Andrea75 ha scritto:
E meno male, che non ci sono più le fazioni...

... Personalmente sarei felice di vedere, nella sezione pianeti della UAI, dei bei report di osservazioni planetarie fatte con strumenti che certamente possono rendere MOLTO proprio in virtù della ricerca della performance. Magari già ce ne sono?
Ciao Andrea, nell'astronomia planetaria ciò che conta più di tutto, a parte il seeing, è la frequenza con cui si disegna o si riprendono immagini. In quest'ottica lo strumento ideale è quello che si può usare più spesso, non il più grande. Se è anche grande tanto meglio, ma considera che un telescopio di 25 o 30 cm è già sufficiente a sfruttare nella maggior parte delle occasioni la risoluzione permessa dal seeing, sono rare le circostanze in cui è possibile usare con profitto un'apertura dell'ordine del mezzo metro. È quindi inutile rincorrere il diametro, è anzi controproducente se ciò va a scapito della fruibilità.
Si tratta di un approccio che risulta spesso incomprensibile a chi osserva prevalentemente oggetti statici come quelli del cielo profondo e che richiedono soprattutto tanta luce, ma che invece nello studio telescopico dei pianeti, che non presentano mai sempre lo stesso aspetto, è in assoluto la cosa più importante. Immagini o disegni super-risolti ma sporadici possono dare soddisfazione al proprio ego, magari perché sono il frutto di una sfida nel senso che si diceva più sopra, ma sono di scarsa utilità, per questo chi collabora alle campagne di osservazione non sta a farsi troppi problemi di diametro ma cerca invece un setup che sia il più possibile efficace e che nella stragrande maggioranza dei casi è costituito da uno strumento equatoriale nella classe dei 20 - 40 cm. Ovvio che poi bisogna fare i conti col meteo, il seeing e gli impegni personali, ma insomma si fa di tutto per essere costanti.
Se invece uno si accontenta di dare un'occhiata una volta ogni tanto allora può fare quello che vuole visto che ha l'unico scopo di divertirsi.
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