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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: Il diametro conta
MessaggioInviato: martedì 19 gennaio 2016, 23:51 
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Iscritto il: sabato 11 febbraio 2006, 12:43
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Il transito lo osserverò anche io coi piccoletti, l'80ino accoppiato col quark in Halfa ed il 114 "solare" in luce binca.

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Newton: Barile 400/1830 mm; Obice 200/1650 mm; Bidoncino 114/1300 mm solarizzato. •• Rifrattori: Nano apo 80/480 mm; Milo acro 76/1400 mm; 60ino acro 60/700 mm. •• Catadiottrici: C8 xlt. •• Binocoli: Docter Aspectem 40x80 ED, William Optics 22x70 ED, Vixen Ultima 8x56, Nikon Action EX 16x50, Canon 10x30 IS II, Vortex Vanquish 8x26, Ibis Horus 5x25, Pentax Papilio 6,5x21, Orion 2x54.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il diametro conta
MessaggioInviato: mercoledì 20 gennaio 2016, 9:19 
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Iscritto il: venerdì 27 luglio 2007, 23:20
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anch'io - del resto l'unico strumento adatto all'osservazione solare che ho è il rifrattore da 90mm (non uso filtri in astrosolar ... mi fido pochissimo di me stesso e della mia capacità di tenerli bene: solo proiezione o prisma di herscel)

ps un newton in altazimutale motorizzato e computerizzato NON è un dobson, è, per l'appunto un newton in altazimutale computerizzato etc... che sia autocostruito non ne fa un "dobson" :) la parola "dobson" a volte è usata un po' a sproposito secondo me. lo stesso Dobson forse non avrebbe apprezzato.
detto questo non vedo cosa ci sia da stupirsi che un 50cm newton in altazimutalemotorizzatoecomputerizzato dia i risultati che ci si aspetta che dia :) l'importante è che sia ben costruito... se c'è chi è in grado di costruirselo bene be': tanto di cappello!

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 Oggetto del messaggio: Re: Il diametro conta
MessaggioInviato: mercoledì 20 gennaio 2016, 9:48 
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Perchè dobbiamo porre dei limiti a un sistema che lo stesso inventore non ha mai messo? :roll:

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 Oggetto del messaggio: Re: Il diametro conta
MessaggioInviato: mercoledì 20 gennaio 2016, 10:57 
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Iscritto il: martedì 28 novembre 2006, 9:31
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Un tele come questo non vedo perché non debba essere definito un dobson, solo perché è dotato di motori per goto ed inseguimento automatico. Tra l'altro i motori possono essere scollegati per poter movimentare il tele anche a mano.
Io non so cosa avrebbe detto il sig. Dobson; a suo tempo dimostrò di avere la mente molto aperta e dunque non mi stupirebbe se, essendo ancora tra noi, avesse invece apprezzato queste migliorie alla sua geniale idea di base.

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Stefano
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 Oggetto del messaggio: Re: Il diametro conta
MessaggioInviato: mercoledì 20 gennaio 2016, 11:02 
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Iscritto il: venerdì 27 luglio 2007, 23:20
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è solo un problema nominale (quindi di scarsa importanza) :) il fatto è che "dobson" è sinonimo di "newton in montatura altazimutale" non sono sicuro che si possa dire che l'abbia inventato John Dobson, lui ha inventato l'astronomia da marciapiede, ha reso popolare la possibilità di autocostruirsi strumenti di basso costo etc... ma alla fine mi sembra più "scientifico" usare una terminologia relativa a schema ottico + tipo di "montatura".
telescopi in altazimutale motorizzati ne esistono da mo' anche in campo professionale (non so se a schema newton o meno, mi sembra che lo schema newton sia usato molto poco nelle applicazioni professionali oggi, ma davvero non sono un esperto)
"dobson" è diventata più un'etichetta commerciale.

a me poi sembra di ricordare che fosse perfino contrario ai tralicci :), ma sicuramente ne sai più tu di me...


stevedet ha scritto:
Un tele come questo non vedo perché non debba essere definito un dobson, solo perché è dotato di motori per goto ed inseguimento automatico. Tra l'altro i motori possono essere scollegati per poter movimentare il tele anche a mano.
Io non so cosa avrebbe detto il sig. Dobson; a suo tempo dimostrò di avere la mente molto aperta e dunque non mi stupirebbe se, essendo ancora tra noi, avesse invece apprezzato queste migliorie alla sua geniale idea di base.

io invece sinceramente capisco poco perchè un newton in altazimutale debba essere chiamato dobson, ma altrettanto sinceramente, mi sembra un non problema: l'uso invalso fra gli astrofili è quello è me lo tengo come tutti.


edit: un tele come quello che hai postato tu me ,lo prenderei anch'io senza guardare nomi o cognomi :) ha ancora un costo relativamente basso per quello che offre e offre più meno tutto quello che vorrei ...

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 Oggetto del messaggio: Re: Il diametro conta
MessaggioInviato: mercoledì 20 gennaio 2016, 11:14 
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Forse solo perché scrivendo ''dobson'' si evita di dover scrivere: ''telescopio newton su montatura bassa e altazimutale''...
C'est plus facìle... :D

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 Oggetto del messaggio: Re: Il diametro conta
MessaggioInviato: mercoledì 20 gennaio 2016, 11:15 
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indubbiamente hai ragione :) spiegazione razionalissima: venduto!

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 Oggetto del messaggio: Re: Il diametro conta
MessaggioInviato: mercoledì 20 gennaio 2016, 11:16 
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Iscritto il: giovedì 27 agosto 2009, 22:10
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... forse non sono stato chiaro, con "sua maestà" intendevo Giove che si approssima all'opposizione e che mi appresto ad osservare con i miei strumentini, confrontando il tutto con le osservazioni delle opposizioni passate.
Per il resto: dalla piega che sta prendendo il thread mi diventano evidenti due cose.
Innanzitutto proprio quello che accennavo nel mio primo intervento: la sostanziale diversità di approccio, confermata da Xenomorfo, al rapporto con l'astrofilia.
C'è chi ha come obiettivo la "performance": e il metodo per perseguire questo obiettivo è la corsa alla prestazione. Una volta che hai raggiunto la massima prestazione ottenibile da una data strumentazione la cambi per una in grado di darti prestazioni maggiori, con la naturale ricerca di soluzioni che garantiscano il massimo rapporto prezzo/prestazioni, almeno in termini teorici quanto a raccolta di luce e potere risolvente. E questo a prescindere da qualsiasi altra considerazione: il diametro innanzitutto, e sempre più diametro. Non importa quale schema ottico, non importa nemmeno quale target osservativo: importa solo raggiungere il limite e superarlo di volta in volta. Non c'è dubbio che, se questo è l'obiettivo, una certa concezione del newton altazimutale che viene come naturale evoluzione dello schema dobsoniano rappresenta fino a prova contraria il non plus ultra, proprio per l'imbattibile rapporto prezzo/prestazioni.
C'è chi ha come obiettivo la semplice osservazione, fatta però il più continuativamente possibile - e parlo di quello che è il tema di questa discussione, l'osservazione planetaria visuale. Che vive di quei due aspetti che dicevo: non solo lo sfruttamento al limite della strumentazione di cui si dispone, ma appunto anche l'assiduità osservativa cioè lo sfruttamento del limite esperienziale-conoscitivo, per cui per sfruttare fino in fondo un dato strumento occorre MOLTO più tempo: il tempo scandito dall'evoluzione delle atmosfere planetarie o dei vari fenomeni osservabili. Va da sè che in questo caso non è necessaria la corsa all'apertura, non è l'interesse primario. Interessa quanto basta per poter osservare più assiduamente possibile, arrivando al noto adagio per cui il telescopio migliore è quello di cui si dispone - e che quindi si conosce come le proprie tasche e si è imparato a sfruttare fino in fondo con continuità. Interessa, insomma, l'osservazione più che la performance.


Detto ciò, seconda cosa: trovo importante sottolineare questi aspetti in discussioni come questa; ognuno, poi, giudichi quale dei due approcci gli è più congeniale - e si muova di conseguenza. Aggiungo che è facile, per chi legge, vedere e giudicare laddove vi sia una autentica e leale apertura alla conoscenza e dove invece si difendono posizioni acquisite cercando di farle passare come le uniche valide.

Non faccio mistero che a me interessa molto di più il secondo approccio: tant'è che non sento l'esigenza immediata di salire di diametro anche se so bene che i miei strumenti sono davvero piccoli per l'osservazione planetaria. Mi interessa però continuare a sfruttarli semplicemente osservando con continuità e concentrandomi sull'evoluzione dei pianeti, della fenomenologia che li riguarda e che è alla loro portata - cosa che non potrei fare se ponessi i miei sforzi sul costante inseguimento della performance fine a se stessa. Per come sono fatto, questo sì mi annoierebbe...

stevedet ha scritto:
Forse solo perché scrivendo ''dobson'' si evita di dover scrivere: ''telescopio newton su montatura bassa e altazimutale''...
C'est plus facìle... :D


Così "a occhio", nonostante l'ingegnerizzazione, direi che rimane comunque il tipo di montatura altazimutale caratteristico della progettazione dobsoniana: anche per questo ci sta continuare a chiamarlo così. Il nocciolo della questione evolve ma non cambia, ottenere diametri importanti senza la pesante e costosa montatura "convenzionale" necessaria...

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... lunga vita al sessantino!

"CHI BRUCIA LIBRI FINISCE COL BRUCIARE UOMINI"
Heinrich Heine


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 Oggetto del messaggio: Re: Il diametro conta
MessaggioInviato: mercoledì 20 gennaio 2016, 11:28 
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Copio e incollo dal sito di Reginato: "l MASER N non è un Dobson ma una serie di telescopi in configurazione Newton su montature altazimutali..." Evidentemente la definizione Dobson andava stretta anche a Reginato... :mrgreen: Ma riporto questo per curiosità e non per fare un'assurda polemica, uno può chiamare il telescopio come vuole. Chiaramente i Reginato non si collocano tra gli strumenti di basso costo e non abbracciano in pieno la filosofia di John Dobson.

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Ciò che non ha termine non ha figura alcunaLeonardo da Vinci


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 Oggetto del messaggio: Re: Il diametro conta
MessaggioInviato: mercoledì 20 gennaio 2016, 11:28 
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Iscritto il: venerdì 27 luglio 2007, 23:20
Messaggi: 10627
Località: Milano
Tipo di Astrofilo: Visualista
io credo che ci possa essere un approccio intermedio.
fingendo di essere quello che non sono più (cioè un osservatore assiduo) poteri dire di stare a metà...
ho strumenti di diverse dimensioni che mi consentono di osservare potenzialmente molto spesso in varie condizioni (ho tenuto anche il mak 90 che a me sembra offra immagini meno buone del rifrattore di pari apertura che ho, in virtù delle dimensioni ridottissime e molto pratiche - l'ho usato poco, ma dal balcone condominiale è l'unico che posso usare e mi ha permesso lo scorso anno di osservare la cometa xy - non ricordo il nome sorry...) e anche volendo di fare trasferte occasionali disponendo di un diametro decente per il deep (il solito c 8)

se potessi (soldi, spazio in casa, possibilità concreta di fare più uscite di quante ne faccia realmente oggi come oggi) non escluderei di prendere anche un telescopio diverso, magari come quello postato da stevedet, ma forse anche senza elettronica, perchè no? (anche se davidem27 una volta con molta saggezza mi disse più o meno "tu sei uno da c11" :) ) dedicato prevalentemente al deep e alle uscite.

detto questo poi... per temperamento sono più incline a un approccio come il tuo e resto impressionato dai risultati che si possono ottenere con così poco e con così tanta concentrazione + dedizione + pazienza. del resto sei un musicista... di solito è così che si impara a fare 'sto mestiere da "fondisti" :)

fabio_bocci ha scritto:
Copio e incollo dal sito di Reginato: "l MASER N non è un Dobson ma una serie di telescopi in configurazione Newton su montature altazimutali..." Evidentemente la definizione Dobson andava stretta anche a Reginato... :mrgreen: Ma riporto questo per curiosità e non per fare un'assurda polemica, uno può chiamare il telescopio come vuole. Chiaramente i Reginato non si collocano tra gli strumenti di basso costo e non abbracciano in pieno la filosofia di John Dobson.

potemmo italianizzare e chiamarli "reginato" invece che dobson :mrgreen: ok basta scemenze, in questo thread ho fatto il giullare abbastanza...

edit: del resto io continuo a chiamare c 8 il mio schmidt cassegrain su montatura equatoriale che non è nemmeno un celestron, mam un meade. va bene così stevedet mi ha convinto definitivamente: brevità e abitudine...

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