Ciao Ippo (Costanzo),
gli algoritmi di inversione delle curve di luce permettono di ottenere solo modelli 3D convessi (senza avvallamenti). I modelli ottenuti con questa tecnica approssimano l'aspetto generale dell'asteroide ma non ne descrivono le variazioni su piccola scala (crateri ed avvallamenti ad esempio).
Quando si dispongono di sufficienti curve di luce, disperse su più opposizioni che coprono completamente tutti gli angoli PABL (Phase Angle Bisector Longitude), gli algoritmi convergono su due soluzioni (separate di 180 grandi in longitudine) in modo piuttosto sicuro ... tanto da poter scartare le altre soluzioni. La regola dice che il valore del ChiSq (tra il modello ed i dati osservativi) deve distanziarsi dalle altre possibili soluzioni di almeno il 10%.
Quindi per dirla in altri termini... per trovare una soluzione unica (resta l'ambiguità di 180° in lambda) occorre avere una copertura completa delle geometrie con le quali l'asteroide si è presentato nelle varie opposizioni e la soluzione trovata deve staccarsi in modo netto rispetto alle altre.
Recentemente sono stati sviluppati degli algoritmi in grado di "macinare" insieme curve di luce, dati delle occultazioni ed immagini ad altissima risoluzione di radiotelescopi ed ottiche adattive. Combinando insieme tutti questi dati si riescono ad ottenere modelli più raffinati e precisi in grado di evidenziare anche dettagli su piccola scala.
Comunque determinate l'orientamento del polo di rotazione (spin-axis) degli asteroidi è già un ottimo risultato, considerando che questi (rari) dati contribuiscono agli studi sulle evoluzione delle famiglie dinamiche.
Fammi sapere se hai bisogno di altri chiarimenti.
Saluti
Lorenzo Franco
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A81 Balzaretto Observatory, Rome
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