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Fulvio, che dire, lavoro eccellente, come al solito.
Pazienza dedizione ed esperienza danno (quasi) sempre i loro frutti.
Caro Fabrizio, ti ringrazio per il commento: anche stavolta ho sudato, ma mi sono divertito non poco ad esplorare un campo che sembra alquanto sconosciuto agli amatori.Intendiamoci, di spettri amatoriali di M42 ce ne sono a bizzeffe, ma i professionisti, come si è accennato nel mio lavoro, vanno ben più in profondità, e diciamo che se lo possono permettere con strumentazioni, senza andare sul MUSE che è il top, da svariate centinaia di migliaia se non milioni di euro.Il mio articolo (e qui potrei essere contestato), ha anche un secondo messaggio, forse nascosto tra le righe,che è quello che è inutile, per un amatore, spendere cifre notevoli per uno spettrografo da 5-10 mila euro per il semplice fatto che per studi ufficiali i professionisti si rivolgeranno (a ragione) sempre a strumenti professionali, quanto a telescopi che spettrografi, ed a software ufficiali come IRAF;L'uso di strumenti amatoriali dà errori incompatibili con gli strettissimi margini delle ricerche professionali.Ed allora? cosa resta nel paniere degli amatori della spettroscopia del cielo profondo? il monitoraggio spettroscopico delle stelle BE, delle quali, diciamolo pure, non frega nulla a nessuno in quanto le scoperte sul tappeto sono incommensurabilmente più grandi ed impegnative? un lavoro interessante potrebbe ,a mio avviso, essere quello della tempestiva ripresa CCD degli spettri a bassa risoluzione delle SN appena scoperte e non ancora puntate da strumenti professionali, ma queste sono mediamente di mag superiore alla 16-17 ed occorrono aperture notevoli , cieli puliti e lo Star Analyser che è solo spettroscopio(per usare un eufemismo) che può arrivare a quelle mag.In ogni caso sicuramente la parte del leone la faranno gli spettri ufficiali.Il mio potrebbe a questo punto sembrare un discorso disfattista, ma non lo è: voler fare spettroscopia professionale con un 20 o 30 cm magari da una grande città è una pia illusione.Allora, cosa può fare lo spettroscopista del cielo profondo? secondo me questo:
1-Ricerca di variabili cataclismiche ,(novae galattiche in primis) scoperta, e loro identificazione primaria con spettri a bassa risoluzione, (R 100-500)
2- Monitoraggio costante di alcuni oggetti, tipo Novae, Binarie ad eclisse , variabili particolari (BE comprese), che, non presentando grande importanza su piano professionale, non vengono seguiti dai professionisti che non possono sprecare il prezioso (e costoso) tempo telescopio per studi di questo genere, a meno che non vi sia un'esigenza particolare.Si tratta tuttavia, di un lavoro di serie B o C per l'astronomia professionale che oggi mira a ben altri traguardi.
Questo spiega (alcuni me l'hanno chiesto) perchè io mi sia dedicato, e mi dedichi, alla spettroscopia solare
alla spettroeliografia ed alla magnetografia solare : la risposta è semplice: perchè , a mio avviso,in questo campo dove regnano le indagini su input satellitari (SOHO, SDO, IRIS, etc) la strumentazione e la ricerca di minor profilo con strumentazione locale (Torri solari) è stata, a mio avviso sbagliando, completamente smantellata o quasi, nel nostro paese.
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Quindi se con un setup medio-basso di imaging si può anche fare astrometria dei corpi minori,
se con 200-300 euro di filtri fotometrici V e R oppure B e V si può efficacemente cimentarsi
nella fotometria e studiare un enorme numero di oggetti peculiari ne partecipare alle campagne dell' AAVSO, con la spettroscopia è il discorso è diverso e più complesso.
Certo, occorre tuttavia ricordare che il livello di risoluzione tra fotometria e spettroscopia è abissale: tanto per intenderci: la spettroscopia bassa risoluzione con un Alpy od uno strumento come il mio Spec 600 è di circa R=500, mentre quello fotometrico è pari a 5: insomma, è un'altra cosa, tantè che in campo professionale la ricerca fotometrica è quasi scomparsa e forse sopravvive ancora per la ricerca di esopianeti.