@raf
volevo caricare un'immagine con la posizione che usavo sul newton, ma non ricordo più come si fa

amen non è essenziale. in effetti nelle condizioni osservative che descrivi tu, basta scegliere la posizione ideale dell'oculare in relazione all'oggetto e alla zona di cielo e il gioco è fatto.
@renato
la mia condizione tipo con il "neofita" o con l'osservatore occasionale di fronte a soggetti anche piuttosto "significativi" è questa
Y: non vedi il dettaglio x?
N:no
Y: si guarda un po' più a destra del centro del disco del pianet.
N: si
Y: ok adesso vedi le bande centrali? ci sono delle strisce colorate
N: si più o meno (siamo magari a 300x)
Y: come più o meno? metti a fuoco devi vedere tutto nitido, i contorni del pianeta devono essere netti
N: mmm
Y: com'è la tua vista?
N: mi mancano 4 diottrie
Y: ottimo! come me aspetta che metto a fuoco io.
...
Y: si era un po' fuori fuoco, prova adesso
N: si dicevi...?
Y: allora le vedi le bande adesso? in mezzo al pianeta, come se tracciassero il diametro.
N: si ok
Y: ecco allora un po' a destra non troppo verso il bordo sulla banda superiore non vedi un dischetto nero? (ombra del satellite)
N: mmm mah non so forse...
Y: aspetta ... si è a fuoco, riprova
N: mah non sono sicuro... si forse si.
Y: ecco! quella è l'ombra di un satellite in transito sul pianeta!!! ma ci pensi?
N: si bello, mi offri un decafeinato?
l'ho messa in burletta, ma il più delle volte è così, almeno con l'occasionale. il punto non è tanto che i dettagli ci sono o non ci sono, che è indubbio, ma che la percezione non è un fenomeno passivo, la si addestra così come l'attenzione e la concentrazione. l'occhio vede ma la mente non registra: a volte basta perfino dare un nome alle cose per rendersi conto che ci sono.
ci sono anche delle belle pagine di Feyerabend in "Contro il metodo" che descrivono il processo di apprendimento necessario a leggere un'immagine all'oculare - addirittura racconta di un'osservazione pubblica di Galileo in cui l'unico a vedere quello che c'era da vedere era lui, gli altri non vedevano un tubo, magari avevano diottrie diverse dalle sue, magari non sapevano posizionare bene l'occhio, magari non sapevano come leggere le immagini che vedevano (del resto Galileo aveva un "dobson" su altazimutale che richiedeva l'inseguimento a mano sui due assi con un campo visivo minuscolo

)