1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

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Autore Messaggio
MessaggioInviato: sabato 28 novembre 2015, 18:32 
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Iscritto il: venerdì 27 luglio 2007, 23:20
Messaggi: 10626
Località: Milano
Tipo di Astrofilo: Visualista
concordo poco o punto - ed è un punto di vista...
non mi piace citare un filoso che non mi piace per nulla, ma c'è qualcosa di vero nell'affermazione "non esistono fatti, solo interpretazioni"...
il punto è che un fatto potrà anche esistere in sè, ma la sua oggettività è solo "naturale" per l'uomo (la cui natura è di animale culturale) non lo sarà mai.

esempio paradossale semiserio?
fatto: "domani un asteroide cade sulla terra"
interpretazione a : "è una tragedia"
interpretazione b : "è una figata perchè l'uomo è un animale cattivo che ha prodotto solo male quindi solo in questo modo il pianeta può salvarsi anche se a costo di un'estinzione di massa etc etc "
e ho escluso tutte le vie di mezzo e tutte le possibili interpretazioni religiose.
( ci sarebbero altri esempi - per esempio sull'eventuale ritorno ad un'epoca felice di economia agropastorale di sussistenza...)

il fatto sarà anche un fatto, ma il modo in cui gli umani si relazionano al fatto, ragionano sul fatto, si pongono verso il fatto varia a seconda dello schema interpretativo vigente all'interno delle scatole craniche.

ed è proprio lì che s'ha da lavora' - scaricare il barile sul sistema, la congiuntura economica etc...mi sembra davvero poco costruttivo.
magari tanto vale mettersi lì fatalisiticamente ad aspettare che le cose accadano io preferisco cercare di cambiare un pochino - a partire dal minuscolo granello del cercare di non insultare i miei simili anche quando sono convinto che abbiano torto.
sai perchè? perchè se non do dell'idiota a qualcuno magari ci parlo, non mi incarognisco io e non si incarognisce lui - stiamo un po' meglio in due. il che mi sembra tutto sommato un fatto positivo....

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MessaggioInviato: sabato 28 novembre 2015, 20:10 
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Iscritto il: domenica 7 settembre 2008, 11:45
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Tipo di Astrofilo: Visualista
yourockets ha scritto:
il fatto sarà anche un fatto, ma il modo in cui gli umani si relazionano al fatto, ragionano sul fatto, si pongono verso il fatto varia a seconda dello schema interpretativo vigente all'interno delle scatole craniche.

No, la questione è molto diversa. Da un lato ci stanno i fatti e la coerenza che impongono, dall'altro ci stanno gli alibi che le persone si creano per non tener conto dei fatti e continuare a fare ciò che li gratifica.

La mia chiave interpretativa resta l'esperimento di Odds: topi con degli elettrodi collocati nelle aree del piacere del cervello che continuano a compulsare il pulsante che gli da scariche di piacere fino a morire di fame. Con tutte le nostre stratificazioni ideologiche restiamo questo, e non altro.

Questa cosa mi fa piacere -> è un bene? -> sì -> la faccio
Questa cosa mi fa piacere -> è un bene? -> no -> mi invento una scusa e la faccio lo stesso

Abbiamo sviluppato un livello di ricchezza individuale e di benessere impensabile solo poche generazioni addietro. Che facciamo, ci fermiamo e ce la godiamo? No, certo!
Inventiamo un'ideologia della "crescita economica illimitata" e ci diamo da fare a più non posso per consumare tutto quello che c'è da consumare al mondo, saccheggiando in pochi decenni risorse che potrebbero durare generazioni se ben amministrate.
Ha senso tutto questo? No, non ce l'ha. L'inquinamento luminoso è un riflesso di questo spreco, e non potrà finire se non quando saranno finite le risorse da sprecare.

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Marco Pierfranceschi,
autore dei libri:
- Il cielo ritrovato - guida pratica all'astronomia visuale (manuale)
- Breve guida all'astronomia amatoriale (vademecum)
- Ripensare le città (saggio)
- La Principessa Scimmia (fiaba/fantasy)
...nonché blogger (Mammifero Bipede, su Wordpress)


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MessaggioInviato: sabato 28 novembre 2015, 21:32 
Dopo la seconda guerra mondiale, fra gli anni 50 e 60 con la ricostruzione e la diffusione dell'energia elettrica in tutto il Paese ci fu il grande sviluppo dell'illuminazione pubblica. L'apice ci fu tra il 1965 e il 1972, con il pieno sviluppo economico. Paesi e città erano illuminate a giorno, a quel tempo tutte le strade erano vetrine, non c'era la desolazione odierna, le serrande erano tutte aperte e illuminate con sfavillanti insegne e coreografie. Com'era bello, i più giovani non l'hanno vissuto. Praticamente tutta l'Italia era come Las Vegas! L'energia era abbondante e a buon prezzo, non si badava a sprechi, anzi sprecare era un vero piacere :D . Ma poi arrivò il 1973, che ci portò in seguito alla guerra mediorientale la grande crisi petrolifera. D'improvviso, da un giorno all'altro ci trovammo senza energia. per forza maggiore e per il buonsenso comune, e con precisi obblighi di legge, fummo obbligati a spegnere tutte le luci non necessarie, le insegne vennero fatte spegnere alle ore 22, i locali pubblici dovettero chiudere alla mezzanotte, l'illuminazione stradale venne ridotta al minimo e i lampioni spenti alternativamente l'uno all'altro attuando le cosidette "luci di mezzanotte" di cui tutti i comuni furono obbligati a dotarsi. Durò due - tre anni, dopodiché tutto lentamente tornò come prima.
Questo per dire che ci siamo già passati: se vogliamo lo possiamo rifare, da un giorno all'altro. Ma la politica (tutta la politica di qualsivoglia colore) non lo permette. Perché è la politica che comanda, non i cittadini. E ai cittadini è meglio far credere che le cose stiano andando bene, anche quando è evidente a tutti che invece vanno male. Lasciare le strade un po' meno sfavillanti porta male in termini di consenso, e nessun politico è così sprovveduto.
Avete visto in questi anni che fine ha fatto la "spending review"? Tutti hanno promesso di ridurre gli sprechi, anche quelli innegabili dell'illuminazione pubblica. Qualcuno ci ha anche seriamente provato. Tutti i 4 (quattro)commissari che si sono succeduti e hanno provato a mettere mano alla soluzione di questo problema sono stati costretti alla dimissioni o sono stati "dimessi" :facepalm: .


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MessaggioInviato: sabato 28 novembre 2015, 22:48 
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Iscritto il: venerdì 27 luglio 2007, 23:20
Messaggi: 10626
Località: Milano
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marco, non so cosa dirti - in parte ovviamente sono d'accordo con te, in parte trovo che tu semplifichi troppo e in parte che il tuo modo di ragionare ti porti ad una sorta di nichilismo che non mi sembra costruttivo - del resto sei tu a dirlo: non serve parlare, bisogna che arrivi la tegola in testa.
io a questo punto di vista (perchè tale è, non è un fatto, ma un punto di vista sui fatti) non solo non mi rassegno, ma non ci credo.
è un alibi anche lui - scusa la franchezza. non lo sarà nel tuo caso, ma lo è spesso. "non c'è niente da fare, quindi non faccio una fava" - "tutti buttano plastica in giro, cosa vuoi che cambi se non lo faccio io" etc...intendiamoci so perfettamente che non è il tuo caso, ma sono affermazioni che si alimentano (anche) da presupposti di questo genere "Ha senso tutto questo? No, non ce l'ha. L'inquinamento luminoso è un riflesso di questo spreco, e non potrà finire se non quando saranno finite le risorse da sprecare."

aggiungo che non è affatto detto che si arrivi al punto che tu dici, soprattutto non è desiderabile e se si riesce a modificare qualcosa prima di andare a sbattere (perchè lo scenario che ipotizzi tu è un gradino sotto l'asteroide...e non lo trovo in nessuna misura desiderabile) è decisamente meglio.
propagandre l'inutilità di qualsiasi sforzo, a partire da quello comunicativo, mi sembra che vada nella direzione, di fatto, di contribuire al determinarsi del progetto.

in più solo i Sith vivono di assoluti :mrgreen: e nei tuoi discorsi di assoluti ne vedo un po' - io continuo a preferire un atteggiamento verso le cose, gli altri e la vita più "morbido" - per le stesse ragioni che ti ho illustrato sopra.

ovviamente non sono affatto sicuro di essermi espresso bene.

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MessaggioInviato: domenica 29 novembre 2015, 10:09 
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Renato C ha scritto:
Ma la politica (tutta la politica di qualsivoglia colore) non lo permette. Perché è la politica che comanda, non i cittadini.

Qui ti sbagli di grosso. Che la politica conti qualcosa, che addirittura "governi", è la narrazione diffusa, la grande menzogna di quest'epoca. In realtà la politica è solo un teatrino. Come ebbe a dire Frank Zappa (citazione che mi capita di fare spesso negli ultimi tempi) "Politics is the entertainment branch of industry". È l'industria che ci governa finanziando la politica. La cosa presenta numerosi vantaggi, non da ultimo il fatto che i politici sono intercambiabili e danno alle persone l'illusione del cambiamento, della possibilità di un cambiamento. A non permettere che i nostri consumi si riducano è il complesso economico/industriale perché sono i nostri consumi a renderci asserviti ad esso. Ed i suoi "capi" non sono democraticamente eletti, mentre quelli che democraticamente eleggiamo non hanno alcun reale potere, ne sono solo le marionette.

Ora devo uscire, ad Emiliano risponderò più tardi.

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MessaggioInviato: domenica 29 novembre 2015, 10:47 
Permettimi di dissentire. Tu hai una visione un po' estremistica della realtà che ci circonda, o meglio prendi solo una parte della realtà, quella che ti fa più comodo e ignori le altre parti, per estremizzarla.
Ma non voglio fare una seduta psicologica delle tue affermazioni. Ti faccio un esempio pratico nel mio piccolo.
Quando ho dovuto battermi per la riduzione del IL del mio piccolo paese ho dovuto confrontarmi con le amministrazioni politiche locali che avranno pure tutti i difetti, ma certamente non sono comandate e pagate dall'industria manufatturiera dei lampioni, qui si tratta solo di indolenza o di difesa del consenso. Vale per il mio paese, ma anche per le grandi città.
I veri interessi industriali, come quelli dell'illuminazione pubblica vengono difesi a livello governativo e parlamentare, cioè dalla politica.


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MessaggioInviato: domenica 29 novembre 2015, 10:59 
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Renà si parla di industrie dell'energia non delle fabbriche dei lampioni. hai idea di quanto spenda Roma di pubblica illuminazione? penso in un giorno quello che spende il tuo comune in un anno
il fornitore di energia è lo stesso che appalta l'illuminazione pubblica , ACEA , nel 2007 la spesa era di 57 milioni di euro

http://www.agenzia.roma.it/documenti/relazioni/153.pdf

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MessaggioInviato: domenica 29 novembre 2015, 11:07 
Cosa c'entra? Le industrie dell'energia in Italia sono due, anzi una. Enel e Terna, che sono la stessa cosa, e guardano al fatturato complessivo del Paese, non solo ai consumi di Roma e del mio paesino, e i loro interessi vengono difesi dalle lobbies parlamentari e ministeriali.


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MessaggioInviato: domenica 29 novembre 2015, 11:21 
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Iscritto il: lunedì 6 luglio 2009, 19:38
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Renato C ha scritto:
Cosa c'entra? Le industrie dell'energia in Italia sono due, anzi una. Enel e Terna, che sono la stessa cosa, e guardano al fatturato complessivo del Paese, non solo ai consumi di Roma e del mio paesino, e i loro interessi vengono difesi dalle lobbies parlamentari e ministeriali.

vabbè Renà con te è inutile discutere manco leggi quello che c'è scritto .
ha ragione Marco riguardo gli sfoghi :silent:

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MessaggioInviato: domenica 29 novembre 2015, 11:45 
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Marcopie ha scritto:

Ora devo uscire, ad Emiliano risponderò più tardi.


no te preocupe: io sto lavorando :shock: quindi non so se riuscirò a risponderti :)
anyway anche dalla risposta che hai appena dato credo di poterti dire che, a mio modo di vedere, hai una tendenza a semplificare molto le cose. a mio modo di vedere naturalmente.

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