Angelo Cutolo ha scritto:
E comunque relativamente al dato del 75% di sparizione di biomassa degli insetti, (sempre secondo me) non ha basi particolarmente solide, in quanto il campione è estremamente limitato, sia tipologicamente sia geograficamente (potrebbe essere una problematica specifica dell'area tedesca, come potrebbe esserlo solo per quella europea), ma questo solo per fare un esempio.
Qui va fatto un distinguo tra situazioni e processi. Uno dei miei esempi preferiti è quello dell'uomo che cade da un grattacielo e ad ogni piano che passa si ripete:
"fin qui, tutto bene!" (è l'incipit di un film degli anni '90).
In sostanza non è la situazione estemporanea il problema, è il trend.
Ovvio che i dati si riferiscono a situazioni specifiche (la Germania, o l'Europa), ma sono anche le situazioni
'modello', a cui il resto del pianeta vorrebbe tendere. L'Europa, solo pochi secoli fa, era coperta di foreste, che sono state tagliate per far spazio alle coltivazioni. L'Islanda era coperta di foreste, ne resta l'1%. L'Irlanda era coperta di foreste, non ne resta più nulla. La Scozia era coperta di foreste, sono state fatte sparire nel '700, e non sono mai più ricresciute. La macrofauna del continente americano è sparita poco dopo l'arrivo dell'uomo, e non dell'uomo moderno: dei cacciatori dell'età della pietra. La macrofauna dell'Australia idem, solo qualche millennio dopo, perché ci siamo dovuti arrivare navigando l'oceano su piroghe. Ora quello che mi interessa non è tanto a che piano sono arrivato cadendo, perché fin qui non mi sono fatto male. Quello che mi interessa capire è quando e dove andrò a sbattere, perché il processo è inarrestabile. E quanto male mi farò nell'impatto.