportamento della materia in condizioni estreme (come all'interno di una stella). Utilizzando la parola "venti solari" effettivamente vi ho fuorviato, il plasma che viene espulso dal sole a 8/9000 km/s è dovuto all'effetto "rimbalzo" dovuto al primo collasso gravitazionale della stella nel momento in cui la reazione dell'idrogeno viene meno, quest'onda d'urto comprime gli stati superficiali di idrogeno della stella, questi si "accendono" facendo ciò che ho descritto, esaurita l'energia cinetica questi si stabilizzano bruciando con "più calma" e dando inizio alla fase da te descritta.
Rriguardo la massa critica per l'accensione dell'elio Scandolo e Jeanloz sembra abbiano fatto le simulazioni conteggiando anche l'effetto catalizzatore delle "impurità" (leggasi metallicità) tipiche delle stelle di Popolazione I (come il sole), perche (uso il condizionale) è possibile che stelle di media e alta metallicità riescano ad'innescare le reazioni nucleari (sia di sequenza principale che non) a temperature e pressioni molto (relativamente parlando) più basse rispetto ad'una (teorica) stella di Popolazione III, ovvero quelle composte esclusivamente di H e He.
Partendo dalle fonti bibliografiche di queto articolo ho poi scartabellato tra altre riviste e libri che posseggo, oltre che dal web, interessante un articolo sulla prima popolazione stellare presente su Le Stelle n° 41 (o 42, non ricordo).

Ps.:non preoccuparti di "sbagliare" è comunque divertente discutere di queste cose anche se si dovessero scrivere fesserie, ad esempio non essendo abituato a scrivere post lunghi, è possibile che abbia scritto delle nefandezze. :roll:


Grazie della precisazione riguardo al plasma!

Indagherò sulla faccenda della combustione dell'elio che m'interessa in quanto non sono mai venuto a conoscenza del possibile effetto catalizzatore dei metalli in queste condizioni.
Bisogna vedere cmq se la quantità di metalli è sufficiente da essere un catalizzatore efficace per una stella di così piccola massa.

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Diego B. ha scritto:
[CUT]...Indagherò sulla faccenda della combustione dell'elio che m'interessa in quanto non sono mai venuto a conoscenza del possibile effetto catalizzatore dei metalli in queste condizioni.
Bisogna vedere cmq se la quantità di metalli è sufficiente da essere un catalizzatore efficace per una stella di così piccola massa.

Se trovi qualcosa, postala, che la cosa interessa anche me. :wink:
Ho riletto l'articolo su Le Stelle, non va molto in profondità (rimane sul divulgativo), pero penso che la parola "catalizzatore" (che a quanto so, ha un senso rigoroso solo in chimica) non sia stata utilizzata in maniera rigorosa ma più per rendere l'idea, penso che ci siano di mezzo più degli effetti quantistici che chimici, almeno penso.

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Diego B. ha scritto:
[CUT]...Indagherò sulla faccenda della combustione dell'elio che m'interessa in quanto non sono mai venuto a conoscenza del possibile effetto catalizzatore dei metalli in queste condizioni.
Bisogna vedere cmq se la quantità di metalli è sufficiente da essere un catalizzatore efficace per una stella di così piccola massa.

Se trovi qualcosa, postala, che la cosa interessa anche me. :wink:
Ho riletto l'articolo su Le Stelle, non va molto in profondità (rimane sul divulgativo), pero penso che la parola "catalizzatore" (che a quanto so, ha un senso rigoroso solo in chimica) non sia stata utilizzata in maniera rigorosa ma più per rendere l'idea, penso che ci siano di mezzo più degli effetti quantistici che chimici, almeno penso.


Angelo faccio un indagine, ma per essere sicuro la prossima settimana invio un email all'osservatorio di Padova dove sono in contatto da tempo con un famoso e disponibile astronomo che studia principalmente le planetarie e l'evoluzione stellare, per andare sul sicuro chiedo. Più studio queste cose ad un certo livello più mi accorgo che ognuno dice la sua e alle volte difficile distiguere l'ipotesi poco attendibile da quella più vicina alla realtà!

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Diego Barucco
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