Buonanotte a tutti. Sono rientrato il 20 sera e, come promesso, vi racconto qualcosa. Premetto che foto notturne non ne ho fatte perche' non mi ha retto la pompa, e posso quindi solo mostrarvi qualche foto diurna del molto pittoresco Teide per rendere un po' l'idea del posto. Ora non ne ho il tempo, ma piu' avanti le ridimensiono e le pubblico, per quanto non credo siano particolarmente interessanti.
Cominciamo dunque questo report.
Prima di tutto accennerei alla faccenda del trasporto del telescopio: e' andato tutto piu' o meno liscio, ma aggiungere un valigione e una valigetta (per il primario) ai bagagli della famiglia e' sicuramente un impegno aggiuntivo non banale.
Per chi non avesse presente l'assetto da viaggio completo, e'
questo. Nel bagaglio grande, che oltre al telescopio ospita tutti gli accessori oculari compresi, entra anche il tutone per climi rigidi, per un peso complessivo di 22kg specchio escluso. 22kg sono piu' dei 20kg massimi previsti da Ryanair, ma grazie alla policy dei bagagli "pooled", l'esubero non e' un problema se hai un altro bagaglio da imbarcare che lo compensi in modo da raggiungere un totale inferiore ai 40kg.
Come e' arrivato il bagaglio a destinazione? Il trasporto e' stato decisamente brutale, visto che sono riusciti a spaccare una valigia nuova (a breve l'impressionante foto). Comunque il telescopio e' solido ed e' sopravvissuto praticamente indenne. Ad essere sinceri si e' scollata la cella del primario dalla semisfera, ma la colpa e' mia che ho usato solo colla a caldo perche' avevo in programma di lavorarci di nuovo. In sostanza ho dovuto osservare con un primario un po' ballerino che non mi consentiva di osservare ad altezze troppo basse, ma me lo sono fatto piacere. L'importante e' essere comunque riuscito a collimare.
Lo specchione, come gia' accennato, lo portavo invece nel bagaglio a mano. All'andata, qui in Germania, e' passato liscio liscio. Al ritorno, una zelante agente ha voluto vederci chiaro e ha anche poggiato un paio di volte le sue delicate dita sullo specchio mentre io cercavo di spiegarle in spagnolo stentato quanto quel pezzo di vetro alluminato fosse delicato e costoso. Ditate a parte, comunque, non ho avuto grossi problemi.
Veniamo ora al cielo: bello, sicuramente molto bello. All'inizio un po' velato, ma dopo la prima ora si e' mostrato nel suo splendore. Ora diro' una cosa forse impopolare: 300mm sotto quel cielo non bastano. Non ho visto il salto di qualita' che speravo rispetto al nostro Pollino, e comunque non tale da giustificare lo sbattimento del trasporto, onestamente. Certo puo' anche essere che, essendo passati forse tre anni dall'ultima volta che ho portato il 300 sul Pollino, i miei ricordi siano troppo generosi, ma non ci giurerei.
Come avevo anticipato, mi sono fermato alle "Minas de San Jose'", dove c'e' un grosso parcheggio su sterrato che si allarga ai lati dell'unica strada che attraversa la caldera sul versante est dell'isola.
Ho iniziato ad osservare verso le 21:30, quando ancora il buio astronomico non era arrivato, puntando oggetti banali nell'attesa che si acclimatasse lo specchio e che il buio vero arrivasse.
Fino a verso mezzanotte la strada e' stata fastidiosamente trafficata, direi un'auto ogni 5 minuti. Veramente insopportabile. Poi le coppiette si sono ritirate, ma anche io ero arrivato alla frutta e gia' prima dell'una ho smontato.
Ad un certo punto sono anche passate le guardie del parco nazionale: hanno chiesto cosa fosse l'attrezzo che stavo usando e si sono stupiti dell'aspetto strano di John. In sostanza comunque non hanno creato problemi. In effetti pero' io sono stato un po' meno cordiale del dovuto perche' mi rodeva di aver perso l'adattamento al buio...
A questo punto devo ammettere che,
shame on me, ho osservato solo la prima notte, quella in cui abbiamo dormito nell'hotel Parador sul Teide, perche' gli altri giorni abbiamo girato cosi' tanto per l'isola che non ho avuto le energie per ritornarci. In aggiunta, come dicevo, ho smontato presto rispetto ai miei piani perche', essendo partito dalla Germania alle sei di mattina (ed essendo quindi sveglio dalle tre), la stanchezza cominciava a farsi sentire (e la bimba tra l'altro non ha dato neanche un minuto di tregua, tanto lei si era ricaricata durante il viaggio in auto verso la vetta

).
In conclusione, direi non una caporetto ma neanche un successone: bella osservazione ma troppa fatica. In generale, direi che il gioco non vale la candela, insomma. Sarebbe stato magari piu' pagante se non fosse stata un'osservazione solitaria, ma in ogni caso, quando si hanno figli cosi' piccoli da costituire in pratica un bagaglio aggiuntivo, direi che non e' il caso di aggiungere un grosso e delicato telescopio al gia' corposo carico.
Vorrei dedicare una menzione speciale al tutone Portwest,
che non mi pento di definire risolutivo al fine di ridurre peso e volume delle protezioni dal freddo, garantendo nel contempo un'efficace protezione alle rigide temperature dell'alta montagna. Teneva cosi' caldo che non ho sentito l'assoluta necessita' ne' di guanti ne' di scarpe piu' idonee delle Dr Martens che normalmente indosso (sempre).
Domani, se riesco, scendo nel dettaglio degli oggetti osservati; una lista direi rispettabile rispetto alla durata dell'osservazione e considerato quanto fossi arrugginito (e stanco). Ribuonanotte!