Ieri, dal terrazzo di casa, la Luna è spuntata dopo le 23.
Un po' troppo bassa, era rovinata dal seeing davvero orribile causato dal vento teso che muoveva intere masse nuvolose.
Infatti se l'intera giornata è stata nuvolosa e a tratti piovosa, la notte a partire dall'1 è stata completamente limpida.
Quasi quasi neanche Plato si vedeva per colpa del seeing
Astro78 ha scritto:
o se mi sono lasciato condizionare dal fatto che so che ci sono
Questa affermazione mi fa venire in mente un preconcetto molto comune nel visualista e che ho sperimentato (e fatto sperimentare) essere limitante per un'osservazione di successo.
Faccio una premessa: osservo molto più il profondo cielo che il planetario.
E per profondo, intendo proprio profondo: spesso al limite strumentale tra magnitudini limite e dettagli sfuggenti.
Per questo credo che i due tipi di osservazione siano paragonabili.
La mia esperienza è proprio l'opposta!
Se ho spirito critico e quasi miscredente (e mi piace averlo quando osservo), cerco di non farmi condizionare facilmente. E quando
vedo 
qualcosa, cerco di vederlo almeno altre 3, 4 volte intervallando le occhiate all'oculare da brevi pause.
Se vedo il dettaglio (o l'oggetto) cinque volte su cinque, posso dire di averlo stanato con certezza.
Se ho indecisione oppure non riesco a capire se una formazione galattica non è altro che una coppia vicina di stelle sovraimposta alla stessa, mi aiuto con le immagini DSS dell'oggetto.
Un'occhiata alla foto mi aiuta chiarire cosa dovrei vedere, e il cervello interpreta meglio la scarsa informazione che viene dall'accoppiata cielo/strumento.
Di frequente, amici astrofili sul campo mi dicono che non vogliono vedere la foto di quello che stanno osservando proprio per non essere condizionati.
Se chiedo loro di confermarmi una visione all'oculare di un gruppo di galassie o di un dettaglio in una planetaria, ogni dubbio iniziale viene (molto spesso) cancellato dopo che mostro loro la mappa della zona o la stessa immagine del gruppetto.
Avere una mappa, una rappresentazione di quello che il cervello deve interpretare, lo aiuta semplicemente a riconoscere se c'è o meno ciò che cerchiamo.
Però dobbiamo ricordarci di avere accesa la spia che ci dice "ma c'è o non c'è?"
Per me, ben venga la mappa o la foto di Plato!

Ad ogni modo, complimenti per averli beccati: proverò stasera, spero...