Nessun problema, Francesco, se qualche volta pubblico una foto è proprio perché c’è qualcosa che non mi convince e non so correggere, per cui suggerimenti, appunti e critiche sono proprio quello che cerco. Hai ragione: il tono dello scritto è sempre equivocabile, al contrario del colloquio diretto, ma ci sono altri vantaggi, come quello di poter rispondere qualche giorno dopo! Non c’è dubbio che, nella fotografia astronomica in modo particolare, il colore e il suo processo siano tema delicato e quanto mai equivocabile. Ed è vero che imparare a trattarlo è necessario, non basta usare bene la strumentazione adatta. E’ proprio quello che conto di fare. Non sono sicuro, però, di aver capito del tutto i tuoi rilievi, perlomeno nelle conseguenze pratiche, mentre ritengo di averne afferrato lo spirito, che condivido senz’altro. Mi riferisco in particolare all’aspetto diciamo così ‘etico’ della correzione dei colori, che è senza dubbio una bugìa, una sorta di violenza alla natura, anche se ci sono violazioni ufficiali, vedi la ‘palette’ di Hubble, che modificano radicalmente i colori proprio per ottimizzarne la percezione, tipicamente del verde. E che piacciono, anche grazie all’alta qualità tecnica. A proposito dell’aspetto strettamente ‘tecnico’, invece, vorrei sgombrare il campo da una affermazione abusata quanto depistante,: che il colore sia ‘soggettivo’, che dipenda cioè da chi lo guarda. I colori sono invece definiti rigorosamente come bande dello spettro visibile, all’interno delle quali sono presenti sfumature comunque classificate e verificate su test statistici. Le camere di ripresa registrano i colori o attraverso micro filtri fissi, poi decrittati secondo standard di fabbrica o attraverso i filtri esterni come livelli di luminanza nei rispettivi RGB. Ora, modificare questi livelli in intensità o, addirittura, spostarli nello spettro virando su altri colori è senza dubbio una mistificazione. Mentre leggeri aggiustamenti, e solo dei livelli, possono servire a compensare esposizioni diverse ottenute in tempi e cieli diversi. Riguardo, infine, alle bande cosiddette ‘narrow’ o ‘interferenziali’, tipicamente Ha, OIII e SII, queste sono a tutti gli effetti colori, sia pur registrati in sotto bande, del rosso per Ha e SII, e del verde, al confine del blu, per l’OIII. Quindi il loro impiego al posto dei colori RGB è in sè corretto, oltre che utile per via della miglior protezione da luci parassite, purché, ancora, non tradisca il cromatismo, non metta cioè un colore al posto di un altro. Ad esempio, ho elaborato al volo una HGB dell’HH555, che non sposta i canali di colore, anche se ho leggermente modificato il rosso un po’ magenta che usciva, semplicemente perché non mi piace. Non so fino a che punto questo è davvero corretto! Ti sarei grato di qualche link o testo che tratti propriamente di questo argomento.
Francesco
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