Cita:
Il principio fondante della misura è oramai molto chiaro, grazie alla tua opera di ricerca e divulgazione che hai presentato anche in questo forum; lo sdoppiamento delle righe spettrali a causate dall'intenso campo magnetico delle macchie porta a delle misure molto eleganti (devo dire) dell'intensità locale del campo. Tutti i dettagli per arrivarci sono un bell'itinerario di grande interesse del quale puoi obiettivamente essere fiero, secondo il mio modo di vedere. Anche perché il traguardo raggiunto (di tutto rispetto!) è frutto di una lunga esperienza accumulata pazientemente negli anni. Io sono veramente affascinato dal fatto che si possa arrivare a questi risultati anche con mezzi amatoriali. I migliori complimenti.
Grazie , Ippo, per i tuoi generosi e lusinghieri commenti: in realtà la molla che più mi spinge è la curiosità.Stamane, mentre osservavo lo spettro della macchia sul monitor del PC, mi sono accorto che era diviso in due (come se si trattasse di due macchie, mentre dalle immagini SOHO la 2738 sembrava essere unipolare. Ho infatti richiesto delle immagini Hires di controllo, ed alla fine ne sono venuto a capo con un'immagine trovata su Spaceweather: si trattava di un light bridge, sottile e quindi visibile con difficoltà, ma anche molto intenso, che in pratica divideva la segnatura spettroscopica umbrale in due parti, come se si trattasse di due macchie distinte.