ciao Claudio,
dici molto bene.
Io stesso mi sto accorgendo di quanto si debba imparare a osservare con strumenti diversi e che la capacità di discernere differenze passa attraverso lunga esperienza e pazienza.
Tra i rifrattori di ottima realizzazione (e intendo i vari TSA, gli AO da 4 pollici, i Vixen alla fluorite, etc, etc) passano differenze molto sottili nella restituzione dell'immagine che si chiamano (in modo obiettivamente poco scinetifico): pastosità, saturazione dei colori, resa dei bianchi, peculiarità nel modo di focalizzare l'immagine, "trasparenza" apparente dell'obiettivo, dominanti cromatiche di fondo, e altre balle del genere ...
Sono peculiarità che non fanno un'ottica migliore di un'altra ma semplicemente diversa.
L'altro giorno, parlando con un amico, si diceva di quanto possa sembrare anacronistico possedere strumenti "quasi" uguali tra loro agli occhi dei più che però, dopo attenti esami e osservaqzioni, denotano caratteri profondamente diversi.
A fine luglio organizzeremo una due giorni in cui verranno riuniti i rifrattori più corretti (e costosi) mai costruiti per gli amatori (alcuni molto rari) per il piacere di fare ciò che non è mai stato permesso a nessuno, ovverosia avere insieme:
un Takahashi FC100-N
un Pentax 105-SD
un Nikon 100ED F12
Uno Zeiss APQ 100/640
Uno Zeiss AS 100/1000
Uno Zeiss AS 110/1650
Un Royal 108/1600
Un 90mm F17 in configurazione Steinheil (come gli AS e il Takahahsi)
E quanlcosa altro che ora è fase di "raccolta".
Poi scriveremo un articolo e cercheremo di capire come si comportano questi strumenti rari.
Paolo