Cari astrofili, penso che vi sto esaurendo con queste planetarie!!
Tanto siamo agli sgoccioli, sono le ultime riprese estive! Poi ci sarà una breve pausa!
Ecco la Abell 79, una planetaria piccola ma interessante.
Abell 79Qui ci troviamo di fronte ad un soggetto strutturalmente diverso dai precedenti, in quanto si tratta di una nebulosa planetaria bipolare con toroide equatoriale già in fase di ricombinazione nebulare.
Durante il passaggio della stella dal ramo asintotico delle giganti (AGB) al ramo orizzontale (HB), durante il quale si ha l'eiezione della nebulosa, si crea, in certi casi, un ciambellone sul piano equatoriale della stella che costrige il gas ad allontanarsi dai poli del sistema, già nelle fasi iniziali di supervento.
La formazione di tali toroidi è tutt'ora un problema molto dibattuto e le ipotesi sono tante, in quanto sembrebbe naturale pensare che tali inviluppi tendano a formarsi in sistemi binari a causa della presenza di compagni vicini in grado di attrarre, lungo il piano equatoriale, il gas e le polveri disperse dalla stella morente. Ma questo non è quasi mai vero.
L'osservazione dei resti dell'Halo (ovvero delle polveri emesse durante la fase asintotica), mostra morfologie quasi sempre sferiche, anche quando al centro si sviluppano strutture bipolari. Ciò vuol dire che il toroide tende a svilupparsi solo dopo che la stella ha abbandonato il ramo AGB.
Tra le ipotesi segnalate c'è la veloce rotazione della stella che è proporzionale alla massa intriseca del progenitore; la maggiore rotazione, infatti, comporterebbe una preferenziale perdita di massa lungo il piano equatoriale.
Nel caso in cui però la planetaria si sviluppa in stelle piccole con velocità di rotazioni più basse si ricorre anche all'ipotesi della presenza di pianeti, in particolare di quelli giganti. Durante lo stazionamento della stella nella fase AGB i pianeti subiscono una specie attrito secolare dovuto all'aumento di densità di polveri e gas nel sistema, in questo modo essi sono soggetti ad una perdita di potenziale gravitazionale che si traduce con un trasferimento di accelerazione tidale alla stella, che in questo modo aumenta la propria velocità di rotazione.
C'è anche l'ipotesi legata alla presenza di sistemi planetari complessi che porterebbero all'accumulo preferenziale di polveri e gas con un aumento della schermatura fotoionizzante grazie alla quale si avvantaggerebbe l'accumulo esponenziale lungo il piano equatoriale.
Ci sarebbe anche l'ipotesi magnetica...ecc...
Sta di fatto che molte nebulose proto-planetarie presentano toroidi equatoriali opachi, tra queste ricordiamo le celeberrime CRL2688 e CRL618
Come si vede, le problematiche sono tantissime e generalmente sembra che le nebulose planetarie bipolari, al livello statistico, circondano stelle leggermente più massive rispetto alla media solare.
Nella Abell 79, già anzianotta, è ben evidente il toriode stratificato, mentre i lobi polari sono meno visibili a causa di una maggiore dispersione. Molto interessanti sono i dettagli del toriode in cui si evidenziano stutture globulari resistenti all'fotoevaporazione, segno di una distribuzione iniziale non omogenea. Molto spesso, infatti, i toroidi equatoriali non sono eterogenei e nei casi in cui la pressione radiativa è molto energetica si ha addirittura lo smantellamento del toride, stesso con la presenza di strutture nodulari relitte. Vedere ad esempio la NGC 2440, dove pur presente una morfologia bipolare (in particolare quadrupolare), il toroide non è più riconoscibile.