Come ho già scritto in altri posti, In Italia c'è il solito "disordine sparso", e la tendenza prevalente di "fare nulla o fare poco per sbagliare poco e scontentare il meno possibile". E succede che in ottemperanza a obblighi europei, si scrivono leggi scarica barile equivalenti alla avvocatizia "alzata di culo" (...epiteto dato dagli stessi avvocati "d'ufficio" ai loro colleghi, quando attuano la loro "difesa" alzandosi in piedi per declamare "CI RIMETTIAMO ALLA CLEMENZA DELLA CORTE").
In Piemonte esiste una di tali leggi che alla lettura "sà di assai poco"
http://arianna.cr.piemonte.it/iterlegco ... 2018-03-07 ignorando il principio esplicito e semplicissimo, che un corpo illuminante (lampada o led che sia) deve essere inserito all'interno di una calotta di protezione, in modo tale da inviare il flusso luminoso solo sulla zona utile desiderata, SENZA che la sorgente possa essere direttamente visibile a distanza.
Noi astrofili constatiamo che spostandoci in collina o in montagna per ridurre la quantità di atmosfera turbolenta e trovare un buio decente, guardando verso valle veniamo direttamente colpiti da una miriade di potenti puntini luminosi di lampade di ogni genere, con vetri che diffondono in orizzontale ed oltre, non protette e rese direttamente visibili a distanza, come sarebbe stato sensato vietare in qualsiasi legge contro l' I.L.
Per soddisfare ai fini dischiarati nella legge piemontese, si legge all'art 2 la corretta definizione di Inquinamento luminoso e inquinamento ottico:
Dove il primo è indicato come
"ogni forma di irradiazione di luce artificiale al di fuori delle aree in cui essa è funzionalmente dedicata e in particolare modo verso la volta celeste".
Mentre
"si intende per inquinamento OTTICO qualsiasi illuminamento DIRETTO prodotto dagli impianti di illuminazione su oggetti che non è necessario illuminare".
ORA A CASA MIA: dalla terrazza io vedo direttamente la lampada di un un faro su un piazzale industriale a oltre un kilometro di distanza, potente kilowatt, orientato al Alzo zero, che quindi emette luce in orizzontale.
Inoltre il cortile di una nuova palazzina costruita pochi anni fa a 50 metri da casa, è stato dotato dei soliti palloni illuminanti a 360 gradi.
Ambedue gli oggetti hanno quindi funzioni concordi col produrre Inquinamento luminoso e inquinamento ottico.
MA:
Con una simile ottima definizione dell'obiettivo da conseguire (che secondo me sarebbe stato garantito già solo scrivendo nei requisiti e criteri tecnici (allegato A della legge), la indicazione che in effetti sono automaticamente FUORI norma tutti gli apparecchi illuminanti PER ESTERNI, pubblici o privati che siano, il cui corpo illuminante sia direttamente visibile a distanza, )...
NON PUOI poi scrivere il successivo comma 3 bis dello stesso articolo 2 che "la castra" (privandola degli attributi) considerando di modesta entità qualche grado di illuminamento emesso in ogni direzione, specificato in 1500 Lumen,...che sono difficili da misurare, mentre una luce diretta la vede chiunque senza porre in mezzo quantità di Lumen consentite, che aprono le porte a contestazioni permettendo ai furbacchioni di farla franca.
E se la lampada si vede a distanza (salvo specifica deroga) non occorre alcuna misurazione: E' fuori legge e basta.Ed è anche esecrabile inserire nell'allegato A dei requisiti tecnici, la ulteriore castrazione data dalla possibilità di modificare impianti per la messa a norma di questa legge,
"costituiti da apparecchi illuminanti aventi, nella posizione di installazione, un intensità luminosa massima compresa fra 0 e 0,49 candele (cd) per mille lumen (lm) di flusso luminoso totale emesso per angoli gamma maggiori o uguali a 90 gradi" ...
Anche quì troppa permissiva ambiguità tecnologica, per valori che la gente comune non sà quanto siano, Mentre si saprebbe perfettamente che se quella lampada SI VEDE a distanza non può essere a norma.MI RINCUORA UN POCHINO il fatto che entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore di questa nuova legge regionale (02-03-2018) a modifica la peggiore precedente legge regionale 31 del 24-3-2000, che nell'art.8 sia indicata come referente la UAI Unione Astrofili Italiani) per la individuazione di aree a più elevata sensibilità, che ignoro se sia stata sentita.
Ma rimane il fatto che se si vuole dare una svolta importante se non definitiva nella vittoria contro l'I.L. (non confidando nemmeno sulla seppure gradita spegnibilità alla mezzanotte degli impianti) dovrebbero essere rarissime le eccezioni di illuminabilità in deroga.
Qualche illuminotecnico magari potrebbe spiegare quì quale sia l'impatto di quei valori tecnologici indicati. che a me francamente sembrano una citazione tecnologica in controsenso.
Passo e chiudo dicendo spero che qualcuno della Regione Piemonte e/o della UAI legga e sia concorde con quel che penso. E dico pure che tentativi privati personali di risolvere il mio problema "faro" li ho messi in atto in prima persona visitando e regalando bottiglie di vino in cambio di un abbassamento mai avvenuto della direzione della luce del faro citato.... ...
dai risultati ...devo pensare che i destinatari fossero astemi... Contro i palloni luminosi stendo un accorato "vaffa" perchè mi sentirei proprio Don Chisciotte.