Mi sono spesso domandato fin dove era possibile spingersi, provando i limiti della
propria attrezzatura, nel registrare determinati oggetti del profondo cielo,
classificati come oggetti difficili, dal cielo inquinato delle nostre metropoli.
Una delle ultime prove postate di recente, come forse qualcuno ricorderà,
è stata la debole cometa 50P Arend (ricordo che al momento delle riprese
si muoveva veloce fra le stelle) che risultò prossima alla 18 magnitudine.
Impresa riuscita con uno specchio dal diametro di 190mm aperto a f/4.
Per questa volta ho posto l'attenzione su una debole nebulosità. In
particolare quella nebulosità che caratterizza buona parte della
costellazione di Orione e che si estende tra M42 e il grande anello di
Barnard, (Barnard's Loop) che abbraccia quasi per intero il lato est della
costellazione di Orione.
Si è atteso che il meteo concedesse la massima trasparenza del cielo
cittadino per almeno due notti consecutive. Dato che da un precedente
tentativo mi ero reso conto che occorrevano molte pose lunghe per
staccare a sufficienza queste deboli nebulosità.
Il weekend tra il 9 e 10 febbraio è stato caratterizzato da due notti
spazzate da una forte tramontana che per la città di Roma ha portato una
trasparenza più che accettabile. La suddivisione delle pose è così stata
programmata:
8 riprese da 1800 secondi la prima notte e 8 riprese da 1800 secondi la
seconda notte.
In tutto sono 8h di esposizione con lo SDUFII 400/4 e la ST-10XME
congiunta al filtro H-Alpha da 3nm.
In ogni singolo frame la debole nebulosità risulta appena, appena visibile
sopra il velo di fondo: è certamente una questione di segnale!
Il risultato finale, caratterizzato da un discreto rumore nelle zone di basso
segnale per via del forte stretch, è visibile a partire dal link seguente:
www.danilopivato.com
Cari saluti,
Danilo Pivato