Mamma mia...ma questa è astrofotografia dura
ci vuole tanto coraggio (che io non ho mai avuto) per affrontare un viaggio nell'idrogeno su una nebulosa oscura...probabilmente è una "nuova branca" dell'astrofotografia, un campo veramente quasi o del tutto inesplorato (giacchè suppongo che praticamente tutti i campi dove sono presenti nebulosità oscure, abbiano anche una piccola quota di emissione nell' Ha). Come però tu ci dimostri i tempi di integrazione cominciano veramente ad essere notevoli soprattutto per questo nostro Paese dove mi sembra sia in atto una tendenza meteo alquanto strana: mi riferisco alla stagione delle piogge che va da gennaio a aprile-maggio, vi ricordate l'anno scorso l'attesa infinita di un semplice squarcio per vedere la Panstarrs?
Tale campo di indagine (emissione in regioni di dark) potrebbe essere anche un campo di elezione per quanto riguarda la collaborazione tra più strumenti....che oltretutto, per recenti esperienze fatte è veramente divertente.
Pensate, anche a livello di forum ad avere 100 ore di esposizione su un singolo campo da dare in pasto ai "migliori elaboratori" oppure anche meglio su cui ognuno si potesse cimentare, confrontare i risultati e in questo modo anche migliorare insieme. Non so se ve ne sarebbe il tempo o l'effettivo interesse condiviso però sul divertimento ho pochi dubbi. Si potrebbe rivaleggiare (almeno come profondità e segnale raccolto) con il buon Gabany
tornando all'immagine quindi: bravo solo per questo, per aver provato.
Tale "astrofotografia di frontiera" ovviamente porta al limite, credo, sia la strumentazione che l'operatore
per cui non penso sia possibile valutare un lavoro del genere avendo negli occhi la morbidezza, la naturalezza e la spettacolarità tipiche di riprese "ordinarie" o conformi allo standard qualitativo di un certo autore, anche perché la sfida di mantenere le tenuissime nebulosità tipiche di regioni polverose praticamente né emittenti né riflettenti fondendole con il segnale a volte invadente quasi sfacciato dell'idrogeno penso sia in elaborazione una delle cose più difficoltose.
In tal senso è vero penso che le parti più deboli visibile nell'rgb che danno profondità e quella sensazione di etereo al campo...siano state in gran parte "cancellate" dalla componente Ha, sarebbe bello vedere entrambi anche se giocoforza a scapito dell'Ha. In tale senso quindi immagino una fusione intermedia dove però l'rgb abbia la prevalenza. In determinante aiuto in tal senso potrebbero venire le maschere di livello al fine di mantenere quanto possibile il contributo nell'idrogeno nelle parti centrali e magari ridurlo in quelle periferiche (sto esprimendo il concetto in maniera molto grossolana in quanto ogni singola zona di una nostra immagine ha una storia ed andrebbe per questo trattata in modo diverso).
Tutto sicuramente impegnativo...ma se no che gusto c'è?
l'astrofotografia già è hobby alquanto difficile di base e di concetto...perché non portarlo al limite? Le strumentazioni di cui disponiamo oggi ce lo consentono, la tecnica anche.
Il tutto ovviamente con il massimo e profondo rispetto per chi trova appagamento nel vedere mille e mille volte (come chi non si stanca mai di guardare il volto di una persona che ama) le meravigliose volute di m42.