Non ti risponde nessuno perchè sei sempre meno astrofilo.
Marco Retucci ha scritto:
1) ho rilevato che a differenza del caso in cui ho il filtro halfa da 6nm con il quale ottengo un istogramma del flat da manuale, ovvero con la classica forma a campana simmetrica, e con un picco bene definito, nel caso di utilizzo del filtro IDAS LPS-P2, ottengo un istogramma piú distribuito e con almeno 2 picchi distinti che, aumentando l'esposizione, diventano 3: questo comportamento deriva dalla dominante di colore e dalla diversa efficienza dei pixel R e B che di fatto producono i 3 picchi di distribuzione ben definiti?
Direi di si: il filtro equilibra i colori e fa passare comunque meno luce.
Cita:
2) un flat distribuito e a piú picchi é ancora valido per una calibrazione, ovvero non é che si rischia di far piú danni che altro ad applicarlo, considerato anche il fatto che, ad oggi, il sensore non ha impurità evidenti e la vignettatura del Taka é veramente limitata?
Secondo me qui devi provare e basta.
Cita:
3) a prescindere dalle domande e dalle considerazioni di cui sopra, utilizzare un flat prodotto con una sorgente luminosa con una marcata dominate cromatica, nel caso di sensori a colori, non ha come effetto un sistematico sbilanciamento cromatico dell'immagine calibrata dovuto alla dominante e alla diversa sensibilità dei pixel G, R, B ? Se si, sarebbe possibile in incerto qual modo valutarle tale sbilanciamento legandolo dalla temperatura di colore della dominante e sistematicamente correggerlo in un qualche modo durante la calibrazione, che ricordo effettuo in RAW, prima della debayerizzazione.
Bellissimo: mettiamo del cromatismo su un'ottica apocromatica

Sia una foto del pannello flat, che dello stesso flat sarebbe più "esplicativa" per capire l'entità del cromatismo.
Comunque sia a spanne direi che è meglio cambiare pannello e metterne uno in "luce bianca".
Ma che cavolo di foglio hai?
