Bluesky71 ha scritto:
E comunque immagino che per fare una ricerca di questo tipo serva un approccio di analisi della immagine molto diverso da quello "estetico" della maggior parte degli astrofotografi (me compreso): a parte disporre di una immagine molto profonda, credo ad es. che vada curata nel dettaglio la calibrazione dei frames.
Grazie Roberto, è esatto quello che scrivi.
Ragion per cui tra le procedure di calibrazione il blooming prodotto dal ccd è stato lasciato di proposito proprio per evitare qualsiasi forma di contaminazione, artefatti e riduzioni del segnale dovuti al processo di eliminazione.
Ne approfitto poi anche per prendere la palla al balzo col precisare meglio come il dato sulla discrepanza tra le valutazioni oggettive sulla visibilità degli ammassi globulari di NGC891 registrati sull'immagine in questione e le magnitudini fotometriche elencate dai ricercatori (in tabella), com'è giusto che siano per questo genere di lavori, possa creare scompiglio.
Pertanto desidero ricordare come il paragone in questa valutazione deve rendere conto soprattutto delle diversità degli "
indici di colore" che sussistono tra una foto in semplice luminanza con le stime di magnitudini fotometriche degli ammassi globulari ottenute dagli articolisti, le quali possono incidere per differenza con valori sia in eccesso che in difetto di 1^ - 2^, o più magnitudini.
Un esempio fra tutti.
L'ammasso globulare G15 viene riportato dagli autori dell'articolo di 25,38^ magnitudine, mentre la traccia corrispondente visibile sulla fotografia, mostra quel globulare molto, ma molto più luminoso. Questo non vuol dire che la fotografia del Takahashi BRC250 è stata in grado di documentare stelle di oltre la 25^ magnitudine. Non c'è da ritenere assolutamente sia così, eh!
Ringrazio anche Rey per il suo commento.
Cari saluti,
Danilo Pivato