Ciao a tutti,
Mercoledì sera ho voluto provare una delle nuova camerina CMOS raffreddate ormai disponibili da qualche mese sul mercato. La tecnologia è molto interessante per caratteristiche intrinseche che presenta e ho in preparazione un articolo completo in merito.
Le condizioni della prova non erano ideali per gli obiettivi che mi ero prefissato, il cielo era molto trasparente, ma vi era forte vento di Bora e soprattutto jet-stream in quota. Ciò nonostante l'obiettivo è parzialmente raggiunto, ossia vedere se la risoluzione raggiunta potesse essere comunque elevata usando le camere CMOS nel modo più opportuno, ossia alto gain e bassi tempi di integrazione per il subframe.
Di seguito l'immagine a risoluzione 100%, è un crop dell'immagine intera che abbraccia un campo molto più grande.
Allegato:
M76_200x10s_-20_QHY163M_forum.jpg [ 594.12 KiB | Osservato 4970 volte ]
Il FWHM medio della somma con sigma clip è di circa 2" grazie al fatto di aver utilizzato tempi piuttosto corti per il singolo frame. Si tratta infatti della somma di 200 pose da 10" l'una ripresi con camera QHY163M raffreddata a -25° C su un rifrattore apocromatico da 152 mm F/8. Luminanza filtrata con IDAS LPS P2. Non ci sono nè dark nè flat, almeno i dark sarebbero stati opportuni, non tanto per il rumore (che è molto basso) quanto per rendere più omogeneo tutto il frame che ai limiti estremi manifesta un residuo di amp glow.
La somma dei frame è stata eseguita col software AutoStakkert 2 (versione 2.7.7 64 bit, ultima beta disponibile) di Emil Kraaikamp che ha implementato alcune funzioni utili proprio per le immagini deepsky.
Non è una bella immagine, ma mostra ciò di cui un CMOS di ultima generazione a bassissimo rumore di lettura è capace di fare. Non vedo l'ora di provare con uno strumento più grande in condizioni di ottimo seeing, secondo me su scale temporali ancora più brevi (1-2") e su soggetti più brillanti - planetarie compatte tipo la Cat's Eye ad esempio - è possibile registrare livelli di FWHM sorprendenti (< 1.5").
Ciao
Mauro