Cari astrofili, ecco l'ennesima planetaria estiva!
Si tratta questa volta della DeHt5, inclusa in un piccolo catalogo di 5 planetarie scoperte e pubblicate nel 1980. La scoperta era stata effettuata dai ricercatori J. Dengel, H. Hartl e l'immancabile R. Weinberger, setacciando le lastre del POSS. Credo che in quegl'anni gli astronomi si scatenassero non poco per scoprire su quelle lastre nuovi oggetti!
Confesso che quando ho puntato il telescopio nella direzione della DeHt 5 sentivo di non avere molte speranze perchè si trattava di un oggetto molto difficile oltre che vasto, quasi ai limiti del CCD.
Eppure dopo le prime riprese di prova per verificare la centratura della nebulosa, mi resi conto che era possibile tirare fuori qualcosa, inoltre l'elevata latitudine mi avrebbe certamente avvantaggiato durante la guida (povero illuso!) per cui scelsi i soliti 600 secondi per singola posa in Halpha e in OIII.
Qui il risultato:
DeHt 5Le stelle mostrano un allungamento in direzione del DEC, questo perchè stranamente l'autoguida mi ha dato tantissime grane nella correzione della declinazione, come se a quella orientazione si fosse accentuato il backlash. Ho tentato diverse volte la calibrazione ma la situazione non è migliorata per cui mi sono dovuto accontentare di molte riprese allungate...peccato, perchè a +70° le correzioni in AR erano assolutamente minime!!
La DeHt5 è una planetaria abbastanza vecchia che nel lungo periodo di espansione ha perso le originarie caratteristiche morfologiche, per cui oggi si mostra come un oggetto irregolare.
Poichè non sono stati ancora condotti studi specifici, vediamo quel poco che è possibile cogliere dalla mia ripresa.
Come potete vedere la differenza fra l'immagine in Halpha e in OIII è molto alta, in particolare la nebulosa in Halpha occupa un campo maggiore, oltre ad essere irregolare. A livello strutturale riusciamo a cogliere un'iso-orientazione E-W che ricorda gli "sfilacciamenti" tipici delle planetarie soggette ad interazione con il mezzo interstellare ed in particolare con il mezzo interstellare magnetizzato. Purtroppo su questo punto non si può essere più precisi in quanto sarebbe necessaria una ripresa in [NII] per stabilire i rapporti di intensità del flusso con l'Halpha.
Bisogna considerare che quando la stella centrale non riesce più a ionizzare i livelli esterni della nebula, il flusso di [NII] domina sull'Halpha, ma nei casi in cui il gas interagisce con il mezzo interstellare si possono verificare fenomeni di termalizzazione con ionizzazione secondaria che ribaltano il rapporto. Per questo è importante distiguire il flusso [NII] e Halpha in questi casi. Purtroppo i filtri commerciali hanno una banda passante ampia che se centrata sull'Halpha a 6nm include anche il contributo dell'[NII].
L'immagine in OIII mostra una cosa molto diversa. Come potete vedere chiaramente l'intensità del flusso si distribuisce con un profilo circolare attorno alla stella centrale per cui il resto nebulare assume una forma a semiluna. Questo perchè il flusso OIII è strettamente legato alla fotoionizzaione ultravioletta della stella centrale entro un raggio limite. Al di fuori di questo raggio non c'è fotoionizzazione ultravioletta dell'OIII ma dell'Halpha fino al limite di Stromgren.
Peccato non possedere i dati sulla distanza e sulle dimensioni fisiche perchè sarebbe stato molto interessante valutare anche il livello evolutivo del nucleo centrale.