Lead Expression ha scritto:
Ivaldo, quando lo avrai sfogliato per bene ne fai una piccola recensione?
Ci provo, ma prendetela con le molle: sono solo pareri personali.
Il libro l'ho letto fino in fondo e ne ho compreso una buona parte. È senz'altro da rileggere quando avrò fatto un po' più di esperienza nell'osservazione solare: si tratta difatti di un vero e proprio manuale per astrofili e molte cose credo si capiranno meglio provando a farle. Vi sono alcuni accenni alla fisica del Sole, ma lo scopo del libro non è questo, ma piuttosto illustrare le tecniche per l'osservazione e la ripresa in luce bianca ed in H alfa, ma anche in bande meno famose, come il calcio K. Si inizia con la strumentazione, i filtri, i tipi di telescopi solari ed accessori particolari come gli spettroscopi ed i coronografi (sempre in versione astrofila). Interessante, anche se per ora proprio non mi ci metto, anche il capitolo sulla radioastronomia solare amatoriale. Si passa poi alla fotografia ed alle tecniche di elaborazione digitale con una sezione dedicata alla ripresa di filmati a forte accelerazione per evidenziare il ovimento delle strutture. Vi sono poi tutta una serie di capitoli dedicati alla "misura di ciò che si vede o riprende" ovvero all'attività scientifica (seppur sempre in ambito amatoriale) in cui è possibile cimentarsi. Qui sono elencati i vari tipi di struttura che possono essere visti sul Sole (io conoscevo solo le macchie, la granulazione, le facole e le eruzioni solari, ed invece c'è molto di più). Sono elencati e spiegati vari metodi di classificazione dei fenomeni e suggerite tabelle per registrarli in modo coerente a quanto fanno altri astrofili nel mondo. Sono poi indicati i centri di raccolta dei dati. Un capitolo è dedicato all'osservazione, ripresa e studio delle aurore ed un altro capitolo (più corposo) all'osservazione, ripresa e studio delle eclissi di Sole e dei fenomeni correlati.
Si tratta di un "tomo" di più di 500 pagine corredato da grafici, disegni e fotografie (non esteticamente fenomenali, ma utilissimi a comprendee quanto spiegato nel testo).
Il primo difetto è ovviamente la lingua. Il mio scarso inglese è stato sufficiente a comprenderlo, ma mi ritrovo a non sapere con esattezza qual'è il nome di alcune formazioni in uso tra gli astrofili solari italiani (ad esempio "pores", oppure "Umbral dots" o "Light Bridges").
Il secondo difetto è la vetustà del libro. La prima edizione in tedesco è del 1982. È chiaro che quindi tutta la parte riguardante la ripresa fotografica si riferisce quasi integralmente a riprese su pellicola (o su film super 8 per i filmati accelerati). Anche i riferimenti agli strumenti risentono di questa vetustà (non si fa cenno ai Coronado, per dirne una).
Ad ogni modo io l'ho trovato davvero molto interessante. Soldi ben spesi.