1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

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Autore Messaggio
MessaggioInviato: venerdì 10 settembre 2010, 23:47 
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Iscritto il: lunedì 27 marzo 2006, 9:29
Messaggi: 1412
Località: Genzano di Roma
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Ciao a tutti...
volevo togliermi un pò di dubbi sui tempi di esposizione con le camere ccd perchè mi sono accorto di avere le idee molto confuse.

da quello che so...non ha senso esporre un tempo indefinito perchè ad un certo punto il fondo cielo che comunque presenta un certo chiarore inizierà ad aumentare rispetto l'oggetto che invece saturerà (e anche qui il meccanismo non mi è molto chiaro).
Questo limite potrà essere calcolato in base alla luminosità del telescopio e al limite di saturazione della camera, e questo è un limite che tutte le camere hanno.

Quindi, facciamo un esempio, se con una camera a fuoco di un f10 impiego 10 minuti a raggiungere la posa massima, a fuoco di un f5 ci impiegherò (in assurdo) la metà del tempo.
Quello che voglio capire ora è, alla fine il segnale raccolto è sempre lo stesso ma solo in minor tempo?
Mi sembra strano che sia così semplice. Alla fine i risultati raggiunti con i due strumenti sarebbero comunque gli stessi ma solo in più tempo.

Allora veniamo alle differenze tra le camere. Cosa cambia tra una camera più o meno sensibile? anche qui solamente il tempo per accumulare il segnale? Cioè fissato il rapporto f una più sensibile impiegherà meno tempo a raccogliere lo stesso segnale di una meno.
Ma allora la differenza in cosa risiede tra le varie camere? nel valore di saturazione?
perchè alcune "sembrano" mostrare più segnale di altre nei light?

Ovviamente il mio ragionamento è fatto su una sola lunghezza d'onda senza preoccuparci della sensibilità sull'intero spettro, e senza preoccuparci del rumore di lettura o del differente rumore termico, ovvio che molte differenze sono in questo tra i vari sensori e alcuni mostreranno light più puliti rispetto ad altri

Sento che c'è qualcosa che mi sfugge :wink: ....

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Our problems are manmade; therefore they can be solved by man. And man can be as big as be wants.
No problem of human destiny is beyond human beings.
Man's reason and spirit have often solved the seemingly unsolvable, and we believe they can do it again.

John F.Kennedy

Cieli sereni, Lorenzo!


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MessaggioInviato: sabato 11 settembre 2010, 8:12 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 23:48
Messaggi: 1105
Località: Vico Equense (Na)
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Non sono un "tecnico" per cui non ho la capacita' di risponderti in maniera esaustiva,
ma saturare una ripresa di un oggetto deep non e' una cosa cosi' normale e scontata.
A meno che non stiamo riprendendo M42, M31 o qualche ammasso e' dura saturare un' immagine,
maggiormente se si usano anche filtri a banda stretta.
Comunque ritornando al tuo discorso, non parlerei solo di quantita' di segnale ma soprattutto
della sua qualita'.....avere un buon rapporto segnale / rumore puo' fare la differenza tra
una riprese e l'altra.
Qui mi fermo e aspetto gli interventi di persone molto piu' preparate di me.

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MessaggioInviato: sabato 11 settembre 2010, 18:29 
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Iscritto il: mercoledì 19 marzo 2008, 9:47
Messaggi: 1089
Località: Messina
LorenzoM ha scritto:
Quindi, facciamo un esempio, se con una camera a fuoco di un f10 impiego 10 minuti a raggiungere la posa massima, a fuoco di un f5 ci impiegherò (in assurdo) la metà del tempo.
Quello che voglio capire ora è, alla fine il segnale raccolto è sempre lo stesso ma solo in minor tempo?
Mi sembra strano che sia così semplice. Alla fine i risultati raggiunti con i due strumenti sarebbero comunque gli stessi ma solo in più tempo.


Un f/5 ci metterà 2,5 minuti, cioè 1/4 del tempo rispetto ad un f/10. Si ragiona in termini quadratici (10x10=100, 5x5=25, 25/100=1/4)


LorenzoM ha scritto:
Allora veniamo alle differenze tra le camere. Cosa cambia tra una camera più o meno sensibile? anche qui solamente il tempo per accumulare il segnale? Cioè fissato il rapporto f una più sensibile impiegherà meno tempo a raccogliere lo stesso segnale di una meno.
Ma allora la differenza in cosa risiede tra le varie camere? nel valore di saturazione?
perchè alcune "sembrano" mostrare più segnale di altre nei light?


Se una camera è più sensibile vuol dire che ha i pixel più grandi, quindi avrà meno risoluzione (a parità di focale)

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MessaggioInviato: sabato 11 settembre 2010, 20:11 
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Iscritto il: giovedì 9 marzo 2006, 19:40
Messaggi: 987
Località: Salerno
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Ciao,
ti dico subito che ti sei imbarcato in un campo minato... La questione non è così semplice ma cerchiamo di andare per gradi:

LorenzoM ha scritto:
da quello che so...non ha senso esporre un tempo indefinito perchè ad un certo punto il fondo cielo che comunque presenta un certo chiarore inizierà ad aumentare rispetto l'oggetto che invece saturerà (e anche qui il meccanismo non mi è molto chiaro).


Il problema non è la posa in un tempo "indefinito", la luminosità del fondocielo ha una distribuzione "casuale" mentre il segnale luminoso emesso da un soggetto, seppur poco luminoso, è lineare. Questo spiega perchè anche da cieli inquinati ed apparentemente più luminosi dei soggetti fotografati, è possibile la fotografia CCD. Questo si traduce nel fatto che all'aumentare delle pose, il segnale si sommi in maniera lineare mentre il rumore no. Se fai 2 immagini il segnale "raddoppia" mentre il rumore è solo la metà, per dimezzarlo ulteriormente devi fare 4 immagini, poi 8 e così via. Ad un certo punto il segnale lineare supererà quello casuale consentendoti di "vedere" il soggetto, anche se meno luminoso del fondocielo!


LorenzoM ha scritto:
Questo limite potrà essere calcolato in base alla luminosità del telescopio e al limite di saturazione della camera, e questo è un limite che tutte le camere hanno.


Il fatto di "saturare" significa che un sensore CCD è fatto di tanti pixel che puoi considerare come veri e propri "secchi". Si riempiono man mano che i fotoni li colpiscono ma, ad un certo punto, non possono più contenerne e quindi "straripano" (Blooming). La quantità di carica che possono contenere viene detta Full Well Capacity e varia da sensore a sensore e non dipende dalla luminosità del telescopio.

LorenzoM ha scritto:
Quindi, facciamo un esempio, se con una camera a fuoco di un f10 impiego 10 minuti a raggiungere la posa massima, a fuoco di un f5 ci impiegherò (in assurdo) la metà del tempo.
Quello che voglio capire ora è, alla fine il segnale raccolto è sempre lo stesso ma solo in minor tempo?
Mi sembra strano che sia così semplice. Alla fine i risultati raggiunti con i due strumenti sarebbero comunque gli stessi ma solo in più tempo.


Come già ti è stato detto il rapporto e quadratico e non lineare e quindi un f5 ci metterebbe 2,5 minuti rispetto ai 10 di un f10, si ma a fare cosa in realta? La risposta sembrerebbe semplice ma può fuorviare: a raggiungere la full well del sensore.
Bisogna capire che i rapporti di apertura focale sono un retaggio del "passato" della fotografia chimica (oltre che ad un parametro fisico dell'ottica) in cui si parlava di densità che potevano raggiungere gli alogenuri di argento di un'emulsione. Siccome ogni emulsione era soggetta al famoso effetto Swartzchild meglio noto come difetto di reciprocità (la pellicola più passava il tempo meno era sensibile, sino ad arrivare ad un punto in cui non era più possibile aggiungere posa nelle zone che avevano già raggiunto la massima densità possibile e quindi non facevano altro che "velarsi" nelle zono dove c'era solo il fondocielo), era di capitale importanza riuscire ad accumulare quanta più densità nel minor tempo possibile (importanza degli obbiettivi "luminosi"). Il moderno CCD è un dispositivo effettivamente lineare e quindi non ha realmente senso in quanto tempo lo riempiamo (parallelo del raggiungere la massima densità), inoltre non parlando più di densità (chimica) ma di semplice conteggio della carica (possiamo realmente sapere quanti fotoni hanno colpito un singolo pixel!) quello che è importante diventa poter discriminare il segnale reale dal rumore (sia esso di fondocielo, ottica ecc. che viene detto "skynoise" oppure di lettura, elettronica, termico ecc. che viene detto nel suo complesso cameranoise).
Adesso viene il bello, non è assolutamente importante avere un f2 oppure un f5 oppure un f10, anche se il primo riempie più velocemente il pixel, il rapporto tra il segnale (che a parità di diametro comprende un area di cielo più ampia, e quindi molto più skynoise) ed il rumore non cambia! Ecco perchè oramai non si parla più di strumenti "veloci" ma a grande campo! Per migliorare il SNR il parametro che influisce in un'ottica è solo il suo diametro ed il suo Strehl, non il suo f/ratio.

LorenzoM ha scritto:
Allora veniamo alle differenze tra le camere. Cosa cambia tra una camera più o meno sensibile? anche qui solamente il tempo per accumulare il segnale? Cioè fissato il rapporto f una più sensibile impiegherà meno tempo a raccogliere lo stesso segnale di una meno.
Ma allora la differenza in cosa risiede tra le varie camere? nel valore di saturazione?
perchè alcune "sembrano" mostrare più segnale di altre nei light?


In questo caso la differenza invece c'è, ed è apprezzabile. Non è vero che le camere più sensibili hanno pixel più grandi, la sensibilità riguarda solamente la tecnologia ed è quantificabile dall'efficienza quantica Q.E. Una camera che abbia un q.e. del 55% in una determinata frequenza dello spettro luminoso è capace di "catturare" il 55% dei fotoni che colpiscono un dato pixel, gli altri 45% vengono persi. E' chiaro che un sensore con il 96%, nello stesso tempo, è capace di catturare quasi il doppio (ma direi quasi la totalità dei fotoni che lo colpiscono, oltre il 100% non è possibile avere più sensibilità!) dei fotoni! L'effetto di avere pixel più grandi (anche il binning ha lo stesso effetto) non è certo quello di aumentare la sensibilità di un sensore, ha però un'area maggiore e quindi proporzionalmente una maggior possibilità di intercettare un fotone a scapito della sua capacità di individuare il punto esatto dove avviene il "contatto" (risoluzione spaziale). La seconda differenza è che in un secchio più grande si può contenere più carica e quindi la full well aumenta anch'essa in maniera proporzionale.
Ultimo ma fondamentale fattore riguarda la qualità dell'elettronica delle camere, altrimenti nono si spiega perchè esistono camere con lo stesso sensore che costano svariati ordini di grandezza in più di altre. Questo significa che, una volta riempiti i nostri secchi, dobbiamo avere qualcuno che li svuota e che prende il conto precso di quante goccie ci sono in ogniuno, senza versare acqua, senza inquinarla e mettendo tutto in ordine preciso! Ecco perchè con camere diverse, stesso telescopio, stesso soggetto, tempi di posa e serata, gli istogrammi sono un bel pò differenti! (Esperienza fatta).

Uff, spero di essere stato chiaro o d'aiuto anche se ho scritto una Bibbia....

Ciao da JOE


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MessaggioInviato: sabato 11 settembre 2010, 21:43 
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astrojoe ha scritto:
Non è vero che le camere più sensibili hanno pixel più grandi, la sensibilità riguarda solamente la tecnologia ed è quantificabile dall'efficienza quantica Q.E. ..........
..........L'effetto di avere pixel più grandi (anche il binning ha lo stesso effetto) non è certo quello di aumentare la sensibilità di un sensore, ha però un'area maggiore e quindi proporzionalmente una maggior possibilità di intercettare un fotone a scapito della sua capacità di individuare il punto esatto dove avviene il "contatto" (risoluzione spaziale). La seconda differenza è che in un secchio più grande si può contenere più carica e quindi la full well aumenta anch'essa in maniera proporzionale.


E dove sta la differenza? Pixel grandi, nell'unità di tempo, prendono più fotoni dei pixel piccoli, e quindi catturano meglio le deboli sorgenti luminose. In 10 secondi con camere a pixel grandi registri già qualche galassia, con camere a pixel piccoli prendi solo qualche stella. Non mi è chiaro i tuo discorso sulla sensibilità, sicuramente sbaglio io qualcosa...

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MessaggioInviato: sabato 11 settembre 2010, 22:23 
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Iscritto il: lunedì 27 marzo 2006, 9:29
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escocat ha scritto:
E dove sta la differenza? Pixel grandi, nell'unità di tempo, prendono più fotoni dei pixel piccoli, e quindi catturano meglio le deboli sorgenti luminose. In 10 secondi con camere a pixel grandi registri già qualche galassia, con camere a pixel piccoli prendi solo qualche stella. Non mi è chiaro i tuo discorso sulla sensibilità, sicuramente sbaglio io qualcosa...

Se ho capito....non sbagli, sicuramente pixel più grandi comportano una sensibilità maggiore, perchè il segnale va integrato sull'intera superficie sensibile, che quindi sarà maggiore rispetto una camera a pixel piccoli. Ma sicuramente bisognerà fare anche un discorso sulla tecnologia fotosensibile e quindi sull'efficienza quantica del sensore che dipenderà dalla tecnologia costruttiva dei pixel.
Pixel grandi ma con bassa efficienza quantica possono raccogliere meno fotoni di pixel piccoli con alta efficienza quantica.
Penso che sia utile ragionare tenendo una variabile sempre fissa!

Joe ha scritto:
Adesso viene il bello, non è assolutamente importante avere un f2 oppure un f5 oppure un f10, anche se il primo riempie più velocemente il pixel, il rapporto tra il segnale (che a parità di diametro comprende un area di cielo più ampia, e quindi molto più skynoise) ed il rumore non cambia! Ecco perchè oramai non si parla più di strumenti "veloci" ma a grande campo! Per migliorare il SNR il parametro che influisce in un'ottica è solo il suo diametro ed il suo Strehl, non il suo f/ratio.

Questa pezzo mi ha illuminato!!!...praticamente cambiando ottica si hanno gli stessi risultati in tempo diverso.

Allora torna la solita stupida domanda, cosa cambia tra una posa da 10 minuti e una da mezz'ora?
è equivalente prendere una posa lunga o tante brevi pose e poi mediarle? Togliendo tutti i problemi di guida o roba che passa nel campo.
Oggetti invisibili nelle singole pose poi possono "apparire" se vengono sommate molte pose? La mia domanda sorge perchè certi sere fa ho provato a riprendere la vdb151 ed era praticamente invisibile dopo una posa da 10 minuti, allora mi è venuto il dubbio, andare avanti o alzare la posa?? come posso decidere?


Comunque devo rileggere con calma domani quello che hai scritto perchè è pieno di punti importanti su cui devo soffermarmi un pò di più...

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MessaggioInviato: domenica 12 settembre 2010, 1:03 
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Interessantissimo topic, non mi è chiaro ancora bene il discorso del vantaggio di avere pixel grandi, perchè tra modelli di ccd, di cui la differenza è praticamente è la dimensione del pixel, tipo la atik 320e pixel da 4.4 uM e la atik 314l pixel 6.45 uM (il sensore è leggermente più piccolo) il prezzo è quasi il doppio! :shock: dunque il pixel grande ha dei vantaggi notevoli rispetto a ccd con pixel piccoli, ho sbaglio??!?! :?:

Claudio

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- Intes MK69 - ZEN mak/gregory 190 f15 - zeiss sonnar 135 f3,5 - zeiss sonnar 180 f 2,8 - Canon 1100D full spectrum - Sbig ST10XME - Ruota CFW9 - ottica adattiva AO8 - Filtro Idas LPS2 2" - Filtri 31,8 Astodon LRGB gen.1 serie E - Filtro 31,8 Schuler Ha da 9nm. -filtro eos clip IR pass- ccd imaging source DFK 21AU618.AS - ccd Point Grey Blackfly - montatura Skywatcher HEQ5 pro - software Maximdl pro - PS - Star Tools - The sky X [/b]


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MessaggioInviato: domenica 12 settembre 2010, 12:29 
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Ecco, a grandi linee (senza tenere conto della sensibilità intrinseca di un CCD dovuta alle caratteristiche elettroniche di costruzione) più grandi sono i pixel maggiore è la sensibilità (intesa come "velocità" di risposta ad un segnale). Questo discorso è importante perchè potrebbe evitare problemi a chi vuole un CCD per il deep sky. Nulla vieta di riprendere galassie con un CCD che ha pixel di 3 micron, si avrà un'ottima risoluzione (sempre facendo attenzione ai campionamenti e al seeing) ma si dovrà faticare parecchio con le pose e il numero di integrazioni. Se il campionamento lo permette, cioè non si ha una grande perdita di risoluzione, molto meglio per le galassie un CCD con pixel di 8 micron. Se poi uno se ne frega della risoluzione allora ancora meglio pixel di 15 micron. Con 1 minuto di posa avrà già la galassia sul suo monitor.
Quanto al problema posa/numero di pose, purtroppo non si scappa: è sempre meglio più pose col maggior tempo di posa (quello che permette il miglior rapporto segnale/rumore ed evita la saturazione). Facendo la media il rumore si abbatte e il segnale trionfa. L'istogramma rivela sempre qual'è il tempo massimo utilizzabile per QUEL ccd, per QUELL'oggetto in QUELLA serata con QUEL telescopio.

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MessaggioInviato: domenica 12 settembre 2010, 12:54 
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Dico solo che un ccd con pixel piccoli si può fare binning 2x2 ecc con uno con pixel enormi non puoi fare binning 0,5x0,5.....
:mrgreen:
Tradotto un ccd a pixel grandi resta un ccd a pixel grandi, un ccd a pixel piccoli può trasformarsi in uno a pixel grandi.......
Poi le domande che poni non hanno risposte semplici (sei sicuro astrojoe che il fondocielo non sia lineare? mi puoi spiegare il perchè? Semplice curiosità...)
la risposta di astrojoe è abbastanza completa, ma mi sembra si sia dimenticato di tenere conto del rumore termico... (quello del dark per capirsi) quindi non è vero che una posa da 10 minuti a f/10 è equivalente ad una da 2,5 a f/5 (a parità di focale e ccd) ma quella da 10 minuti avrà un rumore termico 4 volte maggiore, quindi alla fine dobbiamo vedere quanto questo rumore conterà rispetto al segnale più debole che vogliamo evidenziare, se questo segnale è maggiore del rumore termico, allora con lo stesso numero di pose (N° di pose non tempo di integrazione che sarà 4 volte maggiore per l'f10) si otterrà la stessa immagine, con la fregatura che con l'f5 ci sono bastate 2 ore, mentre con l'f10 ci vogliono 8 ore!!!
Se poi il segnale (o il rumore) dark è paragonabile al segnale minimo che vogliamo evidenziare allora per ottenere una immagine pulita come con l'f5 dobbiamo fare qualche posa in più, quindi integrare ancora di più......
Alla luce di questo direi che anche se siamo nell'era digitale, molto meglio avere un telescopio veloce! :wink: :wink:

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Davide Ghiso
Meade Schmidt-Newton 6" (763mm F/5) - William Optics Zenithstar 66 ED - Eq6 skyscan Barlow 2x e 4x apo coma - Oculari meade superploss 26mm
Kellner 20 e 4 mm Ploss 10mm - Hiperion 8mm - Atik 383l+ monocromatic
filtri baader 36mm R,G,B,L,H-alpha - magzero mz_5 bn
Gruppo Astrofili Volontari Ingauni Albenga SV

Davide Ghiso
ma chi sarà mai questo Dario Fo!?


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GHISO983 ha scritto:
Dico solo che un ccd con pixel piccoli si può fare binning 2x2 ecc con uno con pixel enormi non puoi fare binning 0,5x0,5.....
:mrgreen:
Tradotto un ccd a pixel grandi resta un ccd a pixel grandi, un ccd a pixel piccoli può trasformarsi in uno a pixel grandi.......


Si, anche questo è vero, però ti mangi 3/4 del CCD...faccio un esempio: se ho un CCD di 1000 x 1000 pixel da 3 micron e lo uso in binning 2x2 avrei un CCD di 500x500 pixel da 6 micron... 500pixel sono davvero pochi per avere una buona incisione e 6 micron non sono poi tanti per avere una grande sensibilità. Non sarebbe nè carne nè pesce...la cosa funzionerebbe bene avendo a disposizione un CCD di 3000x3000 pixel da 3 micron con un binning 3x3. Allora si avrei 1000x1000 pixel da 9 micron, buona definizione e buona sensibilità, con la possibilità di riservare il binning 1x1 solo per le foto ad alta risoluzione. Ma quanto costa un CCD così? Ed inoltre: il binning è adatto ai CCD in b/n. Se hai un CCD a colori cosa succede alla resa cromatica? Tutti questi sono interrogativi che finora mi hanno impedito di scegliere il mio CCD adatto!

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