Ciao a tutti, questa volta, se avete pazienza di leggere, vi trascino nella mia avventura del novembre/dicembre scorso. Mi sono imbattuto per caso in un sito dove lessi le caratteristiche di questa planetaria che la dava di magnitudine +18,9 e lì è scattato il tarlo: proviamo a vedere se con il “cinesotto” di casa riusciamo ad ottenerne un’immagine? Ecco quindi che la sera del 24 novembre scorso effettuai due pose da 20 minuti cadauna con il filtro OIII ed in binning 2X allo scopo di avere più sensibilità nella camera, più che altro allo scopo di vedere cosa usciva. La prima immagine mostra il risultato dei 40 minuti complessivi di integrazione dove Abell 9 si vede “appena” molto ma molto debole … però c’è!! La mossa successiva fu di verificare in rete eventuali riprese amatoriali e non di questa nebulosa, allo scopo principalmente di capire come fosse fatta, in modo tale da complicarmi anche un po’ meno il lavoro, ma con mio rammarico purtroppo non trovai quasi nulla, o meglio solo le onnipresenti lastre del POSS che logicamente non essendo riprese in banda stretta la mostrano come un oggetto appena accennato (nel rosso) e praticamente inesistente (nel blu). Inutile dire che, galvanizzato da quel misero risultato aspettai con ansia la prossima notte serena per attaccare in maniera più decisa la debolissima palla di gas. Ecco infatti profilarsi una serie di notti decenti (il 5, 6 e 7 dicembre) dove continuai il lavoro iniziato in banda OIII collezionando un totale di 286 minuti di integrazione. A questo punto, quella che dopo i primi 40 minuti poteva sembrare una macchia di sporco, si rivelò invece essere proprio lei: Abell 9, che adesso si mostrava in modo inequivocabile (seconda immagine). Da una mia considerazione, così ad occhio senza velleità di precisione, stimai la A9 più luminosa di quanto letto, infatti secondo me la sua magnitudine potrebbe attestarsi intorno almeno ad una magnitudine in meno. Ora però avrei voluto di più, ovvero vedere il comportamento anche nella luce Halfa, avere più risoluzione considerato che ripresi in binning 2X per favorire esclusivamente la sensibilità. Un mio carissimo amico si costrui interamente (dalla molatura degli specchi alla montatura), qualche anno addietro, un riflettore da 63 cm di diametro in configurazione cassegrain utilizzato soprattutto per osservazioni visuali; lo contattai per chiedergli se se la sentiva di lavorare ancora un po’ per accrocchiare qualcosa in modo tale da poter fissare la camera al fuoco diretto dello strumento (che deve essere di circa 2,5 m di focale). In tal modo si aveva l’enorme pozzo di luce dato dal diametro ed ancora una focale almeno doppia rispetto alla mia che quindi tornava a tutto vantaggio della risoluzione. Ecco quindi che la notte del 19 dicembre ottenemmo 90 minuti di integrazione sempre in binning 2X ma questa volta con un filtro Halfa: l’immagine restituita dal “bestione” mostrava una abell 9 veramente “luminosa” ed addirittura si poteva vedere l’anello, ovvero l’inspessimento dei bordi (come M57 tanto per intenderci). Non sò quanto dormii quella notte, sembravo ritornato ragazzo quando osservavo le mie prime meraviglie con il rifrattore da 77mm. L’unica pecca è che le immagini del grosso riflettore mostravano delle stelle con una brutta forma triangolare (probabilmente vi sono tensioni nella parte laterale dello specchio, la camera non era perfettamente in asse, l’autoguida era diciamo una novità in quanto non c’era ancora quel giusto feeling tra operatore e strumento essendo utilizzato come detto sopra in visuale). Infine la notte del 27 dicembre si fece il bis con il 63 cm ma questa volta con filtro OIII allo scopo di vedere l’immagine di A9 anche in questa banda e confrontarla con quelle del newton da 25 cm riprese dal sottoscritto: altro pianeta ancora, i “soli” 83 minuti di integrazione polverizzavano letteralmente i miei “faticosi” 286 minuti, mostrando il disco di Abell 9 bello luminoso e compatto. Che dire, innanzi tutto grazie di essere arrivati fin qua, e spero che questo mio breve racconto possa aver suscitato in voi, almeno in parte, la stessa emozione che ho vissuto in quei mesi, cercando di dare una fisionomia un po’ più precisa ad un oggetto molto elusivo del nostro cielo invernale.
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