Ciao a tutti voi
come promesso, riesco finalmente a pubblicare la prima immagine ufficiale ottenuta con il nuovo RH200 (Riccardi-Honders 200mm F3) di Officina Stellare.
La gestazione è stata davvero lunga e la ripresa stessa è stata un'autentica Odissea!
Prima di darvi le mie prime impressioni su questo nuovo strumento, voflio darvi un breve resoconto sull'epopea per riuscire anche solo a riprendere quest'immagine.
Mi sono aggregato alla spedizione al Pic du Midi, come ogni anno, proprio per poter testare al meglio questo strumento. Ho raggiunto i ragazzi di Officina Stellare a Venezia e da lì, alle 6 del mattino siamo partiti in furgone (carico al massimo) alla volta di Tolosa. Dopo un viaggio di 1300Km circa siamo arrivati e abbiamo pernottato. Il mattino seguente siamo ripartiti verso la nostra met a circa 200Km di strade montane. Ebbene in tanti anni che vado in questo magico luogo, mai una serata sono stato deluso dalle condizioni... Eccetto questa volta

. Due notti nella pioggia e nelle nuvole a 3000mt senza poter fare nulla!!!
Siamo ripartiti senza aver potuto provare niente ed abbiamo affrontato il viaggio di ritorno verso Venezia in un unica soluzione.
Una volta lì abbiamo deciso di ripartire il giorno seguente alla volta di Salerno (dove io vivo) ed abbiamo fatto altri 900Km! Il giorno successivo ci siamo recati all'osservatorio Nazionale di Toppo di Castelgrande (sito che in 20 anni mi ha sempre offerto seeing eccezionali) dove ci aspettava: vento con raffiche di 50Km/h, luna al 99% e seeing mai migliore di 6arc/sec! Come si poi ci mancava, ci si sono messe anche le nuvole in rapida formazione... Ad ogni modo queste sono state le condizioni di test del primo giorno. Il secondo è andato un pò meglio ma la luna era piena ed il seeing comunque pessimo anche se non ci sono state nuvole ed il vento era nettamente calato. quasi 4000Km in 5 giorni per poter fare questo benedetto test!
Ad ogni modo mi fermo qui e passo a descrivermi le mie impressioni "tecniche".
Lo strumento mi incuriosiva non poco ed il modello in prova era ancora un prototipo, anche se nella sua incarnazione definitiva.
Il setup era composto da una montatura AP Mach1 GTO, il RH200 con un focheggiatore FLI Atlas, una ruota FLI con filtri da 2" ed una CCD FLI Microline con sensore KAI 11002M. La guida è stata effettuata con un Borg 45mm ed una SBIG STV.
Lo strumento ha visto un ritardo nella sua immissione in commercio scaturito da prove sul campo che, come in ogni "nuovo nato", hanno portato alla luce degli aspetti migliorabili per la fruibilità dell'utente finale. Mi spiegava Gino Bucciol che, rispetto al proggetto originale, sono state modificate parecchie cose, a partire dai materiali necessari a mantenere il fuoco durante i cambi di temperatura (in questo strumento il tubo deve potersi espandere insieme ai vetri per non generare tensioni e spostamenti), il paraluce interno, quello esterno, il sistema di messa a fuoco, il sistema di aggancio alla montatura e, cosa estremamente utile ed importante, il sistema di collimazione e regolazione della planarità.
Il prototipo che abbiamo usato non aveva ancora tutte queste modifiche.
La cosa da dire è che risulta molto importante conoscere il backfocus del proprio treno ottico in modo da poter ottimizzare gli spaziatori sulla culatta affinchè il piano focale cada alla distanza ottimale. Essendo il nostro strumento in prova un prototipo "jolly" abbiamo dovuto provvedere noi, sul campo ad ottimizzare tale distanza utilizzando degli spaziatori non proprio rigidissimi (forse hanno influenzato la resa finale con una qualche flessione del treno, a mio avviso). Il modello definitivo utilizza un sistema di collimazione a 4 viti precaricate lungo gli assi N/S ed E/O cosa che facilita in maniera estrema l'eventuale rifinitura della collimazione. In questo strumento viene collimato il gruppo finale, risultando così in una semplice operazione. Nel prototipo arano presenti non 4 ma 6 grani di collimazione (meccanica utile per testare lu strumento in tutte le condizioni) ma di non facile gestione, abbiamo impiegato parecchio tempo per ottimizzare il tutto anche se, il seeing e le condizioni ambientali, non ci hanno permesso, a mio avviso, di ottenere il risultato ottimale. Alla fine c'è la regolazione di planarità del treno di ripresa effettuato con grani a 120° sul raccordo telescopio/treno di ripresa sulla culatta. Il progettista Massimo Riccardi mi ha detto che, tra tutti, questo è uno degli aspetti più importanti. Nel nostro strumento non ci è stato possibile a causa delle condizioni, di poter misurare tale planarità che, quindi risulta più che decente ma non perfetta.
Le mie principali paure non riguardavano la non perfetta copertura di un sensore Full Frame quanto la possibilità di riflessi interni o ghosting per l'uso di tante superfici ottiche, ebbene puntata una stella di 1mag. abbiamo fatto riprese fino a 10min senza rilevare alcun riflesso! Risultato eccelente secondo me. La copertura del pieno formato era anche un fattore da verificare (per me) e da qui la scelta di un 11K come sensore. La cosa però mi interessava meno poichè ritengo che tale strumento sian interessante per l'uso con camere DSLR che, non in tutti i casi, sono Full Frame. Un'altra considerazione da fare circa l'uso di un CCD Full frame è che, con un rapporto così aperto come F3, l'angolo di incidenza sia molto alto. Questo si traduce nel fatto che, anche con filtri da 2", si abbia una forte vignettatura ai bordi (devo dire solo lì), risolvibile con dei buoni flat ma, per sfruttare davvero a pieno un sensore CCD di formato full frame, a mio parere servono dei filtri quadrati che sono senz'altro più costosi (oltre che la relativa ruota). Ripeto, non che siano essenziali, ma certamente desiderabili per sfruttare al 100% lo strumento. Ovviamente la cosa non si pone con una DSLR che non ha bisogno di filtri!
In conclusione credo che questo strumento mantenga a pieno le promesse e, nonostante non sia semplicissimo da mettere a punto all'inizio (del resto lo stesso vale per qualsiasi astrografo F3! Avete visto quanto tempo è passato tra la consegna dei primi RH di AP e le prime immagini prodotte con tali strumenti? almeno 3 mesi per questi e non altri problemi). Ritengo comunque che, se noi siamo riusciti ad ottenere la prima luce in una sola serata, questa ottica sia molto più semplice da gestire di una qualsiasi altra configurazione ottica F3, ritengo anche, avendolo sballonzolato non poco, che mantenga in maniera molto efficace le regolazioni e la collimazione.
Ultima cosa, in questa prima immagine c'eè una residua rotazione di campo dovuta al non perfetto stazionamento della montatura (non abbiamo potuto fare il bigourdan per questioni di tempi). La montatura ha faticato non poco a reggere le folate di vento a 40/50Kmh per cui ci sono anche residui errori di guida. Ritengo che lo strumento abbia lavorato al 70% delle proprie possibilità, anche in relazioni al penoso seeing che ci è toccato.
Uff... Forse vi ho seccato ma credo che in molti stessero aspettando le prime impressioni di uso "reale" di questo strumento e quindi mi sono dilungato. Ad ogni modo ecco i dati di ripresa della prima immagine:
Area di NGC7000 (Nord america e pellicano) 120min (sub da 10min) in Ha (il filtro impiegato credo sia un True Tech oppure un Chroma ma è piuttosto vecchio e non saprei dirvi la bandpass, mi sto informando e vi farò sapere) con luna al 99% a 60° circa dal soggetto.
Ecco il link:
http://www.flickr.com/photos/astrojohnn ... hotostreamSe avete domande e/o curiosità fatemi sapere e, per quel che ho potuto provare, vi darò le mie impressioni.
Ciao da JOE