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Autore Messaggio
MessaggioInviato: sabato 13 aprile 2019, 17:28 
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Iscritto il: mercoledì 2 gennaio 2008, 9:06
Messaggi: 6502
Località: Roma
La notevole segnatura magnetica della’AR 2738 mi ha convinto stamane a misurarne il campo magnetico in luce non polarizzata, secondo lo standard da me seguito nel 2017, avvalendomi dello splitting Zeeman sulla riga del ferro a 6173.34 Å, ripresa con lo spettrografo Hires Solarscan .La separazione appariva netta già sul monitor, e lo è stata ancor di più dopo l’elaborazione delle immagini di sei filmati , a loro volta unite per formare l’immagine finale.Su questa , tuttavia, Visual Spec non permetteva di visualizzare i due centri riga dello splitting, e per farlo ho dovuto applicare un leggero filtro wavelet allo spettro bidimensionale.La dispersione è stata di 0.02 A/pixel e la risoluzione R= 61000 (un valore ancora basso su Solarscan).
Nelle immagini allegate lo splitting Zeeman dello spettro ed il profilo ottenuto con Vspec.Il Δλ (misurato velocemente su un solo valore di separazione dei centri riga) è risultato pari a 0.1083, pari ad un campo magnetico in Gauss di 2435 Gauss, un valore di tutto rispetto per l’ultimo periodo di attività solare.


Allegati:
Zeeman AR 2738 big.jpg
Zeeman AR 2738 big.jpg [ 193.66 KiB | Osservato 2796 volte ]
Ar 2738 Spc profile web.jpg
Ar 2738 Spc profile web.jpg [ 455.14 KiB | Osservato 2796 volte ]

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Fulvio Mete
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MessaggioInviato: sabato 13 aprile 2019, 18:51 
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Iscritto il: domenica 8 maggio 2011, 20:54
Messaggi: 15748
Località: (Bs)
Il principio fondante della misura è oramai molto chiaro, grazie alla tua opera di ricerca e divulgazione che hai presentato anche in questo forum; lo sdoppiamento delle righe spettrali a causate dall'intenso campo magnetico delle macchie porta a delle misure molto eleganti (devo dire) dell'intensità locale del campo. Tutti i dettagli per arrivarci sono un bell'itinerario di grande interesse del quale puoi obiettivamente essere fiero, secondo il mio modo di vedere. Anche perché il traguardo raggiunto (di tutto rispetto!) è frutto di una lunga esperienza accumulata pazientemente negli anni. Io sono veramente affascinato dal fatto che si possa arrivare a questi risultati anche con mezzi amatoriali. I migliori complimenti.
:beer: :clap: :wave:

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Costanzo
"Una cosa ho imparato nella mia lunga vita: che tutta la nostra scienza è primitiva e infantile
eppure è la cosa più preziosa che abbiamo" (A. Einstein).


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MessaggioInviato: sabato 13 aprile 2019, 23:12 
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Iscritto il: mercoledì 2 gennaio 2008, 9:06
Messaggi: 6502
Località: Roma
Cita:
Il principio fondante della misura è oramai molto chiaro, grazie alla tua opera di ricerca e divulgazione che hai presentato anche in questo forum; lo sdoppiamento delle righe spettrali a causate dall'intenso campo magnetico delle macchie porta a delle misure molto eleganti (devo dire) dell'intensità locale del campo. Tutti i dettagli per arrivarci sono un bell'itinerario di grande interesse del quale puoi obiettivamente essere fiero, secondo il mio modo di vedere. Anche perché il traguardo raggiunto (di tutto rispetto!) è frutto di una lunga esperienza accumulata pazientemente negli anni. Io sono veramente affascinato dal fatto che si possa arrivare a questi risultati anche con mezzi amatoriali. I migliori complimenti.

Grazie , Ippo, per i tuoi generosi e lusinghieri commenti: in realtà la molla che più mi spinge è la curiosità.Stamane, mentre osservavo lo spettro della macchia sul monitor del PC, mi sono accorto che era diviso in due (come se si trattasse di due macchie, mentre dalle immagini SOHO la 2738 sembrava essere unipolare. Ho infatti richiesto delle immagini Hires di controllo, ed alla fine ne sono venuto a capo con un'immagine trovata su Spaceweather: si trattava di un light bridge, sottile e quindi visibile con difficoltà, ma anche molto intenso, che in pratica divideva la segnatura spettroscopica umbrale in due parti, come se si trattasse di due macchie distinte.

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Fulvio Mete
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MessaggioInviato: domenica 14 aprile 2019, 16:15 
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Iscritto il: lunedì 27 luglio 2015, 15:49
Messaggi: 866
Ciao Fulvio, solo ora ho visto questo tuo post ed ho capito anche perchè cercavi un'immagine.
Oggi ho notato che rispetto a venerdì il ponte di luce si è notevolmente affievolito,
non è che per caso hai fatto anche stamani le tue misurazioni ?
Sarebbe interessante poter vedere cosa è cambiato.

Saluti

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MessaggioInviato: domenica 14 aprile 2019, 17:07 
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Iscritto il: mercoledì 2 gennaio 2008, 9:06
Messaggi: 6502
Località: Roma
Cita:
Ciao Fulvio, solo ora ho visto questo tuo post ed ho capito anche perchè cercavi un'immagine.
Oggi ho notato che rispetto a venerdì il ponte di luce si è notevolmente affievolito,
non è che per caso hai fatto anche stamani le tue misurazioni ?
Sarebbe interessante poter vedere cosa è cambiato.

Ciao, Turi, si, cercavo le immagini HiRes per vedere perchè lo spettro apparisse come quello di due macchie distinte, mentre la 2738 appariva unipolare in tutte le immagini a bassa risoluzione.In effetti il light bridge c'era, ma era anche molto sottile, e questo la dice lunga sui suoi notevoli effetti sull'ombra della macchia e sulla sua segnatura magnetica: in effetti è lecito supporre che in sua assenza il campo magnetico generato dalla 2738 avrebbe potuto essere ancora più intenso.Purtroppo stamane era nuvolo, non ho potuto osservare.

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Fulvio Mete
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