Sicuramente altri avranno opinioni diverse dalla mia, ma per quella che è la mia esperienza non ho dubbi a considerare "certezze" due o tre cose.
1. Aumentando le dimensioni del sensore si va sicuramente incontro ad una mole crescente di problemi, perché da un lato i telescopi che hanno campi corretti VERAMENTE per sensori a pieno formato sono una fetta ristretta, spesso portandoti a sognare rifrattori grossi, con tutte le inevitabili conseguenze tecniche ed economiche del caso.
2. In condizioni reali è un problema "aggiustare" le stelle ai bordi a causa di una maggiore sensibilità al tilt del sensore, causato da flessioni, treno ottico e montaggio in fabbrica quasi mai perfetto.
3. Una camera astronomica dedicata e raffreddata, a colori o mono, avrà sempre un margine non trascurabile di vantaggio rispetto anche ai migliori sensori per fotografia "normali"; oltretutto la fase di elaborazione ed acquisizione dei file di calibrazione sarà estremamente più semplice a causa della termostatazione del raffreddamento.
Ritengo che un punto di arrivo (che NON esiste, ma facciamo finta che sia così

) per un astrofotografo con qualche anno di esperienza sia una bella camera raffreddata con formato APS-C, più "digeribile" dai propri strumenti e più "gestibile", a conti fatti, dal proprietario

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Celestron C9.25 su Skywatcher AZ-EQ6, Sharpstar 107/700 APO, EOS 5D Mark IV, ZWO ASI 1600MM-C PRO, ZWO ASI 224mc...e svariate lenti CANON.
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