Ciao Ivaldo, grazie per la risposta.
Ivaldo Cervini ha scritto:
A mio avviso le principali controindicazioni sono che il sensore di guida viene a trovarsi alle spalle di eventuali filtri e quindi che in alcuni casi può essere più difficile trovare una stella di guida sufficientemente luminosa.
Diciamo che normalmente, specialmente se operi a largo campo e sotto un cielo decentemente scuro, questo non dovrebbe essere un problema grandissimo, no? O almeno, dovrebbe essere compensato dal fatto che eviti il peso e le complicazioni in termini di flessioni di un secondo telescopio e relativa maggiorazione dei contrappesi.
Ivaldo Cervini ha scritto:
L'altra controindicazione è che l'idea del doppio sensore è stata registrata in forma di brevetto dalla SBIG e quindi che se si vuole un CCD a doppio sensore ci si debba per forza rivolgere a quest'unico produttore che, in situazione di monopolio, ha prezzi non propriamente popolari.
Questa è brutta.
Ivaldo Cervini ha scritto:
Quindi il sensore di guida non riceve la stessa immagine, ma una porzione dell'immagine che si trova poco fuori dal campo inquadrato dal sensore principale.
Ma questa porzione è abbastanza grande da far sperare che quasi sempre ci sia una stella luminosa abbastanza da permettere la guida?
Ivaldo Cervini ha scritto:
Siccome in molte camere SBIG il sensore di ripresa non dispone di otturatore elettronico c'è un otturatore meccanico che però, durante il download delle immagini, oscura anche il sensore di guida. Questo obbliga l'astrofilo a prevedere alcuni secondi di pausa tra uno scatto ed il successivo in modo da stabilizzare l'autoguida.
Vabè, penso che questo sia un compromesso più che accettabile.